Arte, Cultura & Spettacoli

L'avventura dell'arte nuova: anni 60-80

Cioni Carpi e Gianni Melotti, due avanguardie alla Fondazione Ragghianti

La Fondazione Ragghianti di Lucca propone due mostre contemporanee che intendono indagare il periodo di grande fermento nell’arte italiana degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta del Novecento, attraverso le figure di Cioni Carpi e Gianni Melotti, artisti poliedrici molto attivi rispettivamente a Milano e a Firenze, che rappresentano la sperimentazione dell’arte italiana e gli esiti spesso sorprendenti che presero corpo.

Si tratta di due mostre, ma di un unico progetto. Quella dedicata a Cioni Carpi, nome d’arte di Eugenio Carpi de’ Resmini (Milano, 1923-2011), è a cura di Angela Madesani. Figlio di Aldo Carpi, pittore e storico direttore dell’Accademia di Brera, fratello di Fiorenzo, noto musicista, e di Pinin, scrittore e illustratore per l’infanzia, Cioni è personaggio complesso. Iinizia a dedicarsi alla pittura negli anni Cinquanta a Parigi; da qui si trasferisce ad Haiti, poi a New York e quindi in Canada, dove vive fino alla metà dei Sessanta, quando torna definitivamente a Milano. Negli Stati Uniti conosce Maya Deren, regista statunitense di origine ucraina, che lo spinge verso la sperimentazione cinematografica, ambito nel quale Cioni Carpi eccellerà. Dal 1959 al 1980 realizza numerosi film d’artista, oggi conservati in importanti archivi, fra i quali quello del MoMA di New York.

Cinema, pittura, teatro, fotografia sono i campi in cui si dispiega la sua creatività. La mostra alla Fondazione Ragghianti di Lucca comprende il percorso artistico dal 1960 agli anni Ottanta. Di particolare importanza le 9 opere di proprietà della Collezione Panza di Biumo, una serie di fotografie e composizioni di immagini e disegni che rendono appieno la multiforme poetica e la statura intellettuale dell’artista. > leggi la nostra recensione )

La seconda mostra, a cura di Paolo Emilio Antognoli, presenta i risultati di una ricerca storica e archivistica, ancora inedita, riguardante l’opera di Gianni Melotti (Firenze, 1953) 'colto' nel suo primo decennio di attività, dal 1974 al 1984, nel suo sviluppo storico-artistico e nei rapporti di amicizia e collaborazione con artisti del periodo, tra i quali Bill Viola, legati alla sua esperienza nello studio dedito alla produzione di videotapes. Una consistente collezione di queste fotografie è oggi conservata all’ASAC della Biennale di Venezia.

Fondazione Ragghianti vuole così documentare lo sviluppo dei primi dieci anni di attività del lavoro artistico di Melotti, dalle sperimentazioni senza uso della macchina fotografica in bianco e nero alle opere tridimensionali, realizzate con materiali cibachrome su tessuti decorati.

Sono esposti una trentina di lavori di Melotti. E' fotografia concettuale. Tra le realizzazioni emblematiche del percorso di Melotti si ricordano: 9,30/10,30, opera d’esordio del 1975; Gli angoli della Biennale (1976), serie di fotografie dedicate a Pier Luigi Tazzi riferite ai Corners Portraits di Irving Penn. Ma conquista per la sua intensità ''L'iconografia e l'iconoclasta" nove fotografie ai sali d'argento del 1977 (> leggi la nostra recensione).

La mostra è aperta dal 3 ottobre 2020 al 6 gennaio 2021 ed è occasione per conoscere due artisti della fotografia italiana di spessore e grande interesse.
Orari e info > qui

 

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L’avventura dell’arte nuova | anni 60-80
Cioni Carpi | Gianni Melotti

Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Lucca, Complesso monumentale di San Micheletto
3 ottobre 2020 – 6 gennaio 2021

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