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Pompei la città incantata

Il libro del direttore Gabriel Zuchtriegel (Feltrinelli)

Pompei 16.12.2025 - E' stata la scoperta principale del 2025 la villa dei Misteri emersa dagli scavi di Pompei dove è venuta alla luce una grande sala per banchetti affrescata da un ciclo di pitture che raccontano l'iniziazione ai misteri dionisiaci.

Scavata nell'area centrale di Pompei, la sala riporta un fregio a dimensioni quasi reali, ovvero una "megalografia", e il grande affresco getta nuova luce sui misteri di Dioniso nel mondo classico. 

Gli archeologi hanno battezzato la dimora con il fregio "casa del Tiaso", proprio in riferimento al corteo di Dioniso. L'affresco decora questa grande sala in tutti i tre lati che non si affacciano sul giardino e rappresenta a dimensioni quasi reali il corteo di Dioniso, con le baccanti, danzatrici e cacciatrici e con i giovani satiri dalle orecchie appuntite. 

Al centro della rappresentazione appare una ''inizianda'', vale a dire una donna mortale che, tramite un rituale notturno, sta per essere iniziata nei misteri di Dioniso, il dio che muore e rinasce, promettendo altrettanto ai suoi seguaci. 

"La baccante esprimeva per gli antichi il lato selvaggio e indomabile della donna; l'opposto della donna 'carina', che emula Venere, dea dell'amore e delle nozze, la donna che si guarda nello specchio, che si 'fa bella'. Sia il fregio della casa del Tiaso sia quello dei Misteri mostrano la donna come sospesa, come oscillante tra questi due estremi, due modalità dell'essere femminile a quei tempi" spiega il direttore del parco archeologico Gabriel Zuchtriegel (fonte Ansa).

Gabriel Zuchtriegel è giunto al sito archeologico più famoso del mondo dopo essere stato direttore del Parco archeologico di Paestum. Dal 2021 dirige gli scavi archeologici di Pompei. Lo studioso tedesco, naturalizzato italiano, è nato nel 1981, ha studiato archeologia classica, preistoria e filologia greca a Berlino, Roma e Bonn, dove nel 2010 ha concluso un dottorato di ricerca sul sito laziale di Gabii nei pressi di Roma. Ha insegnato negli atenei di Bonn, Matera, Napoli “Federico II” e Salerno ed è autore di numerosi articoli e monografie, tra cui “Colonization and Subalternity in Classical Greece”, Cambridge University Press 2018.  Nel 2019, gli è stato riconosciuto il premio di Ravenna Festival. Nel 2015, ha collaborato nel “Grande Progetto Pompei” quale membro della Segreteria tecnica di progettazione.

Anche per i turisti è facile vederlo passeggiare per i vicoli dell’antica città di Pompei, distrutta e sepolta viva in meno di due giorni nel 79 d.C. Sopralluoghi, scavi, progetti di restauro e di accessibilità lo portano a contatto con la fragilità di un sito unico al mondo, con la bellezza dell’arte antica e con la caducità della vita umana.

Di recente ha confidato che di fronte ai calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio, ma anche alla scultura di un bambino pescatore dormiente che gli ricorda suo figlio, si pone la domanda: “Cosa c’entra con noi Pompei? Che ha da dirci l’antico oggi?”.

Così il direttore del Parco archeologice ha scritto anche un libro in cui conduce i lettori in un viaggio attraverso i secoli in una città incantata, dove magicamente si mescolano passato e presente. Un viaggio fatto di scoperte, dai primi scavi settecenteschi fino ai ritrovamenti più recenti, che gettano nuova luce sulla vita degli schiavi e dei poveri nella città e nel suo territorio.

Il suo libro si intitola «Pompei, la città incantata» (Feltrinelli). Zuchtriegel ripercorre la storia dell’archeologia moderna, intrinsecamente legata a quella di Pompei, che in principio si interessa quasi esclusivamente delle opere d’arte estratte dal suolo, per poi scoprire man mano che il vero tesoro tramandatoci dalle ceneri del Vesuvio comprende molto di più: antichi rituali, culti misterici, trasgressioni ed erotismo, la storia sociale e culturale di una civiltà, le sue ossessioni e speranze. 

 

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POMPEI TESORO A CIELO APERTO

(24 Giugno 2021) Pompei è sempre al top nell'immaginario turistico internazionale. Da qualche anno i turisti possono vedere anche la Palestra Grande di epoca romana, che rimase sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 e fu ritrovata a seguito degli scavi archeologici dell'antica Pompei: il suo nome deriva dal fatto che si trattava del maggior impianto ginnico della città.

Va ricordato che Pompei non fu fondata dai Romani, come normalmente si ritiene. Venne fondata dagli Osci nell’VIII secolo a.C.

Questo popolo di lingua indoeuropea e di ceppo sannitico occupava la Campania antica pre-romana. Parlavano la lingua osca, idioma del quale si ha testimonianza in età antica. Dal V secolo a.C. gli Osci furono inglobati dai Sanniti, a loro strettamente affini. 

Pompei già allora sorgeva su una colata lavica vicino al fiume Sarno, e divenne presto un crocevia strategico per il commercio. Conquistata da Greci, Etruschi e poi dai Sanniti, si trasformò in una fiorente città commerciale con un porto attivo e imponenti mura difensive.

Dopo la conquista romana, Pompei esplose in ricchezza, esportando olio e vino in tutto il Mediterraneo! Ma il destino era già scritt: dopo un devastante terremoto nel 62 d.C., nel 79 d.C. il Vesuvio cancellò la città, seppellendola per 1700 anni sotto ceneri e lapilli.

Poi lentamente è tornata alla luce. I più importanti affreschi furono ritrovati nel 1959 nella cosiddetta casa dei Triclini in località Moregine, a pochi centinaia di metri dalle mura dell'antica città. E poi è emersa anche la Palestra Grande, edificata alla fine del I secolo a.C. poiché le altre palestre presenti in città, principalmente quella Sannitica, riservata ad una corporazione aristocratica e militare, e quella delle Terme Stabiane, non rispondevano più alle esigenze dei fruitori, in particolare dei collegia iuvenum, ossia quelle associazioni di giovani volute da Augusto, il quale vedeva nell'edificazione di questi monumenti la propria propaganda imperiale.

La struttura venne duramente danneggiata durante il terremoto di Pompei del 62, tant'è che devono essere completamente ricostruiti le mura di cinta, per poi essere seppellita sotto una colte di ceneri e lapilli, mentre i lavori di restauro ancora devono terminare, a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 79. In seguito è stata riportata gradatamente alla luce con diverse campagne di scavo, dal 1814 al 1939.

L'area è inserita nel Parco Archeologico di Pompei, un Istituto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo dotato di autonomia speciale ed esercita le sue competenze nell’ambito della tutela, della conservazione e della fruizione pubblica.

Ultimo in ordine di tempo l'intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo, 3km di perimetro che costeggia l’area non scavata di Pom­pei. Di questo grande cantiere è stato già portato a termine l’intervento sui fronti di via del Vesuvio, di recente restituita alla fruizione con l’apertura della casa di Leda e il cigno, e nell’area del cosiddetto “cuneo”, dove sono venute in luce due domus di pregio con suggestivi affreschi, mosaici e reperti e il vicolo dei balconi, che ha ricongiunto il vicolo delle Nozze d’argento con l’arteria principale di via di Nola.

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