Scienza, Ambiente & Salute

Processionaria del pino, attenzione fa male

Pericolosissima per l'uomo e mortale per i cani

Un decreto ministeriale del 2007 stabilisce i criteri per la lotta alla processionaria e impone da parte del privato la bonifica dei siti infestati. Gli interventi di bonifica sono a carico dei proprietari o dei conduttori dei terreni in cui si trovano le piante infestate; le problematiche generate dagli aspetti di rischio sanitario fanno, peraltro, capo all’Autorità sanitaria (Sindaco).

La processionaria del pino è un lepidottero (farfalla) diffuso nell'Europa centro-meridionale e nel bacino del Mediterraneo, attivo soprattutto nei mesi freddi dell’anno. I bruchi di questa specie vivono su diverse varietà di pino, delle quali divorano gli aghi, e a fine inverno abbandonano i nidi con tipiche "processioni" alla ricerca di cibo.

Molto dannosi sono gli aghetti dell'insetto: sono velenosi e possono provocare gravissime reazioni allergiche non solo nell'uomo ma anche negli animali (per i cani è addirittura mortale).  In caso di contatto con l'uomo i rischi non vanno sottovalutati. Anzitutto i peli urticanti della processionaria si separano facilmente dalla larva che li porta sul dorso, nel corso di un contatto o più semplicemente sotto l’azione del vento. Se un pelo urticante arriva in profondità del tessuto oculare, si verificano gravi reazioni infiammatorie e, in rari casi, la progressione a cecità. Il contatto provoca invece un rapido sviluppo di congiuntivite con rossore e dolore agli occhi.

I peli si attaccano facilmente ai tessuti (pelle e mucose), provocando una reazione urticante data dal rilascio di istamina ovvero la sostanza rilasciata anche in reazioni allergiche (per questo motivo si somministrano gli anti-staminici).

Chi avesse ripetuti contatti con la processionaria presenta reazioni che peggiorano con ogni nuovo contatto. In casi gravi può verificarsi uno shock anafilattico con esiti mortali, orticaria, sudorazione, edema in bocca e in gola, difficoltà di respirazione, ipotensione e perdita di coscienza.

In caso di contatto con la pelle compare una dolorosa eruzione cutanea con forte prurito. La reazione cutanea ha luogo sulle parti della pelle non coperte, ma anche sul resto del corpo: il sudore, lo sfregamento dei vestiti facilitano la dispersione dei peli, causando spesso l’insorgere di un eritema pruriginoso. Attenzione quindi!

Non esistono misure efficaci per evitare l’espandersi della processionaria, ma solo metodi di controllo utili a contenere le popolazioni, da applicare soprattutto negli anni di forte infestazione e nelle aree più a rischio (vicino a centri abitati e lungo la viabilità). Nessun intervento di controllo è tuttavia in grado di impedire che nuovi aumenti della popolazione del lepidottero si ripresentino a distanza di tempo.

La larva danneggia le pinete, ma la problematica è data dalle implicazioni igienico-sanitarie, derivanti dei fenomeni irritativi provocati dall’eventuale contatto con i peli urticanti delle larve da parte di persone e animali domestici, soprattutto nel periodo di discesa delle larve verso il terreno, per lo più da inizio marzo a fine aprile. Negli altri periodi non vi sono rischi per salute, se non a seguito di contatto diretto con i nidi o con le piante infestate.

Oltre agli interventi selvicolturali di sostituzione del pino nero con altre specie, alla raccolta manuale e alla distruzione dei nidi, il metodo più efficace e più usato negli anni recenti è il trattamento microbiologico con Bacillus thuringiensis kurstaki (Btk), nelle zone accessibili con mezzi meccanici o aerei (vengono utilizzati dei potenti atomizzatori). Peraltro, quest’ultimo è attualmente non applicabile ai sensi del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, anche se il Piano è in fase di revisione con la ricerca, a livello nazionale, di una soluzione che permetta di superare la limitazione all’uso dei Btk.

Altri sistemi di contrasto, applicabili soprattutto in contesti urbani/periurbani sono l’endoterapia (iniezione di insetticida direttamente nel tronco) o la raccolta meccanica, al momento della discesa delle larve dalle piante, tramite trappola-collare da posizionare intorno al tronco della pianta, con la successiva distruzione dei bruchi.

In ogni caso se notate nidi avvisate subito il vostro Comune che potrà darvi indicazioni precise e dirvi a chi spetta l'intervento.

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