Arte, Cultura & Spettacoli

Antonello da Messina, oltre lo sguardo

L'artista-inumano cambiò l'arte del ritratto

Dopo un anno, Il Ritratto d'uomo Malaspina di Antonello da Messina è tornato a Pavia. L'opera era stata esposta a Palazzo Reale di Milano, per la grande mostra dedicata ad Antonello da Messina (160 mila visitatori), che ha seguito l'analoga rassegna palermitana a Palazzo Abatellis.

Con Antonello da Messina cambia il ritratto tra Quattrocento e Cinquecento: da semplice raffigurazione quale era fino a quel momento, a espressione introspettiva dell'animo umano. Antonello è il pittore che, a metà del Quattrocento, si fa interprete, al massimo grado, di un fermento creativo mediterraneo ed europeo incentrato sull’incontro-scontro tra la civiltà fiamminga e quella italiana.

Da Napoli alla Spagna, dalla Provenza alle Fiandre, da Urbino a Venezia: Antonello da Messina fu un protagonista dell'arte del suo tempo di respiro internazionale, da collocare in una prospettiva storico-artistica senza limiti geografici.

La sua arte fu intelligenza poetica di un artista “inumano”, come lo definì il figlio Jacobello, che ha saputo cogliere le sfumature psicologiche e le caratteristiche più intime dell’esistere.

"Il caso Antonello si presenta come un intricato dedalo di ipotesi incontrollabili, tra cui affiora all’improvviso un dato certo, una prova, un documento cui appigliarsi. Insomma, un caso da risolvere abbinando agli strumenti della più raffinata critica d’arte le tecniche più corrive dell’indagine poliziesca.” scrive Vittorio Sgarbi nel suo  libro ''Antonello contemporaneo'' edito da Skira.

 

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