Viaggi & Reportages

Val di Funes, la pecora dagli occhiali

La Villnösser Brillenschaf è presidio Slow Food

La pecora "Villnösser Brillenschaf"' nota come ''Pecora dagli occhiali della Val di Funes'' ha a disposizione pascoli e un panorama che non tutte le pecore possono permettersi. Siamo in Val di Funes. Tanto stretta all'inizio quanto è larga alla fine, la val di Funes offre il più esaltante panorama dolomitico dell'immaginario collettivo: quello che si apre sul massiccio delle Odle, parte integrante delle Dolomiti divenute patrimonio Unesco dal 2009.

Le pecore hanno bisogno di spazio per muoversi. Qui pascolano in alta montagna, dove trovano erbe e piante molto aromatiche, che conferiscono alla carne un sapore delicato e genuino. Sono 10.200 ettari distribuiti su 81 chilometri quadrati di territorio. Si parte dai 535 metri del fondovalle per salire fino ai 3025 della vetta più alta.

Questa razza antica che gode di nuovo splendore è stata salvata dall'estinzione grazie agli appassionati allevatori della valle. Come Gherard che le alleva nel suo maso a St.Peter una delle 6 frazioni del Comune di Funes.

La razza ovina "Villnösser Brillenschaf" ha le sue origini nell’Ottocento, da un incrocio tra razze antiche locali con la pecora Bergamasca e quella Padovana. La razza più antica dell'Alto Adige si caratterizza per una pigmentazione scura a forma di anello intorno agli occhi, i cosiddetti occhiali. Infatti, “Brillenschaf” significa letteralmente “pecora con gli occhiali”.

La “Villnösser Brillenschaf” viene allevata secondo severe linee di allevamento. Gerard ci spiega che i criteri riguardano statura, lana e pigmentazione. La carne di agnello è un prodotto di altissima qualità: tenera e molto delicata di sapore. E' presidio Slow Food! Come noto i presidi sono progetti di Slow Food nati per tutelare i piccoli produttori e per salvare i prodotti tradizionali di qualità.

E la sua lana? Pregiatissima. E' delicata sulla pelle, elastica, isolante contro i rumori e ha una funzione regolatrice per calore e umidità. Può assorbire una quantità di umidità fino a un terzo del suo peso senza risultare umida. L’elaborazione della lana e la produzione di vari prodotti di lana è affidata alla piccola azienda artigianale Naturwoll dove si può assistere anche alla cardatura. Che spettacolo! I macchinari sono quelli originali. E poi c'è il negozietto ricavato in una antichissima stube.

Non è impossibile portarsi a casa qualcosa della delizia di un ragù al coltello (come quello che abbiamo assaggiato all'hotel Tyrol di Santa Magdalena). Il prosciutto cotto e il salame d’agnello, della razza “Villnösser Brillenschaf”, sono commercializzate con il marchio Furchetta in vendita nei negozi di alimentari del territorio.
La tutela della biodiversità, la conoscenza delle tecniche produttive tradizionali in un'ottica di sostenibilità, rappresenta un approccio etico (e giusto) al mercato.

Anche per questo la Valle è da tempo entrata a far parte delle Alpine Pearls oltre che per le sue politiche di mobilità dolce e per quelle energetiche.

La filosofia della mobilità dolce che si avvale di treni e bus, o di trasporti navetta organizzati in fondovalle, aiuta a ridurre al minimo l'impatto ambientale e preservare il territorio. A Tiso c'è il TIC, un totem informativo a tre lingue a forma di smartphone gigante: come muoversi, quali mezzi usare, dove alloggiare, quante stanze libere sono a dispsosizione, dovee  cosa  mangiare, cosa vedere, ...c'è tutto. Il progetto fu finanziato con fondi dell'Unione Europea per il turismo sostenibile che ha un presupposto fondamentale: chi ama la montagna usa i piedi per conoscerla.

Da Bolzano come dal Brennero, all'uscita di Chiusa sulla A22, si raggiunge comodamente la valle con i servizi pubblici. Chi lascia a casa l'auto troverà servizi di trasporto pubblico efficienti, a volte strutturati su misura e sentieri attrezzati. 

Quello che stupisce è la grande attenzione ambientale che una piccola comunità come questa ha portato avanti: salvaguardare l'identità non significa solo guardare indietro ma soprattutto guardare ''avanti''. Grazie a tre centrali idroelettrice e a tre impianti  a biomasse, qui si producono 18 milioni di kilowattora in energia: 7 vengono trattenuti per gli usi dei valligiani e dei loro servizi, altri 11 sono messi in rete e venduti dalla Cooperativa che si è costituita per la gestione degli impianti. Almeno 16.000 metri cubi di trucioli (frutto del taglio della legna o della pulizia dei boschi) vengono forniti dai contadini agli impianti di San Pietro, Santa Maddalena e Tiso. Il tutto si traduce  in un risparmio ambientale quantificabile in 1 milione di litri di olio da riscaldamento in meno, o per dirla in termini di Co2, un risparmio di 2400 tonnellate all'anno. E' anche questo che ha consentito al territorio di dotarsi di servizi avanzatissimi come le fibre ottiche: anche nel più alto dei suoi rifugi il wi-fi è a disposizione di tutti, persino nelle malghe.

La valle conta 140 masi, dediti all'agricoltura di montagna. Molti si chiamano Messner, cognome molto diffuso, lo stesso del celebre scalatore Reinhold nato proprio in questi luoghi. Sotto le Odle possiede ancora oggi una baita dove da bambino la famiglia lo portava in vacanza insieme al fratello. I valligiani amano ricordare che l'uomo che ha macinato le vette più ardite sotto i suoi scarponi, dagli ottomila dell'Everest alle vette inviolate del Nepal, ritiene questa valle la più bella del mondo. E a parlare non deve essere solo il cuore, perchè effettivamente arrivare qui è consegnarsi ad un'esperienza estetica.

La Bellezza abita nei sentieri, nelle vette, tra le paciose mucche al pascolo o le pecore che hanno gli occhiali...per vedere e brucare meglio l'erba dei prati.

(Corona Perer - marzo 2023)



** LEGGI ANCHE:

Centro visite Naturpark: l'esperienza del Parco

Reinhold Messner testimonial della Valle

La storia: il Chiodo di Messner

Museo dei Geodi della Val di Funes

Hotel Tyrol - Un ragù al coltello? Qui !

info > www.villnoess.com


Autore: Corona Perer

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Commenti (0)