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Kamala Harris, icona sbiadita

''Sono la prima ma non sarò certamente l'ultima'' aveva detto

Difficoltà organizzative nello staff, incarichi ai familiari (la sorella Maya, il cognato...), e cosa non indifferente negli Usa, calo vistoso della popolarità: piace solo al 28% degli americani.

Ex procuratrice di San Francisco e poi della California aveva conquistato un seggio in Senato nel 2016, anno della vittoria di Donald Trump con il quale non è mai stata tenera, censurando i suoi atteggiamenti verso donne e minoranze.  Nel 2019 non riesce ad avere la nomination alle primarie per la Casa Bianca e a Joe Biden non fece sconti: in un dibattito gli ricordò di aver collaborato con due senatori segregazionisti negli anni '70. Poi il colpo di teatro: fare dell'ex-nemica la vicepresidente.

Lei si era data l'obiettivo di portare avanti il partito democratico e proiettarlo verso il futuro. E magari diventare la prima donna Presidente Usa. Un aneddoto: Barack Obama l'aveva definita la più bella procuratrice americana. Lei era andata su tutte le furie. Kamala Harris voleva essere apprezzata per le sue capacità. Oggi sia la CNN che altre testate internazionali (in Italia è stato Panorama)  danno notizia della sua eclissi.

Nella stanza dei bottoni è entrata, ma pari che si guardi bene dall'usarli.

 

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