Arte, Cultura & Spettacoli

Otto Hofmann alla Fondazione Ragghianti

Lucca - Omaggio ad un artista europeo. ''Dal Bauhaus all'Italia''

(Lucca, 2 maggio 2024 - testo e foto di Corona Perer) - Opere che profumano di musica, di segni ancestrali, di scrittura e linguaggi cifrati, di sogno e tragica realtà.

Fondazione Ragghianti a Lucca rende omaggio a "Otto Hofmann artista europeo. Dal Bauhaus all’Italia". Il focus è sull’astrattismo, attraverso le opere di un artista che ha attraversato il Novecento. L’esposizione, allestita nelle sale del Complesso monumentale di San Micheletto e visitabile dal 3 maggio al 14 luglio è la prima dedicata a Otto Hofmann nel nostro Paese da circa quindici anni (l'ultima fu a Palazzo Ducale di Genova), e ne documenta tutta l’attività artistica, includendo numerose opere inedite.

foto c.perer

 

Tra le 126 opere esposte ci sono anche lavori inediti. Emerge non solo un secolo, con le sue tragedie, ma anche ...una vita e una tragedia personale. Otto Hofmann nato ad Essen nel 1907 e morto a Pompeiana, in Liguria (nel 1996), ebbe infatti uno strano destino: una formazione eccellente accanto a maestri di prima grandezza quali Klee e Kandinskij, e una coscienza politica lacerante perchè andava contro l'ascesa del regime di Hitler. La sua prima moglie era ebrea e in pieno nazismo furono costretti a fuggire. Ancor più tragico per lui essere omonimo proprio di un gerarca nazista: stesso nome, stesso cognome.

Arruolato forzatamente nelle truppe della Wehrmacht, fu inviato in Russia, dove restò prigioniero fino al 1946. Ma lui amava la Russia, non la percepiva come un paese nemico. La dipinge, la ritrae in toccanti fotografie (una stanza della mostra è dedicata alle stampe vintage dalla Russia). Questo difficile periodo (1940-1946) è rappresentato da una serie di preziosi acquerelli, in buona parte inediti, eseguiti sulle lettere inviate alla moglie e agli amici.

«Molte e preziose sono le testimonianze inedite del periodo che Hofmann trascorse in prigionia - spiega Giovanni Battista Martini, co-curatore della mostra e dell'Archivio Hoffman. Ha conosciuto l'artista e collaborato con lui per numerose esposizioni. Ci indica gli acquerelli inediti caratterizzati da un’inaspettata esplosione di colore. «Oltre al significato di documentazione storica e al contenuto estetico, portano alla luce l’aspetto più profondamente umano dell’artista».

''Studiare la figura di Hofmann fornisce l’occasione per parlare di quello straordinario laboratorio della modernità che fu il Bauhaus'' spiega Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti e co-curatore della mostra.
Bolpagni sottolinea la libertà creativa ''assoluta'' del suo astrattismo. "Mai dogmatico, risponde alla regola aurea della necessità interiore e per questo non teme di aggiungere elementi figurativi che rendono la sua arte molto originale''.

Anche dalla testimonianza della moglie Marianne si percepisce l'amore e la passione per l'arte, per lui una vera pulsione catartica e l'ispirazione che trasse dai paesaggi mediterranei del litorale ligure. Della vecchia casa situata tra Imperia e Sanremo, senza terreno ma con terrazzo aperto sul mare, si innamorò subito.

"Fu un uomo che ha dovuto cominciare da zero molto volte. Quando arrivammo in Liguria era felice di aver trovato la luce giusta per i suoi quadri - racconta Marianne Hofmann. ''La casa era su una collinetta a 200 metri dal mare, lui si alzava presto alle 5 e andava a respirare l'aria del mattino. Mi disse più volte che quelli erano gli anni più belli della sua vita. Avevamo anche un cane, molto intelligente: lo chiamò Lux. Strano destino anche il suo: il suo padrone era un rabbino ebreo che precipitiosamente aveva dovuto lasciare Berlino e lasciò a Otto la sua libreria e il cane''.

 

La mostra di Lucca (bellissimo l'allestimento), è articolata in 4 sezioni: Bauhaus, Russia, Dopoguerra e Pompeiana. Si apre proprio con le opere realizzate al Bauhaus, dove Hofmann fu allievo di Klee, Kandinskij, Albers, Schlemmer, Schmidt, Meyer e Scheper, e dove, nel 1930, ancora allievo, fu allestita una sua personale di dipinti e disegni.

Tra i documenti anche autentiche rarità: i quaderni illustrati di Hofmann delle lezioni tenute da Klee e Kandinskij tra il 1928 e il 1930, e una documentazione in anastatica della corrispondenza con i suoi maestri. C'è anche il diploma vergato dallo stesso Kandinskij, attestato che conseguì nella scuola fondata da Gropius il 9 luglio 1931.

Sono inoltre esposte sia le opere realizzate nell’immediato dopoguerra al suo ritorno in Turingia dalla Russia, in un clima di sofferenza a causa delle crescenti divergenze di ordine politico con la nuova classe dirigente comunista, sia quelle eseguite quando riprese la carriera di pittore, ceramista, designer e insegnante di accademia, alternando lunghi soggiorni in Belgio, Francia e Italia. È anche possibile osservare la sua attività nel campo della grafica tramite xilografie e litografie realizzate nella seconda metà degli anni Quaranta.

In una teca di straordinario impatto sono esposte le ceramiche realizzate negli anni '60 in pieno stile Bauhaus.

foto c.perer
 

Ampio spazio è dedicato alle opere eseguite nei migliori anni della sua vita: il soggiorno ventennale di Hofmann a Pompeiana, in Liguria, con la seconda moglie Marianne, presente all'inaugurazione. Pompeiana rappresenta il buen retiro, gli anni della maturità artistica, della raggiunta serenità. Nella quiete dell’entroterra ligure prendono corpo i suoi capolavori e fino alla fine sarà sempre attratto dalla continua ricerca di tecniche artistiche differenti. Le opere di quel periodo, pur sempre astrattiste, sono ispirate dalla luce del paesaggio ligure.

In occasione della mostra realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Luca e il supporto di Banco BPM, è stato pubblicato anche un catalogo in italiano (Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte) contenente le riproduzioni di tutte le opere esposte, immagini di fotografie, documenti, i testi dei curatori e un contributo della critica e storica dell’arte Chiara Gatti.
(cperer)
 

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Dal 3 maggio al 14 luglio 2024
Fondazione Ragghianti
Via San Micheletto, 3 - Lucca

a cura di Paolo Bolpagni e Giovanni Battista Martini


Autore: Corona Perer

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