
Hieronymus Bosch. L'artista e il Diavolo
Un saggio di Massimo Centini (ed. Diarkos) racconta la fortuna di questo grande pittore olandese
La fortuna di questo grande pittore olandese, non è venuta mai meno. Jheronimus Bosch è un enigma; infiniti critici sì sono spericolati nel decifrarne la "scrittura". Il mondo narrato dal magico pennello di Bosch fa tremare le vene dei polsi, ci terrorizza e solo la sua vena crudamente ironica può sospendere l'angoscia del cuore.
Affiliato a qualche setta demoniaca, adepto di congreghe religiose ispirate alla rinascita di una perduta innocenza o pervaso da una passione insana per perversioni erotiche spinte, non lo sapremo mai. Certo è che noi, uomini del terzo millennio, abbiamo perso la chiave di lettura per decriptare molti dei capolavori medievali e quello che poteva essere chiaro ai contemporanei di Bosch per noi è ...geroglifico oscuro.
A tentare di fare luce sul ''mistero Bosch'' è un saggio recentemente uscito per iniziativa della casa editrice Diarkos a firma di Massimo Centini il quale conferma: l'artista è ancora oggi un enigma.
Figlio di un’epoca segnata da guerre e fanatismi, ha trasformato la fragilità del suo tempo in un teatro di visioni febbrili e labirinti di simboli, in cui purezza e peccato si confondono e aprono varchi sull’abisso dell’animo umano. ''Quello che crediamo di sapere di lui è solo una parte del grande mistero da cui è avvolto questo straordinario artista che, a cinque secoli di distanza, resta più contemporaneo che mai'' afferma Centini.
''Hieronymus Bosch. L’artista e il Diavolo'' muove tra mistero, biografia, arte. Nel suo tempo tra crepuscolo del Medioevo e alba della Modernità, travolto dalle guerre civili e di religione, Bosch esprime soprattutto le ombre dell’universo in cui ha vissuto, documentandolo con lo stridore prodotto dal contrasto tra la ricerca di un linguaggio artistico assolutamente originale e le cupe contingenze della società del XV secolo.
Bosch ha riversato nelle sue opere un dolore e una tragedia che non sembrerebbero averne però travolto la vita, quella di buon cattolico, agiato, pittore di bottega. Eppure in numerosi suoi dipinti vi è un brulicante universo di mostruosità, di soggetti e ambienti weird che hanno fatto spendere fiumi di inchiostro per sorreggere correlazioni con satanismo, alchimia, magia nera ed eresia.
La ricerca di Massimo Centini diventa ''indagine'', un vero e proprio viaggio all’interno di un’arte in cui allegoria e simbolo danno sostanza a un tessuto pittorico bello e mostruoso, nel quale purezza e peccato si stringono in un magma che prova a adularci, invitandoci a percorrere itinerari sui quali non sempre è facile scindere il bene dal male.
Già docente di Antropologia culturale e ha insegnato Storia della criminologia ai corsi organizzati dal Mua (Movimento universitario altoatesino) di Bolzano, Centini attualmente insegna alla Fondazione Università Popolare di Torino. Ha pubblicato numerosi saggi con Mondadori, Piemme, Rusconi, Newton & Compton, Yume, Xenia, San Paolo e altri. Alcuni dei suoi volumi sono stati tradotti in varie lingue. Per Diarkos ha pubblicato Storia dell’Inquisizione (2021), Storia della criminologia e dei metodi investigativi (2022) e Caravaggio. Luci e ombra di un artista maledetto (2024).
In questo saggio Centini racconta la fama di un artista che ha attraversato indenne i secoli, meravigliando, sconvolgendo, inquietando ogni occhio che si sia posato sulle sue opere. Amato, adorato da schiere di artisti, primi fra tutti i Surrealisti che lo avevano eletto a loro emblema ed assunto quale nume tutelare di tutte le elucubrazioni della mente umana.
Ma è assodato che nello spirito degli uomini che vivevano nelle lande nordiche pre-riforma, l'animo umano era preda di molte superstizioni e la lotta contro le lusinghe del maligno vista come una vera e propria tenzone all'ultimo sangue. Ecco il motivo dominante della poetica di questo incredibile artista nato in una famiglia di pittori, che inaugura, con uno stile limpido, quasi calligrafico, una rivisitazione personalissima di tutto il sapere Gotico-Internazionale di gusto prettamente nordico.
Possiamo capire come questo magico autore, fosse il preferito dall'oscuro Filippo II di Spagna. Il triste imperatore possedeva i più incredibili capolavori di Bosch. Bisogna andare al Prado per vederli.
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