fotoservizio Marina Cioccoloni
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Viaggi & Reportages

Viaggio in Vietnam - di Mariella Morosi

Dopo gli anni di guerra la scommessa sul turismo

(Hanoi, Mariella Morosi) - Ancora oggi basta la parola Vietnam a evocare quei bollettini di morte che dal Sud Est Asiatico si diffusero in tutto il mondo causando orrore, ma anche contestazioni e la nascita di movimenti pacifisti che segnarono almeno due generazioni. 

L'obiettivo dell'unità della nazione prima divisa in nord e sud,  fu raggiunto nel 1975 con una guerra di popolo che fu in grado di battere la più grande potenza militare del mondo, gli Stati Uniti.

 

Pochi anni dopo, la scommessa della nuova Repubblica Socialista del Vietnam per far entrare il Paese nella modernità aveva coinvolto l'ex nemico impegnato a medicare le ferite della guerra insieme alla solidarietà internazionale. Tuttavia i problemi sono ancora tanti e i retaggi negativi della lunga stagione della divisione continuano a gravare sulla società. Solo il sospetto di un nonno collaborazionista può pesare sulla ricerca di lavoro di un giovane. Ma tutti hanno voglia di dimenticare e spesso le domande a tema dei visitatori non trovano risposta.

Nel paese si guarda avanti e la trasformazione è in atto grazie anche alla presenza economica crescente  dei paesi dell'Occidente e del gigante cinese. La chiave di tutto è il turismo, ma con un'accelerazione che rischia di cementificare le spiagge più belle e i luoghi storici.

 

Fioriscono i cantieri, i grattacieli e in campi da golf in contrasto con i villaggi rurali e le distese di risaie dove ancora si lavora con i bufali d'acqua. Forse è una ragione in più per visitare questo Paese allineato lungo il Mar Cinese Meridionale e che confina con la Cina,il Laos e la Cambogia. Il contrasto talvolta è stridente ma resiste la bellezza, e da vedere c'è ancora tanto, da Hanoi a Ho Chi Min, l'ex Saigon, ma che tutti continuano a chiamare col vecchio nome. 

Hanoi è una città in fermento, attivissima anche nelle microeconomie: basta una bicicletta con ceste di frutta e verdura per fare commercio o una vecchia carrozzina per bambini attrezzata con bottiglie per fare un bar 24h. Si mangia a tutte le ore, accoccolati su bassi sgabelli sui marciapiedi, ma sono tanti anche i ristoranti e i fast food.

Tappa d'obbligo è il Mausoleo di Ho Chi Minh, dove lo " zio Ho" l' eroe che ha guidato il Vietnam verso l'indipendenza e l'unificazione,  dorme nella sua teca di cristallo. Una volta l'anno il suo corpo imbalsamato viene portato dagli specialisti di Mosca per un restyling.

Tappe d'obbligo sono la Pagoda a un solo pilastro, Thang Long, la cittadella imperiale dell'XI secolo per 13 secoli la capitale del regno del Dai-Co-Viet, il Lago della Spada Restituita, e il Tempio della Montagna di Giada.

Il luogo più famoso, patrimonio Unesco, è la baia di Ha Long con 2 mila isolette calcaree a cono che spuntano dal mare, con grotte da visitare in kajak. Luogo di fede per i cattolici è la chiesa di La Vang dove nel 1798 apparve la Vergine Maria.

Tra i luoghi evocativi della guerra c'è il 17.mo parallelo, zona demilitarizzata di separazione tra il nord e il sud e la città imperiale di Hue, bombardata e ricostruita nei dettagli, altro sito Unesco come le Tombe Imperiali. Danang, la città dalle belle spiagge ha un importante Museo Archeologico con 300 sculture Cham dell'antica cultura Khmer.

L'acqua è la linfa vitale del Vietnam: del mare, dei fiumi e delle paludi. Spettacolare è l'immensa area del Delta del Mekong, il "fiume dei 9 draghi",  in cui la terra si confonde con l'acqua con una straordinaria ricchezza biologica, animale e vegetale. Qui si nasce e si muore su barche di bambu e in case su palafitte, spesso attrezzate con piccoli orti  e pollai.

Ho Chi Minh è la città più grande del Vietnam, moderna e centro di commerci. Da visitare la Pagoda Xa Loi,  centrale del buddismo con le colossali statue,  la Basilica cattolica di Notre Dame del periodo del protettorato francese,   il Palazzo dell'indipendenza e l'Ufficio postale centrale. Ma  c'è un luogo simbolo - ed eccoci ancora al passato- in cui entrare e riflettere, e non solo per i vietnamiti. E' il Museo dei Residuati Bellici, ma forse il suo nome è riduttivo. Sì, l'atrio è pieno di aerei, di missili, di ogive di bombe, di carri armati catturati al nemico, ma è dentro che l'emozione aggredisce anche il visitatore più razionale. La "pietas" è per tutti, per il popolo colpito e per gli "aggressori", giovani americani mandati a morire.

Video e foto mostrano immagini di stragi di innocenti civili, ma anche quelle di marines morenti immersi nelle paludi con le loro armi inutili, e quelle dei 30 reporter - tra loro anche Robert Capa- morti per testimoniare l'orrore di una guerra senza fine. E' documentato anche lo sforzo eroico dei vietnamiti, compresi donne e bambini, nei villaggi e lungo il Sentiero di Ho Chi Minh, la rete funzionale di collegamento della resistenza tra nord e sud,  tra foreste e passaggi sotterranei scavati nella roccia, come testimoniano gli angusti cunicoli Cu Chi.

E' un viaggio speciale, quello in Vietnam, ma l'accoglienza in tutte le strutture alberghiere è confortevole,  i costi sono convenienti per i nostri standard e la sua gente è sempre ben disposta verso il turista.

Sconsigliato il turismo fai-da-te per la mancanza di infrastrutture capillari, ma i tour operators sanno fare al meglio il loro lavoro.

 

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Autore: Mariella Morosi

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