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La legge del mare

Accoglienza e Azioni Umanitarie: ecco cosa dice il codice di Navigazione

''L’assistenza a nave o ad aeromobile in mare o in acque interne, i quali siano in pericolo di perdersi, è obbligatoria, in quanto possibile senza grave rischio della nave soccorritrice, del suo equipaggio e dei suoi passeggeri, oltre che nel caso previsto, quando a bordo della nave o dell’aeromobile siano in pericolo persone''.

Lo afferma l'Art. 489 - Obbligo di assistenza del codice di Navigazione marittima e interna che fissa le obbligazioni relative all'esercizio della  navigazione. Al Titolo IV sono indicate le norme  dell'assistenza e del salvataggio, del recupero e del ritrovamento dei relitti e si legge che il comandante di nave, in corso di viaggio o pronta a partire, che abbia notizia del pericolo corso da una nave o da un aeromobile, "....è tenuto nelle circostanze e nei limiti predetti ad accorrere per prestare assistenza, quando possa ragionevolmente prevedere un utile risultato, a meno che sia a conoscenza che l’assistenza è portata da altri in condizioni più idonee o simili a quelle in cui egli stesso potrebbe portarla".

L'obbligo di salvataggio è fissato dall' Art. 490 "...Quando la nave o l’aeromobile in pericolo sono del tutto incapaci, rispettivamente, di manovrare e di riprendere il volo, il comandante della nave soccorritrice è tenuto, nelle circostanze e nei limiti indicati dall’articolo precedente, a tentarne il salvataggio, ovvero, se ciò non sia possibile, a tentare il salvataggio delle persone che si trovano a bordo. È del pari obbligatorio, negli stessi limiti, il tentativo di salvare persone che siano in mare o in acque interne in pericolo di perdersi...."

C'è altro da aggiungere? Ma le Ong di ricerca e soccorso sono andate incontro a procedimenti penali, sequestri delle loro navi, multe ingenti e arresti del loro personale solo per aver portato avanti il loro dovere di salvare vite in mare e aver cercato uno sbarco in un porto sicuro.

Intanto è stato raggiunto un accordo a Malta che introduce un meccanismo temporaneo di sbarco delle persone soccorse nel Mediterraneo centrale, a lungo sollecitato dall'organizzazione per i diritti umani.

"Ci auguriamo che l'attuazione dell'accordo ponga fine all'osceno spettacolo di persone lasciate in mare per settimane a bordo delle navi che le hanno soccorse, in attesa di sapere dove, o persino se, potranno sbarcare. Meccanismi più celeri di sbarco sono fondamentali per le persone soccorse in mare, che già hanno sofferto terribili violenze nei centri di detenzione della Libia e hanno affrontato un viaggio in mare pericoloso: sono persone esauste, che hanno bisogno di protezione e cure" ha dichiarato Eve Geddie, direttrice dell'ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee.

Dopo aver accolto numerose persone nel corso dell'anno, senza essere preparata a questo scenario, Malta ha un sistema d'asilo e di accoglienza allo stremo. Centinaia di uomini, donne e bambini sono trattenuti in condizioni sotto ogni standard. Molte di queste persone sono state arrestate illegalmente e vengono trattenute per un periodo di tempo maggiore del massimo consentito dalla legge maltese, che prevede il trattenimento solo per consentire i controlli medici all'arrivo.

Gli avvocati e i rappresentanti delle Ong che visitano regolarmente i centri di detenzione maltesi hanno riferito ad Amnesty International - cui recentemente non è stato permesso l'accesso - di un sovraffollamento estremo, di promiscuità tra adulti e minori e di condizioni squallide nelle quali i servizi igienico-sanitari sono inadeguati.

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