Scienza, Ambiente & Salute

Quad in montagna: Casanova aveva ragione

Condannato per diffamazione il presidente della associazione ''Quad in quota''

Il Tribunale di Belluno tramite la giudice dott.ssa Chiara Sandini ha emesso sentenza di condanna nei confronti del presidente della associazione “Quad in quota” Moreno Tomaselli per le continue offese rivolte a Luigi Casanova , Presidente onorario di Mountain Wilderness Italia e storico ambientalista delle Dolomiti chiamandolo a pagare come risarcimento del danno al Casanova 12.000 euro più le spese di lite quantificate in euro 4.000.

Per tre lunghi anni, dal 2017 al 2020 il Tomaselli aveva postato su facebook una incredibile serie di invettive contro il Casanova, gli ambientalisti e l’associazione Mountain Wilderness Italia (fra pochi mesi si avrà la sentenza della querela di parte verso Mountain Wilderness).

Una vera e propria diffamazione tesa a ledere la reputazione e l’onore del Casanova è stata tenuta in vita anche con i commenti degli amici del Tomaselli. Un susseguirsi di affermazioni sempre più pesanti. L’azione di diffamazione ha portato a una sentenza che rende giustizia al Casanova, al lavoro da lui svolto in ambito nazionale e in particolare in Dolomiti, sempre affiancato dalla associazione Mountain Wilderness.

Un lavoro sempre strutturato sui contenuti ambientali e mai rivolto ad attacchi a singole persone. Il tribunale con una tale esemplare sentenza ha riconosciuto anche il valore sociale dell’agire degli ambientalisti che non solo a Falcade, ma in ogni situazione, difendono le montagne dall’invasione dei mezzi a motore e dall’inquinamento da rumore. Situazioni provocate con certezza dall’abuso dei quod nei diversi rally come dalla attività dell’eliturismo.

Casanova era difeso dagli avvocati Nicola Canestrini e Stefania Franchini del foro di Rovereto, mentre il Tomaselli era difesa dall’avvocato Giacomo Michieli.

 

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I QUAD SULLE DOLOMITI VANNO A PROCESSO

La vicenda di Luigi Casanova
esponente di Mountain Wilderness è emblematica

13 agosto 2021 - La querelle sui Quad che sfregiarono le Dolomiti è approdata nelle aule di un Tribunale, quello di Belluno. Ma il processo procede con una lentezza esasperante e dice qualcosa dei tempi della giustizia: iniziato nel 2020 e ora rinviato al  2022.

Per la linea di difesa (affidata all'avvocato Nicola Canestrini) si tratta di una classica "querela bavaglio" per zittire chi chiede il rispetto dell'ambiente e delle norme ambientali. Testimoni e consulenti tecnici sono quindi chiamati a testimoniare sui danni provocati dalle incursioni dei Quad in Quota.

La Sat aveva già preso posizione contro i quad “una vera e propria aggressione alla montagna” aveva dichiarato in un documento sottoscritto dalle associazioni alpinistiche dell’area dolomitica Patrimonio Unesco tra Veneto, Regionale Friuli Venezia Giulia,  Provinciale Alto Adige ed Alpenverein Sudtirol. Vi era un accorato  appello alle amministrazioni pubbliche per una netta inversione  di marcia relativamente al rilascio di autorizzazioni per raduni motoristici in zone delicate dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. Nonostante questo il  “Jeep Camp 2019”  si era fatto ugualmente: 300 veicoli hanno invaso San Martino di Castrozza, con 200 giornalisti provenienti da tutto il mondo, a raccontare il mondo quattroruote motrici sotto le Pale di San Martino con l'intera gamma SUV del celebre marchio del gruppo Fca che faceva il pieno di foto....free. Dal punto di vista operativo il programma non è cambiato di un millimetro e la tre giorni di circolazioni su circuiti motoristici assegnati s'è fatta. Nulla potè la voce autorevole della Sat: l' invito al rifiuto nei confronti di iniziative come queste è stato ignorato. con somam gioia di FCA, gratificata da gallery di tutto rispetto sotto le Dolomiti Patrimonio Unesco: non ha dovuto pagare neanche un euro per il promo.

A Luigi Casanova la nostra solidarietà: difendere l'ambiente non è reato, alzare la voce quando serve nemmeno, in nome della libertà di stampa e di pensiero.
(C.Perer - agosto 2021)

 

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13/8/2021
GIORNALE SENTIRE aveva lanciato anche una petizione a sostegno di Luigi Casanova (qui)

 

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