Fausto Melotti ''Contrappunto'' foto: Corona Perer
Fausto Melotti ''Contrappunto'' foto: Corona Perer
Arte, Cultura & Spettacoli

Melotti, quando la musica diventa scultura

Dentro il genio tra scultura, pittura, ceramica, poesia e musica

(Corona Perer) - "Ho sempre fatto quello che ho voluto" disse il maestro nato a Rovereto, morto a Milano e sepolto a Firenze. "Non credo a fama, denaro e successo. Credo sia importante credere ad altre cose". In un'intervista concessa alla tv svizzera raccontò i rifiuti e i silenzi della critica che tuttavia non turbarono mai la sua ricerca. Racconto del suo amore per la musica, una passione che diventa scultura.

Raccontò le sue solitudini e anche la sua libertà. In un'altra concessa ad Antonia Mulas (che può essere vista fino al 25 giugno 2023 alla Fondazione Ragghianti di Lucca dove è allestita una mostra sulle sue ceramiche) svelò di essersi sempre molto vergognato delle sue opere in ceramica, produzione per nulla secondaria della sua vicenda artistica. "Ma poi vidi quelle di Picasso e potei ricredermi".

Amava la musica. Aveva studiato al conservatorio pianoforte. Suonò anche in un'orchestrina messa in piedi da Depero a Rovereto e - certo - allora  non sapeva nè che sarebbe diventato un grande artista nè che sarebbe diventato lo zio di un grande pianista, quel Maurizio Pollini tuttora sui palcoscenici più prestigiosi al mondo.

La musica era la sua grande passione e fonte inesauribile di ispirazione per Melotti (amava Bach). L'altra passione di Melotti era la mitologia greca, che emerge nelle sue Kore. Era potente il fascino evocativo che le donne-micenee esercitavano nella sua estetica.

Ma non era un artista su cieli empirei benchè la sua arte prenda forme che conducono all'Assoluto. Lui guardava la vita e la raccontava nei suoi bestiari, nei teatrini, nei carretti di bambini. Osservava.
"Quando guardo un albero vedo anche tutto quello che lo abita. Gli insetti ad esempio, impegnati in una continua lotta tra loro per la sopravvivenza. Ed è così anche nella vita" afferma in un passaggio molto emozionante.

Per comprendere anche la solitudine di un genio, di cruciale importanza è l'ascolto delle parole dell'artista nella videointervista alla tv svizzera che consente di capire il suo rapporto con la materia  e le sue riflessioni sulla dignità dell'opera d'arte. Fausto Melotti, da libero pensatore e intellettuale, spostava il problema spiegando di fatto cosa è l'astrattismo:

"La dignità è nell'arte in sè e l'arte non ha bisogno di materia. La materia è fandonia, nasconde le manchevolezze dell'opera; non è la materia che fa l'opera d'arte" disse Melotti. "Uso il metallo perchè col metallo posso disegnare nello spazio e delimitare spazi armonici". E in Melotti il disegno è povero e potente.

 

Essere rifiutato non lo scoraggiava, ma è evidente che poteva amareggiare. "Credendo molto nella famiglia, la cosa più amara è non poter dimostrare a chi ami che sei qualcheduno” afferma Melotti nell'intervista  in cui rivelò di aver dovuto ingoiare molti rospi e certo gli fece male il giudizio di Carrà “...E' intelligente ma non è scultura”.

Ma successo e fama non l'avevano mai tentato. “Questo proprio perchè non credo al tempo, che è un concetto borghese, alla fama e alla gloria, perchè sono cose che passano, importante è credere in altre cose, perciò non aggrappandosi a questo uno resta sereno”. Di conseguenza non è opera d'arte ciò che dura nel tempo.

L'estetica di Melotti si basava  su tre pilastri: l'opera d'arte deve esprimere un concetto di sintesi, avere senso musicale e portare una invenzione plastica. L'artista deve innovare e “dire no ad una stanca e inutile ripetizione del passato...”

Ecco quindi che il fascino esercitato su di lui dagli inventori dell'arte astratta, Klee Mirò e Kandiskji, è fortissimo. Ed è l'amicizia con Lucio Fontana e Carlo Belli a scaldargli il cuore e lenire la solitudine tipica del genio.

Corona Perer, marzo 2023


**

Le mostre dedicate all'artita
PINEROLO "Fausto Melotti, Quando la musica diventa scultura"
2017 - Fondazione Cosso di Pinerolo celebra l'artista trentino

(2017) - In Piemonte la Fondazione Cosso di Pinerolo ha celebrato i suoi primi 10 anni di ricerca spesi a far dialogare le arti figurative e la musica e gli ha dedicato una splendida mostra nel novembre 2017 per raccontare questo legame. "Fausto Melotti, Quando la musica diventa scultura", curata da Francesco Poli e da Paolo Repetto aveva presentato 80 opere (30 sculture, dipinti su carta e su gesso, ceramiche) che collocano l'arte di Melotti nel contesto a lui contemporaneo dominato da artisti da lui amati o di cui è stato amico, tra cui Arturo Martini, Fortunato Depero, Paul Klee, Vassili Kandinskij, Alexander Calder, Lucio Fontana, Osvaldo Licini.

Sintesi, musica e invenzione sono state ben raccontate in mostra da opere di grande genio: i tenerissimi sposi, l'ironica vacca lunatica, la metafisica interpretazione dell'Universo, il movimento dell'entrata delle Valchirie, la musica di “contrappunto”,  il vento in "aprile" percepito nella sua ombra prima ancora che dalla materia. Tra leggerezza, fluidità e linee essenziali, Melotti disegna l'idea e fornisce al concetto una dimensione plastica con passo lieve ed elegante.  

Per realizzare l'esposizione (chiusa il 25 febbraio 2018 dopo una proroga) la Fondazione si era rivolta anche al Mart di Rovereto. Dopo una iniziale disponibilità, la risposta è stata un sorprendente "non possiamo prestare opere". Un peccato e insieme una fortuna: infatti la mostra omaggio piemontese ha presentato un Melotti per lo più sconosciuto ovvero le opere dei collezionisti privati, che raramente vengono prestate e in alcuni casi non sono mai uscite dalle stanze dove abitualmente dimorano.

Il sapiente allestimento voluto da Paola Eynard direttrice di Fondazione Cosso ha  permesso un approccio totale, fatto non solo di luci e musica, ma anche (e soprattutto) di ombre, grazie a minuscoli led luminosi. In "Contrappunto"  scorrendo davanti all'opera, permettevano di proiettare sul muro le ombre prodotte da quel pentagramma interno che Melotti "sentiva" e quindi scolpiva.
Musica, musica pura che si manifestava non nella materia, ma nella sua ombra. Geniale.

www.fondazionecosso.it


Autore: Corona Perer

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Gallery

Commenti (0)