Arte, Cultura & Spettacoli

Otto Hofmann alla Fondazione Ragghianti

Lucca - Omaggio a Otto Hofmann artista europeo. ''Dal Bauhaus all'Italia''

Lucca, 03 aprile 2024 - Fondazione Ragghianti rende omaggio a "Otto Hofmann artista europeo. Dal Bauhaus all’Italia". E' una l’opportunità unica di approfondire l’astrattismo e il Bauhaus attraverso le opere di un artista la cui vicenda ha percorso buona parte del Novecento. A distanza di quindici anni dall’ultima esposizione su Hofmann in Italia, la mostra presenta molti lavori inediti

La Fondazione presenta una retrospettiva dedicata all’artista tedesco Otto Hofmann (Essen, 1907 - Pompeiana, 1996), visitabile dal 3 maggio al 14 luglio nelle sale del Complesso monumentale di San Micheletto a Lucca.

L’esposizione, a cura di Paolo Bolpagni e Giovanni Battista Martini, è la prima dedicata a Otto Hofmann nel nostro Paese da circa quindici anni, e ne documenta tutta l’attività artistica, includendo numerose opere inedite.

«E' un artista a cui da circa quindici anni non era dedicata una mostra nel nostro Paese, e che consente di approfondire le caratteristiche dell’astrattismo, che, come scriveva Kandinskij, “è la più difficile tra tutte le arti”» spiega Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti e co-curatore della mostra. «Studiare la figura di Hofmann fornisce inoltre l’occasione di parlare di quello straordinario laboratorio della modernità che fu il Bauhaus. Nell’ottica di studio e approfondimento che da sempre contraddistingue la Fondazione Ragghianti, saranno esposte numerose opere e documenti inediti, in particolare relativi al periodo in cui frequentò il Bauhaus, come i suoi quaderni di appunti delle lezioni di Kandinskij e Klee, e il rarissimo diploma, oggetti di studio di grande valore».
 

 

La mostra nata con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, si apre con le opere realizzate al Bauhaus, dove Hofmann fu allievo di Klee, Kandinskij, Albers, Schlemmer, Schmidt, Meyer e Scheper, e dove, nel 1930, fu allestita una sua personale di dipinti e disegni. Inoltre, saranno esposti in mostra – vera rarità – i quaderni illustrati di Hofmann delle lezioni tenute da Klee e Kandinskij tra il1928 e il 1930, e una documentazione in anastatica delle corrispondenze dei suoi maestri e del diploma che conseguì nella scuola fondata da Gropius.

Arruolato forzatamente nelle truppe della Wehrmacht, Hofmann fu inviato in Russia, dove restò poi prigioniero fino al 1946. Questo difficile periodo (1940-1946) è rappresentato con una serie di preziosi acquerelli, in buona parte inediti, eseguiti sulle lettere inviate alla moglie e agli amici, e con una serie di toccanti fotografie.

Sono inoltre esposte sia le opere realizzate nell’immediato dopoguerra al suo ritorno in Turingia dalla Russia, in un clima di sofferenza a causa delle crescenti divergenze di ordine politico con la nuova classe dirigente comunista, sia quelle eseguite quando riprese la carriera di pittore, ceramista, designer e insegnante di accademia, alternando lunghi soggiorni in Belgio, Francia e Italia. È anche possibile osservare la sua attività nel campo della grafica tramite xilografie e litografie realizzate nella seconda metà degli anni Quaranta.

Infine, la mostra dedica ampio spazio alle opere eseguite durante il soggiorno ventennale di Hofmann a Pompeiana, nella quiete dell’entroterra ligure, dove visse i suoi ultimi anni, a conclusione di un percorso caratterizzato dalla continua ricerca di tecniche artistiche differenti. Le opere di quel periodo, pur sempre astrattiste, sono ispirate dalla luce e dal paesaggio ligure.

«Molte e preziose», aggiunge Giovanni Battista Martini, co-curatore della mostra, «anche le testimonianze inedite del periodo che Hofmann trascorse in prigionia in Russia, acquerelli caratterizzati da un’inaspettata esplosione di colore, che, oltre al significato di documentazione storica e al contenuto estetico, portano alla luce l’aspetto più profondamente umano dell’artista».

Per l’occasione è realizzato un catalogo in italiano (Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte) contenente le riproduzioni di tutte le opere esposte, immagini di fotografie, documenti, i testi dei curatori e un contributo della critica e storica dell’arte Chiara Gatti.
 

Dal 3 maggio al 14 luglio 2024
Fondazione Ragghianti - Via San Micheletto, 3 - Lucca

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''Pensiero video. Disegno e arti elettroniche''
a cura di Andreina Di Brino

20 ottobre 2023 - Quanto è ferma l’immagine sulla carta? E quanto è davvero mobile quella mediata dai dispositivi elettronici?

Fondazione Ragghianti a Lucca ha dedicato al tema la mostra “Pensiero video. Disegno e arti elettroniche”, a cura di Andreina Di Brino che, partendo dalle riflessioni di Carlo Ludovico Ragghianti sull’importanza del disegno come mezzo sostanziale del processo creativo, offre un affresco storico sul potere dinamizzante del segno, fra disegni, documentazioni, videoinstallazioni, videoambienti e proiezioni video di artisti nazionali e internazionali dalla fine degli anni Quaranta del Novecento al digitale odierno.

La mostra rivela come la pratica del disegno sia custode di una molteplicità di fattori che si mescolano, s’incontrano, si scontrano, intercettano tendenze, risvolti sociali, culturali e politici, a volte anticipando scenari ancora inesistenti.

 

«Nel primo decennio degli anni Duemila, a partire dalla mostra “Tempo sul tempo” (1999-2000), e poi con “Arte del video” (2004) e le personali dedicate a Michael Snow (2007) e a Jonas Mekas (2008), la Fondazione riservò una speciale attenzione alle espressioni estetiche veicolate tramite i nuovi media» – commenta il direttore Paolo Bolpagni. «Non era un caso, dal momento che a Carlo Ludovico Ragghianti va riconosciuto il merito d’esser stato un grande anticipatore nella valorizzazione della “Televisione come fatto artistico”, titolo di un suo memorabile saggio del 1955».

E a dirlo sono le opere di Lucio Fontana, Hans Namuth - Paul Falkenberg - Jackson Pollock, Mario Schifano, Wolf Vostell, Gianni Toti, Fabrizio Plessi, Studio Azzurro, Bill Viola, William Kentridge, Grazia Toderi, Giacomo Verde, Michele Sambin, Nalini Malani, Quayola e del “padre nobile” della sperimentazione video Nam June Paik, di cui è esposta la straordinaria “Little Italy” (1990).

Dal 21 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024 a Lucca.

 

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