
I Sette Savi di Fausto Melotti
Ora sono nei Chiostri del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano
I Sette Savi di Fausto Melotti sono un gruppo scultoreo di grande fascino che è stato portato nei Chiostri del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano nel giardino del primo Chiostro dell'edificio Monumentale. Le sculture saranno esposte a partire da venerdì 29 ottobre.
Il progetto rientra nel finanziamento erogato da Regione Lombardia al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia nell'ambito delle politiche regionali in materia culturale che ha visto la realizzazione di numerosi interventi tra cui l'apertura al pubblico delle Collezioni di Studio, la valorizzazione dei Chiostri e dei Giardini dell'Edificio Monumentale, arricchita ora dall'installazione de 'I Sette Savi' di Fausto Melotti, artista, scrittore e teorico, rappresentante di spicco della scena culturale del Novecento italiano e milanese.
A sessant'anni dalla loro realizzazione, e a trentacinque dalla scomparsa del grande artista roveretano (del quale ricorrono i 120 anni dalla nascita), quest'opera monumentale torna a nuova vita, dopo un lungo e travagliato peregrinare. A rendere omaggio al grande artista è la sua Milano, mentre la Rovereto dove è nato sembra averlo totalmente dimenticato. Non solo non lo ha ricordato a 120 anni dalla nascita, ma ha persino chiuso l'unico spazio che era nato per ospitare una permanente nel silenzio generale di una città capace di stracciarsi le vesti per un nonnulla e di non vedere ciò che è macroscopico (dello SPAZIO MELOTTI abbiamo scritto da tempo qui). Ma tant'è.
la presentazione del riallestimento (28.10.2021)
I ''sette savi'' sviluppano tra loro una magia che il silenzio di un chiostro saprà esaltare. Appaiono in silenziosa meditazione, creano un collegamento mistico tra terra e cielo. Ma qual è la loro storia? Quante versioni ha realizzato l'artista e con quali differenze?
Non tutti sanno che la prima versione di quest’opera risale al 1936 progettata su commissione dello studio BBPR (noto studio milanese di architettura, lo stesso che ha progettato la Torre Velasca). Le sculture infatti facevano parte dell’allestimento La sala della coerenza, creato ad hoc dallo studio per la VI edizione della Triennale di Milano. L’opera di Melotti si chiamava "Costante Uomo" ed era composta da 12 sculture in gesso con un’impronta di mano impressa sul cuore. Quest’opera però è andata quasi subito distrutta.
Per una seconda versione bisogna aspettare gli anni Sessanta, quando Melotti riconsidera l’opera limitandosi a sette figure, giocando con il misticismo numerico del sette. Le sculture sono sempre in gesso, questa volta però vengono collocate nello spazio in cerchio e non in linea retta come nel primo allestimento, accentuando così quella sensazione di laico misticismo che le ha rese famose. Questa versione appartiene oggi alla collezione del MART di Trento e Rovereto.
La terza versione è del 1961 e nasce come commissione pubblica per il Liceo Carducci di Milano. I sette Savi qui diventano di pietra, in particolare l’uso della pietra di Viggiù, porosa e delicata: già nel 1964 infatti le sculture risultano danneggiate e messe nei depositi dello stesso liceo. Solo recentemente sono state restaurate e riportate agli onori della cronaca grazie all’esposizione presso la Soglia Magica dell’aeroporto di Milano Malpensa.
L’ultima versione risale al 1981, perfezionata nella forma e nel materiale. Per questa ultima versione infatti Melotti si affida al marmo di Carrara, materiale nobile e durevole. Nemmeno l’attentato di matrice mafiosa del 1993, che distrusse totalmente il Padiglione d’Arte Contemporanea, dove furono collocati, riuscirà a danneggiarli.
Fausto Melotti oggi avrebbe 120 anni essendo nato a Rovereto l'8 giugno 1901. Morì a Milano il 22 giugno 1986. E' stato un artista completo, con una personalità estremamente poliedrica. Scultore, pittore, aforista e musicista, anche la sua formazione non è delle più canoniche: nel 1924 infatti si laurea in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Milano dopo aver studiato i primi anni presso la facoltà di fisica e matematica all’università di Pisa. Negli stessi anni si diploma in pianoforte al conservatorio e inizia a studiare scultura. Nel 1928 finalmente si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera dove studia con Adolfo Wildt insieme a Lucio Fontana.
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