Arte, Cultura & Spettacoli

Philip Guston e la sua vita spericolata

Fece del suo amore per i fumetti un'arte

Quanta fatica per diventare Philip Guston e quanta sofferenza fosse inclusa nelle scelte drastiche di abbandonare l'Espressionismo Astratto per un linguaggio di figurazione assurda, disgustosa ed inquietante, é tutto espresso nella commovente intervista che ha corredato na recente e bella mostra veneziana,  la prima grande antologica a questo gigante dell'arte contemporanea a più di 30 anni dalla sua scomparsa.

E' morto improvvisamente questo pittore avvolgente ironico e carnalmente materico  che per primo aveva fatto del suo amore per i fumetti uno stendardo dolorosamente sardonico.

Lui che aveva sofferto l'odio razziale, che aveva visto morire suicida il padre oberato dai debiti, che aveva mascherato la sua origine ebraica mutando il cognome troppo scoperto di Goldstein in un più innocente Guston, lui che pittore e muralista affermato (era assistente dell'artista messicano Siqueiros) aveva sparigliato le carte dimenticando l'amata " arte classica" per il gesto e la macchia affiliandosi ad un gruppo di arrabbiati giovani artisti amanti dell'Astrazione.

Poi ancora una scelta difficile, la più perigliosa quella che gli merita l'ostracismo del gruppo:  ripudiare l'astrazione per rifugiarsi in un linguaggio bambino-sconveniente , tecnica sgocciolosa e materica, tematica di soliloquio violento. Argomento scottante l'invenzione di questo personaggio ciclope:un grande occhio in una faccia ottusa, ottenebrata da un gran mangiare ed un gran bere, una sorta di alter ego di un'America un po' sozzona un po' meschina certo per niente eroica.

Linguaggio crudo, personaggi incappucciati raccontano tutta la violenza subita ed assorbita negli oscuri anni dell'infanzia quando il Ku Hux Klan seminava terrore. Philip Guston, il più carnale degli espressionisti astratti è ormai un artista isolato nella sua ricerca originale e particolarissima, lo dichiara nella video-intervista, solo De. Kooning lo comprende dicendo: "Ognuno deve dipingere ciò che vuole".

Guston comprende che a New York ha ormai terra bruciata. Cambia città e si rifugia a Woodstock passa le ore nello studio del giardino, quello che ora è il suo Museo personale.Qui se ne va stroncato da un infarto. Ho sempre pensato, affascinata dalla sua pittura grassa,così vitale,colorata,pazzescamente,dolorosamente vera nella sua assurditá che il probabile inventore dei "Simpson" sia lui, Guston, certamente  é nelle sue creazini che affondano le radici ,in quelle grandi tele dove immagini  fumettose  si abbandonano a gesti ed atteggiamenti che esprimono tutte le contraddizioni della grande Nazione che rappresentano.

Cinque i Poeti considerati fondamentali per i cinquantanni di carriera di questo vulcanico artista che ha intessuto interessanti relazioni fra il suo linguaggio pittorico e quello poetico di Lawrence, Yeats, Stevens, Montale e Eliot. Una grande mostra alle Gallerie dell'Accademia ha avuto il merito di mettere gli spettatori di fronte ad  un grande artista, colto e sensibile, amante della letteratura e della poesia.


Autore: Anna Lorenzetti

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