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La rivincita del giglio di San Pietro

Al fiore si associa un'importante simbologia

Il giglio di San Pietro, detto anche rosso per la bella colorazione, cresce spontaneo ed è protetto su tutto l'appennino della nostra penisola. Sul Monte Scanuppia, in Trentino, lungo la valle solcata dall'Adige il fiore cresce rigoglioso.

Meno noto di quello bianco, ha rischiato l'estinzione finchè una vasta campagna non ha indotto in chi davvero ama la montagna a lasciarla adornata dei suoi fiori. Ma oggi si assiste ad una nuova stagione per questo giglio che ha ripopolato i prati della sua bellezza, segno che la natura si prende le sue belle rivincite. Al giglio si associa un'importante simbologia.

Nel suo Sermone sul Monte, Gesù ha menzionato i «gigli della campagna». Erano però gli alti gigli bianchi che crescevano una volta nei campi della Giudea centrale o vicino alle coste settentrionali del Mare di Galilea e che sono entrati nella iconografia relisiosa.

Questo spettacolare fiore selvatico si trova oggi in alcuniangoli e zone nascoste della Galilea Occidentale edel M.Hermon, dove fiorisce nel mese di maggio. Uno stelo può avere da tre a dieci inflorescenze bianche come laneve edessere alto da mezzo metro a più di un metro. I fiori rimangono aperti sia di giorno che di notte ed emanano un dolce profumo.

I pellegrini cristiani medioevali della Terra Santa riverivano il Giglio della Madonna come simbolo di santità e purezza. Artisti come Tiziano, Lippi e Botticelli l’hanno incluso nei dipinti della Madonna. Un editto papale del XVII secolo ha dato ufficiale riconoscimento religioso al giglio.

In ebraico moderno, questo giglio è chiamato šôšan e la parola si potrebbe riferire ad altri fiori selvatici d’Israele dalla forma simile, come per esempio il profumato giacinto blu (anch’esso della famiglia del giglio).

Per chi pratica lo yoga è un invito ad aver cura, a coltivare la nostra natura più profonda, a riscoprire l'armonia che ci lega alla terra.

 

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