Scienza, Ambiente & Salute

Urogallo, il signore dei boschi

Vive nei boschi diel Paneveggio della quale è divenuto un simbolo

Il Gallo cedrone o Urogallo è una specie rara che, scomparsa in gran parte dalle foreste delle Alpi, vive nei boschi diel Paneveggio protetta della quale ne è diventata un po' il simbolo. Rientra nell'elenco delle specie tutelate dalla normativa europea, la cosiddetta “Direttiva Uccelli” ed è anche per questo che la sua presenza all'interno dell'area protetta rappresenta una bandiera per il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino.

L'Urogallo è un rappresentante della famiglia dei tetraonidi, a cui appartengono specie perfettamente adattate al rigido clima invernale tipico degli ambienti freddi, sulle Alpi italiane essa annovera specie come il Fagiano di monte, la Pernice bianca ed il Francolino di monte. Di tutte le 18 specie di tetraonidi che vivono nel mondo, il Gallo cedrone è la specie di più grosse dimensioni. Come abitatore originario delle regioni del Nord Europa ha bisogno di boschi radi, ben strutturati ed indisturbati, con un buon grado di sviluppo della vegetazione arbustiva ed erbacea.

Maschi e femmine utilizzano nel corso dell’anno territori individuali di alcuni chilometri quadrati, così che soltanto vasti complessi forestali in continuità tra loro sono in grado di ospitare popolazioni vitali.

Nel corso degli ultimi decenni, tuttavia, sulle Alpi l’utilizzo forestale dei boschi, l’agricoltura e l’allevamento nelle zone di montagna sono cambiate radicalmente. Contemporaneamente lo sviluppo delle attività turistiche, (piste da sci, impianti, strade), hanno avuto un incremento considerevole, a tutto svantaggio del Gallo cedrone. Queste tendenze hanno portato ad un peggioramento generale della qualità degli ambienti frequentati da questa specie. Le popolazioni di Gallo cedrone sono andate così incontro ad evidenti riduzioni numeriche, accompagnate anche dalla contrazione dell’areale di distribuzione, senza tuttavia che i motivi di questa regressione siano stati pienamente compresi.

Per questa ragione il Parco ha in corso da alcuni anni una ricerca scientifica, in collaborazione con l'Università di Friburgo, su questo tetraonide, con l’obiettivo di conoscere meglio le sue esigenze ecologiche.

Nel 2016 si stimava una popolazione  di 300-400 esemplari, con circa 200 femmine riproduttive. Il problema è che la specie ha un successo riproduttivo molto basso, in media 0,75 nuovi nati ogni 5-6 uova, anche se in compenso gli animali vivono piuttosto a lungo.

E non dimentichiamolo: può essere aggressivo. Le minacce vere alla sua sopravvivenza derivano però da altri fattori, quali la presenza di strade forestali e impianti di risalita, ma anche il cambiamento climatico e la crescita  dei predatori come orsi e lupi.
 

Info: www.parcopan.org     

 

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