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Oman, viaggio nell'anima del Sultanato

A Roma un incontro su un paese magico e ospitale

Oman, viaggio nell'anima del Sultanato. A Roma, a Palazzo Grazioli, lo scorso 12 settembre non si è parlato solo di politica e di accordi, ma si è sollevato il velo su un mistero antico.

L'evento dedicato all'Oman è stato un momento di magia, un intreccio di storie lontane che si sono ritrovate a parlare la stessa lingua, quella della bellezza. La serata è stata moderata con maestria dal giornalista Talal Khrais.

Tra i saloni e le voci autorevoli della diplomazia, l'Ambasciatore omanita S.A. Sayyid Nazar Aljulanda Majid Al-Said, ha dipinto il ritratto di una nazione che naviga il presente con lo sguardo rivolto al futuro, sempre guidata dalla saggezza.

S.A. Sayyid Nazar Aljulanda Majid Al-Said
Ambasciatore del Sultanato dell’Oman a Roma

 

È una terra di dialogo, come hanno ribadito le ambasciatrici S.E. Asmahan Abdul Hamid Al Toqi, Decano del Consiglio degli Ambasciatori e Ambasciatrice dello Yemen, e S.E. Enas Sayed Makkawi, Capo Missione della Lega Araba, che hanno saputo descrivere un popolo che si fa ponte, non barriera, capace di portare equilibrio dove c’è tempesta.

L'importanza dell'evento è stata sottolineata dalla presenza di numerose personalità di rilievo. Tra i membri del corpo diplomatico erano presenti l'Ambasciatore del Kuwait, S.E. Nasser Sanhat Alqahtani, l'Ambasciatore dell'Algeria, S.E. Mohamed Khelifi, l'Ambasciatore dell'Armenia, S.E. Vladimir Karapetyan, l'Ambasciatore della Palestina presso la Santa Sede, Issa Kassissieh e l'Ambasciatrice del Marocco presso la Santa Sede, S.E. Rajae Naji El Mekkaoui. Hanno partecipato, inoltre, membri dei corpi diplomatici delle ambasciate di Mauritania, Giordania, Qatar, Bahrein, Libano, Libia e Afghanistan.

Mentre le loro parole creavano un ponte tra le nazioni, la scrittrice Patrizia Boi ha cercato di tessere fili più sottili, invisibili. Nel suo racconto, le tradizioni e le architetture hanno rivelato connessioni che hanno superato i millenni.

La scrittrice Patrizia Boi


A margine dell'evento, la scrittrice Patrizia Boi ha dichiarato al nostro giornale: «Mentre studiavo tutte le peculiarità degli abiti di un Paese apparentemente lontano e distante come l'Oman, mi sono resa conto che il velo indossato da una sposa omanita aveva un’incredibile somiglianza con le mantiglie rosse e blu della tradizione cagliaritana». La connessione è stata ancora più profonda quando ha sottolineato: «Le torri antiche dei siti UNESCO di Bat e Al-Ayn, in Oman, non sono solo rovine, ma specchi che riflettono le nostre architetture. I nuraghi sardi e le loro cugine omanite, costruite a secco con la stessa tecnica a tholos, sembrano sussurrare la stessa storia di antiche civiltà marittime, di marinai che forse, millenni fa, hanno incrociato le loro rotte».

L'evento ha dimostrato come la storia e la cultura possano unire ciò che la distanza ha separato. Non si è trattato solo di un'occasione per parlare di numeri e di accordi, ma per scoprire la poesia delle somiglianze inattese. Un'opportunità per sentirsi più vicini a un mondo che sembrava lontano. Perché, in fondo, come Patrizia Boi ha cercato di mostrare, il nostro passato e il nostro destino sono legati da un filo molto più forte di quanto immaginiamo.

Roma 16 settembre 2025

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