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L'Eleganza palladiana di Villa Barbaro

Maser (Tv) la reggia dei Conti Volpi di Misurata

L'Eleganza palladiana di Villa Barbaro deve moltissimo all'eleganza, allo stile e alla classe di una donna del Novecento: Marina Volpi di Misurata. Villa Barbaro di Maser fu la sua reggia personale.

La villa è uno dei capolavori massimi dell’architettura mondiale, Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Andrea Palladio  la realizzò tra il 1554 e il 1560  circondandosi dei due più grandi artisti suoi coevi, Paolo Caliari detto il Veronese per gli affreschi e Alessandro Vittoria per le decorazioni in stucco. La committenza fu dell’umanista Daniele Barbaro e suo fratello Marcantonio, ambasciatore della Repubblica di Venezia, che vollero la loro villa azienda agricola non solo per adibirla a centro produttivo e residenza di campagna, ma anche come luogo di incontro per gli amici letterati, artisti, studiosi di filosofia e matematica. Il progetto di Palladio fu fortemente influenzato dalla personalità dei committenti, soprattutto da Marcantonio Barbaro a cui si deve il progetto del Ninfeo retrostante la villa ornato dalle statue in stucco di Alessandro Vittoria.

Dopo varie discendenze dei Barbaro la villa passò nel 1850 alla famiglia Giacomelli che la vendette nel 1934 a Giuseppe Volpi di Misurata che ne fece dono alla figlia.

Marina Volpi trovò la villa negli interni alterata e appesantita da una decorazione ottocentesca che rivestiva tutte le sale celando in parte gli affreschi di Paolo Veronese e affidò l’incarico di un radicale restauro e ammodernamento all’amico architetto Tomaso Buzzi.

Marina Volpi nel 1970  in giardino a Maser

 

Grazie a Marina Volpi, viaggiatrice e collezionista, la villa si è arricchita negli anni di oggetti esotici e di artigianato di gran classe come le lampade che Paolo Venini regalò alla contessa, erano alcune tra le più belle creazioni della sua fornace. Marina era considerata una delle donne più eleganti dell’epoca e gli armadi conservano ancora parte dei suoi abiti e accessori firmati dei più grandi couturier dell'epoca come Hermes, Roberta di Camerino e le Sorelle Giunta di Milano.

Nel dopoguerra la villa si rimoderna con le nuove lampade disegnate da Caccia Dominioni e Gardella per Azucena di Milano, complice l’amicizia della famiglia con l’architetto Corrado Corradi Dell’Acqua. Marina Volpi commissiona a Piero Fornasetti oggetti curiosi pervasi dall’immagine dell’antico e di Palladio.

La villa venne riportata all'originaria bellezza con  la crociera affrescata da Veronese che ritrovò i colori originali del Cinquecento e nelle due barchesse stanze di rappresentanza, quelle private e la foresteria dove gli ospiti potevano alloggiare. Arredi e tessuti di grande fantasia furono ispirati ai temi delle volute degli affreschi, ma fu Marina Volpi, l'artefice di tanta eleganza.

Illustri ospiti parteciparono a cene memorabili allestite con preziosi centrotavola in vetro di Murano, in ceramica di Bassano apparecchiate con importanti servizi in porcellana e argento tra eleganti pezzi di antiquariato.

Per consentire che la Villa possa continuare ad incantare il mondo per la sua unicità, l'attuale proprietario Vittorio Dalle Ore ha deciso di mettere all'asta una parte degli arredi, destinando il ricavato al restauro e alla valorizzazione dello splendido edificio. A curare l'operazione Casa d'Aste Cambi.

 

 

 

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