Arte, Cultura & Spettacoli

Roma, Nascita di una Capitale

A Palazzo Braschi per i 150 anni di Roma capitale

di Mariella Morosi - Il primo importante evento della Capitale che si riapre finalmente alla cultura è la mostra "Roma. Nascita di una Capitale" allestita a Palazzo Braschi in occasione delle celebrazione dei 150 anni di Roma Capitale.

Fino al 26 settembre racconta i grandi eventi storici e urbanistici che hanno segnato la Terza Roma, che segue a quella dei Cesari e dei Papi. Lo fa  in un rapporto costante con la realtà quotidiana vissuta dai suoi cittadini, offrendo una rilettura dei fatti di quegli anni senza trascurare neppure la cronaca minuta.

Il  percorso espositivo si svolge in un arco temporale che va dalla Breccia di Porta Pia alla Prima Guerra Mondiale ed è articolato in nuclei tematici raccontati attraverso episodi emblematici che illustrano gli eventi storici, le trasformazioni urbanistiche e le nuove architetture ma sempre in dialogo con i mutamenti socio-culturali.

La mostra accoglie circa 600 fra opere d’arte,  documenti e  materiali vari, provenienti dall’Archivio Storico Capitolino, dai quotidiani e dai periodici, oltre a manifesti pubblicitari, fotografie e modelli appartenenti ai musei di Roma Capitale e alle numerose raccolte pubbliche e private che hanno accettato di contribuire con i loro prestiti.

Non mancano rare immagini cinematografiche d'epoca, come uno straordinario filmato del 1920 su Roma vista dal cielo, girato a bordo di una mongolfiera. Altre pellicole descrivono la città nel passaggio tra Otto e Novecento e, a conclusione del percorso, mostrano i festeggiamenti della popolazione per la fine del primo conflitto mondiale.

Un prezioso contributo è dato da 70 fotografie di straordinaria qualità realizzate dal conte Giuseppe Primoli tra 1888 e 1903, che al valore documentario uniscono quasi un carattere di reportage ante-litteram.

La mostra, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali - come è stato ribadito alla presentazione-  non vuole essere soltanto celebrativa in senso tradizionale per i 150 anni di Roma Capitale, ma intende presentare  insieme ai grandi eventi il cambiamento che questi hanno  prodotto nella vita delle persone.

Apre il percorso il grande quadro di Michele Cammarano "La Breccia di Porta Pia," a cui fanno da contrappunto alcuni fotogrammi del film  “La presa di Roma” (1905) di Filoteo Alberini. Molti altri dipinti ( (Bartolena, Ademollo, Tranzi) e fotografie originali ricostruiscono l’evento. Ai ritratti in pittura e scultura dei protagonisti (Cavour, Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele) si alternano opere e documenti celebrativi del Plebiscito, di carattere ufficiale e popolare (Luigi Riva, Plebiscito a Roma, Vincenzo Giovannini, Il tricolore agli Orti Farnesiani). Numerose sono le rappresentazioni planimetriche del territorio urbano e non mancano le testimonianze sulla condizioni di vita dei cittadini.

Un grande dipinto di Federico Zandomeneghi mostra i poveri in attesa di elemosina sui gradini della chiesa di San Gregorio al Celio. 

Uno spazio di rilievo è dedicato ad illustrare la stretta relazione esistente fra Roma e il Tevere. Il suo fiume, via di comunicazione e luogo di scambi commerciali e di svago, è vissuto dagli abitanti anche come costante pericolo legato alle frequentissime e distruttive piene. Le opere esposte (plastico del Porto di Ripetta, dipinti, fotografie e   planimetrie) testimoniano l’ambivalenza e la convivenza tra i due aspetti.

Il visitatore poi ripercorre le trasformazioni urbanistiche attraverso l’esposizione di modelli, progetti architettonici e bozzetti decorativi degli edifici più significativi costruiti in quegli anni con una ricca documentazione d’archivio sulla storia delle demolizioni (apertura delle grandi strade come via Nazionale e Corso  Vittorio Emanuele) e della realizzazione dei monumenti più rappresentativi ed emblematici dell’epopea risorgimentale (Palazzo del Parlamento, Palazzo di Giustizia, Vittoriano).
Accompagnati da frasi di scrittori e intellettuali che hanno riflettuto sugli eventi relativi alla distruzione/costruzione della città (Gabriele D’Annunzio, Ermanno Grimm, Émile Zola), questi grandi cambiamenti mostrano anche la febbrile attività dei cantieri edili, che apriranno lo sguardo  anche su nuove tematiche sociali e politiche, dalla  presenza operaia e proletaria alla nascita del socialismo, come si può vedere dai tanti manifesti della Collezione Salce in mostra.

Tra i temi evidenziati anche la nascita di nuovi quartieri, la trasformazione del Ghetto e la costruzione della Sinagoga: temi che saranno approfonditi in autunno al Museo Ebraico che organizzerà in autunno una mostra dal titolo "1848-1871. Gli ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione".

Con l’elezione di Ernesto Nathan a Sindaco di Roma si assiste a una modernizzazione senza precedenti della Capitale (diffusione dell’istruzione,sanità pubblica, pianificazione urbana, infrastrutture, trasporti, illuminazione pubblica) ma si realizzano anche progetti legati allla scuola come l'apertura di sedi nell'Agro Romano destinate ai figli dei contadini e l'apertura di Case per Bambini di Maria Montessori.

Con la Grande Esposizione del Cinquantenario dellUnità d'Italia del 1911 si vuole dare anche un'immagine internazionale alla città. La Sala dedicata alla Prima Guerra Mondiale con tutti i suoi stravolgimenti politici e sociali conclude il percorso espositivo della mostra. Vengono proiettati alcune scene del film "Gloria" con immagini del conflitto e di manifestazioni interventiste. Una lettura di Gabriele d'Annunzio  incita all'entrata in guerra così come alcuni dipinti di Giacomo Balla. "L'ultima veglia" di Edoardo Gioia rappresenta invece con efficace sintesi il ritorno della desiderata pace.

 

Per Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali, la sede di questa mostra non poteva che essere Palazzo Braschi, acquistato nel 1871 dallo Stato come sede governativa, affacciato da un lato su piazza Navona, straordinaria sintesi della continuità nel riuso fra la città antica e quella papale, e dall’altro sull’arteria umbertina di corso Vittorio Emanuele II, uno dei primi interventi urbanistici della terza Roma. In questo luogo emblematico è ambientata un’esposizione che non è solo d’arte e nemmeno solo di storia.

Flavia Pesci, Federica Pirani e Gloria Raimondi hanno curato la mostra, insieme ad un comitato scientifico presieduto da Vittorio Vidotto, di cui fanno parte Maria Vittoria Marini Clarelli, Bruno Tobia, Elisabetta Pallottino, Federica Pirani, Gloria Raimondi, Nicoletta Cardano, Rita Volpe.

Per Vittorio Vidotto il 1870 e il 1915 sono le date che segnano l’inizio e il completamento del percorso che, dalla presa di Porta Pia all’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, vede Roma trasformarsi e confermarsi nel ruolo, politico e simbolico, di capitale dello Stato italiano. "Roma si afferma come la sola città d’Italia che non abbia memorie esclusivamente municipali: tutta la sua storia di Roma dai Cesari in poi è la storia di una città la cui importanza si estende infinitamente al di là del suo territorio" spiega Vidotto.

L'organizzazione è di Zètema Progetto Cultura. Per informazioni sugli ingressi e acquisto biglietti telefonare al numero 06-0606

www.museiincomuneroma.it

 


Autore: Mariella Morosi

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