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Le orchidee selvagge del Geoparc Bletterbach

Le orchidee del Sudtirolo sono più piccole e meno appariscenti, ma ugualmente belle

Nel Sudtirolo esistono 67 orchidee selvagge e due terzi di queste si possono trovare nelle vicinanze della gola del Bletterbach. Le orchidee del Sudtirolo sono più piccole e meno appariscenti dei loro parenti tropicali. Ma non meno belle. Probabilmente  proprio questo è il motivo che li rende così affascinanti.

La Pianella della Madonna con il suo meccanismo di impollinazione raffinato è probabilmente l’orchidea che la maggioranza ha già sentito nominare, la Manina profumata e l’ Orchidee Maschia invece sono conosciuto soltanto da amanti ed amici delle orchidee.


Il GEOPARC Bletterbach ricorda che tutte le orchidee selvagge sono protette e non si possono nè raccogliere nè trapiantare. Crescono in simbiosi con un micete senza il quale non sopravvivono quindi non ha senso di piantare nel giardino proprio un’orchidea selvaggia.

Le loro particolarità saranno tema delle visite guidate nel GEOPARC Bletterbach con l’esperta Johann Madl le domeniche 6, 13 e 20 giugno (partenza alle ore 10 dal Centro Visitatori del GEOPARC Bletterbach ad Aldino, info e prenotazioni : 0471 886946).

 

E' l'occasione per ammirare la composizione geologica di questa zona. La sua origine risale a 270 milioni d’anni fa. Il paesaggio delle Dolomiti al tempo  era molto simile all’attuale regione del Golfo Persico. Lenti e torpidi fiumi attraversavano i paesaggi e depositavano sabbie, argille e finissimi ciottoli. Conglomerati ciottolosi e calcarei furono pressati dal peso dei sedimenti sovrastanti e fecero nascere una nuova roccia, l’Arenaria di Val Gardena.

A causa dell’infiltrazione di differenti minerali sciolti, oggi l’Arenaria si presenta con diversi colori. Fratture fossilizzate di disseccamento e livelli di gesso inclusi negli strati di colore rosso cupo, fanno pensare a un clima caldo e asciutto.

Negli strati d’Arenaria del Bletterbach sono state trovate tracce di una ricca fauna di rettili e ne sono state documentate almeno 16 specie differenti. Inoltre il canyon del Bletterbach è famoso nel mondo per la sua ricchezza di piante fossili nell’arenaria.

La gola del Bletterbach permette uno sguardo profondo sulla storia della terra. Dall’ ultima era glaciale ad oggi il torrente del Bletterbach ha scavato un canyon lungo 8 km e profondo 400 m, portando alla luce formazioni rocciose di diverse ere geologiche e ha cosi formato un impressionante canyon.

 

Le rocce del Bletterbach si presentano ai visitatori e agli scienziati come un libro aperto che racconta 40 milioni di anni di storia della terra e che da un’idea di com’ era la regione Dolomitica milioni di anni fa. Resti fossili di differenti piante, orme fossili di una ricca fauna di rettili e bioturbazioni danno una dimensione di come dev’essere stata la vita sulla terra, mentre i fossili ritrovati nei sedimenti marini come gasteropodi, conchiglie e cefalopodi mostrano la vita nei caldi mari tropicali di allora.

In seguito a forti eruzioni vulcaniche  cenere e lava furono espulsi con violenza. Si formarono gigantesche nubi ardenti che coprirono tutta la zona circostante. Dalla massa raffreddata (ignimbrite) si formò come una piattaforma con una superficie di circa 4.000 km² e uno spessore di 2000 m. La roccia vulcanica dal colore fra il rossiccio e il grigio scuro, spesso anche chiamata Porfido Quarzifero di Bolzano, oggi costituisce una solida base per il Bletterbach e le sue formazioni rocciose.

Verso la fine del Permiano, circa 250 milioni d’anni fa, la terra si abbassò e il mare si spostò verso l’occidente. L’attuale area delle Dolomiti fu sommersa dal mare.  Siamo così all’inizio del Triassico,  il mare copriva definitivamente l’area e sui fondali che erano influenzati da onde e tempeste, si depositarono sabbie, argille e calcare.

Il Centro GEOPARC Bletterbach® si trova direttamente all’ entrata del canyon sopra ad Aldino e rappresenta la parte centrale del parco. Prima o dopo l’escursione nella gola vale la pena visitare l’esposizione all’interno del Centro Visitatori dove si spiega perchè il Corno Bianco e il Bletterbach sono geologicamente cosi interessanti.

Il Corno Bianco è formato dalle rocce della Formazione del Contrin che si è formata in un mare basso di acque limpide e ricche di ossigeno. Questa formazione rocciosa è costituita da scheletri di alghe chiamate Diplopori. Le alghe verdi appartenenti alla famiglia delle Dasiciadacee vivevano soprattutto sui fondali marini, dove lasciavano i loro scheletri. Tali resti costituiscono la roccia bianchissima del Corno Bianco. La roccia sedimentaria, inizialmente calcarea, successivamente si trasformò in roccia dolomitica grazie ad un arricchimento di magnesio nelle acque.

Il GEOPARC Bletterbach® custodisce alcuni reperti fossili come orme di sauri, conchiglie, ondulazioni pietrificate e piante fossilizzate. Ha guide esperte che raccontano in modo avvincente la geologia da una prospettiva diversa e interessante.  Oltre alle visite guidate giornaliere, offre visite guidate che trattano differenti temi.  Come quello delle orchidee selvatiche che crescono nei prati fioriti del patrimonio dell’UNESCO.

Il Centro Visitatori è aperto dal 1. maggio al 31 ottobre, tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 18.00
Informazioni su date e orari delle iniziative su www.bletterbach.info
Per prenotazioni telefonare al numero  0471 886946; e-mail: info@bletterbach.info

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