foto by MUSE Trento
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Scienza, Ambiente & Salute

Una rondine a primavera

Anche se meno numerose di un tempo, le rondini sono tornate

marzo 2024 - Anche se meno numerose di un tempo, le rondini sono tornate ad animare i cieli con i loro voli rapidi e acrobatici. Dopo aver trascorso i mesi invernali nei Paesi dell’Africa equatoriale, a primavera sono pronte a risistemare i loro nidi e dar così avvio alla stagione riproduttiva.

La rondine Hirundo rustica è uno dei più noti uccelli migratori. Tra il 1980 e il 2021 ha subito un declino del 19%. Fattori come l'uso di insetticidi e poi il degrado degli habitat nell'Africa sub-sahariana, la ridotta disponibilità di siti di nidificazione in Europa e il generalizzato calo degli insetti stanno infatti influenzando negativamente la sua riproduzione e sopravvivenza. La rondine è una specie che - da tempo - attraversa una difficile fase di declino in tutte le sue popolazioni. A livello Europeo si stima una perdita del 25% in poco più di 10 anni.

Ci sono rondini che però non partono e si sono accasate nelle stalle, notoriamente più calde d'inverno. Uno studio ha rilevato che la loro presenza fa bene! Determinante il  loro “ruolo” negli allevamenti bovini. Una ricerca del Muse nelle stalle della Val di Non, in Trentino, ha determinato che la loro presenza incide sul tasso di attività delle mosche, loro potenziali prede e portatrici di diversi patogeni e stress per il bestiame allevato. 

L’abbondanza di rondini e mosche è stata misurata per 16 settimane in nove diversi allevamenti in Val di Non, in Trentino, occupati o meno da rondini nidificanti. Da aprile ad agosto 2022, sono stati raccolti dati settimanali sul tasso di attività delle mosche e sulla presenza di rondini, sulle dimensioni della covata, sul numero e sull'età dei pulcini. I tasso di attività delle mosche aumenta con la temperatura e nel corso della stagione; tuttavia, tale incremento appare molto meno marcato in presenza di rondini e ulteriormente limitato quando le rondini sono relativamente abbondanti.


A una temperatura di 22° bastano 25 rondini per ridurre di oltre il 60% il tasso di attività delle mosche rispetto a quello che si avrebbe in una stalla senza rondini.

“La collaborazione degli allevatori trentini coinvolti nel progetto è stata fondamentale - commenta Alberto Bertocchi della Lipu di Trento. – Grazie alla collaborazione dell'Unità Operativa di Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria del Trentino, siamo anche riusciti a formulare un protocollo da seguire all’interno delle stalle con i nidi di rondine, in modo da consentirne la presenza senza che essa crei “intralci”, ponendo le basi per la loro tutela e per far sì che gli allevatori possano beneficiare del loro prezioso contributo”.

Francesca Roseo, leading author dell’articolo insieme a Marco Salvatori, entrambi ricercatori al MUSE – Museo delle Scienze di Trento sottolineano che questo studio è stato voluto da MUSE, Lipu e Università di Milano, perché il calo di questa specie carismatica e di tanti altri uccelli insettivori meno noti è davvero preoccupante.
“Rondini e agricoltori possono essere alleati gli uni degli altri”, aggiunge Mattia Brambilla, ecologo presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. "La conservazione di questi animali porta benefici anche ad allevatori e consumatori, e ci ricorda che abbiamo bisogno di ecosistemi ‘sani’ e funzionanti''.
Federica Luoni, responsabile agricoltura per la Lipu, ricorda che “Il drammatico calo degli uccelli degli ambienti agricoli, in atto in Italia e in Europa, è una delle principali urgenze a livello di conservazione. Abbiamo bisogno degli uccelli e della biodiversità nelle nostre campagne!

Per nulla spaventata dalla vicinanza con l’uomo, la rondine è un uccello estremamente facile da riconoscere e osservare: lunga coda biforcuta, ventre bianco crema, fronte e sottogola rosso mattone e un collarino a mo’ di bavaglio sulla stessa tonalità blu scuro del piumaggio del dorso. I loro nidi possono essere collocati sulle case, sui tetti di stalle, edifici di campagna, ponti e garage e consistono in una coppa in fango e paglia, minuziosamente allestita in due settimane di lavoro.

 

 

La diminuzione delle rondini non ha risparmiato nemmeno il territorio della provincia di Trento – spiega Paolo Pedrini, ornitologo. “Nella nostra provincia il quadro conoscitivo sulla sua distribuzione non è del tutto completo. Oltre ad alcuni siti storici, noti ai ricercatori, è facile immaginare che molti altri nidi siano sparsi in Trentino. È proprio per questo motivo che è importante attivare una rete capillare di osservazione, che possa rilevare la loro presenza sul territorio. Un’operazione che grazie al contributo della popolazione può diventare davvero importante”.

Il MUSE - Museo delle Scienze di Trento e la LIPU Sezione di Trento invitano cittadine e cittadini a partecipare attivamente al censimento delle colonie, segnalando l’avvistamento di rondini nei pressi dei nidi, per aggiornare le informazioni disponibili, conoscere meglio la distribuzione dei siti di nidificazione e documentare le possibili minacce per la loro conservazione.

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