Arte, Cultura & Spettacoli

Renato Pancheri, natura primordiale

Il suo mondo naturale esposto a Trento

Resterà aperta fino al 14 giugno, l'esposizione di opere di Renato Pancheri allestita nelle sale del Grand hotel Trento.

Pancheri si forma nello studio del fratello Gino; qui apprende i primi rudimenti del disegno e della pittura ad olio, tecnica che frequenterà felicemente per tutta la vita. Ho conosciuto questo uomo, piccolo, elegante, gentile. Aveva già varcato la soglia dei novant'anni ma era ancora pieno di fervente vitalità; mi  aveva detto che il suo elisir era la pittura, dipingeva ogni giorno con dedizione. Infatti ha lavorato al cavalletto fino all'ultimo con entusiasmo intatto fino a quel 2007 che lo ha portato via.

Contrariamente al fratello, pittore di figure, Renato era volto al mondo naturale. Il suo interesse primario era per il paesaggio, inteso come luogo mitico di ogni sentimento. In quel formato classico, appena  rettangolare ,era lì che si scatenava un amore ossessivo per un colore che dilagava, irrompeva, raggrumava e si distendeva  a raccontare paesaggi sempre dinamici. Mossi dal vento, percorsi dalle acque, arsi dal sole, infradiciarti dalla neve, mai la natura raccontata appare inerte, mai queste visioni sembrano dipinte, ma danno la certezza di essere esse stesse brani di mondo naturale tanto appaiono pregne di vitalità.

Il colore in Pancheri più che essere pigmento è dato concreto,tangibile, oggettivo. Ogni opera di questo  pittore  vive per il colore reso vibrante dagli  accostamenti ora tonali ora squillantemente contrastanti a raccontare di visioni spettinate di boscaglie, praterie, radure cespugliose che nascondono rifugi piani, aperti, sotto cieli densi di nuvole.

Un senso panico della natura, quello di questo artista, dalla percezione profonda del mondo esterno, in una continua tensione ad identificarsi con le forze naturali e a fondersi con esse istintivamente. Nelle opere di Pancheri la natura ci viene restituita del suo silenzio primordiale come forza-colore,come tumulto creativo ,nella visione di spazi che appaiono puliti, intonsi, non inquinati da presenze umane.

Man mano che il catalogo delle visioni paesistiche scorre sotto i nostri occhi, ci rendiamo conto che la seduzione della Pittura Informale ha creato i suoi effetti in questo artista raffinato che non ha mai voluto abbandonare  il dato oggettivo di natura ed enumera le sue meravigliose concezioni cromatiche  come ipotetici paesaggi.

Spesso nei suoi "palcoscenici di pigmenti" due quinte  si aprono ad accompagnare lo sguardo più lontano verso un infinito altro, in un  luogo ameno dove l'artista ci vuole condurre; dopo tanta furia cromatica è legittimo sospettare  che Pancheri ricerchi un'oasi di riposo, un posto tranquillo dove l'anima si possa ritrovare.


Autore: Anna Lorenzetti

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