Scienza, Ambiente & Salute

Mangrovie, antidoto per i cambiamenti climatici

Importanti risultati in Honduras e Nicaragua

Le mangrovie e la loro funzione nell’ecosistema di antidoto per i cambiamenti climatici sono al centro dell'attenzione degli studiosi. La mangrovia è una pianta molto importante per tutto il pianeta: soprattutto nei primi anni di crescita, assorbe più biossido di carbonio (CO2) e immette più ossigeno nell’atmosfera di qualsiasi altra pianta. La mangrovia è quindi una pianta preziosa e molto speciale, e anche se per gli abitanti della zona, pur apprezzandone l’uso per rifornimento di legna e per il cibo, era un elemento scontato del loro habitat, quando è venuta a mancare hanno imparato ad apprezzarne le qualità.

Il progetto di riforestazione delle mangrovie nella Mosquitia (costa caraibica di Honduras e Nicaragua) ha dato eccellenti risultati contro il cambiamento climatico e a difesa delle popolazioni contro tsunami e uragani. Sono state piantate 10.000 mangrovie per più di 17.000 metri quadrati di terra in un intervento che ha coinvolto 65 comunità locali.

Cayos Misquitos è il nome di 70 atolli in mezzo al mare dei Caraibi, coperti di boschi di mangrovie, che distano 25 chilometri da Sandy Bay, sulla costa nicaraguense. Tradizionalmente, una riserva naturale dove i locali vivono per 8-9 mesi all’anno, pescando, senza toccare terra. Uno dei pochi luoghi suggestivi e incontaminati del pianeta, dove ci sono solo palafitte in mezzo al mare (che distano da terra tre ore in barca), e null’altro. Nicaragua e Honduras sono al 1° e al 4° posto del Long-Term Climate Risk Index 2016 come paesi più a rischio.

La popolazione ricorda ancora oggi l’uragano Félix del 2007, che qui si è accanito con tutta la sua violenza (di forza 4 - il massimo è 5), causando ingenti danni, visibili ancora oggi. Molte persone sono rimaste uccise perché le comunicazioni di emergenza  non erano arrivate in tempo, e sono state sradicate intere foreste. Con ingenti danni sia sull’ecosistema che sulla povertà delle popolazioni.

Preparare la popolazione e l’ambiente a proteggersi dalla furia degli uragani e degli tsunami, sempre più frequenti e sempre più violenti, rafforzando le capacità locali in risposta ai cambiamenti climatici è un progetto realizzato da GVC di Bologna dal 2011 in Nicaragua e Honduras. La comunità indigena Kaukira dipende dalle mangrovie sia per preservare la terra dall’erosione che per il cibo (la pesca).

La mangrovia, spesso erroneamente classificata come singola specie, è in realtà il nome con cui si identifica la formazione forestale costituita da piante legnose che molti autori definiscono “bioma”, cioè una porzione di biosfera in cui insieme ad una vegetazione dominante (la mangrovia, in questo caso) si sviluppa un particolare ecosistema che include vegetali e animali, fra cui particolari specie di pesci, granchi, gamberi e tartarughe, oltre a numerosi microrganismi preziosi per la salute del mare.

Federica Siani, che per GVC ha coordinato il progetto di riforestazione spiega: “Negli ultimi anni l’assenza di mangrovie sradicate dall’uragano ha portato via anche la principale fonte di sostentamento, creando seri problemi di alimentazione”. Per questo all’interno del progetto, la riforestazione delle mangrovie sia in Honduras che in Nicaragua è stata centrale: queste piante rappresentano una ricchezza insostituibile per la Mosquitia, e a sua volta questo ecosistema è il fulcro per le popolazioni della zona. Importante non solo a livello ambientale e di sostentamento, ma culturale.

E' così che le popolazioni sono state formate tecnicamente sull’importanza e la manutenzione delle mangrovie (compresi i bambini nelle scuole) e sensibilizzate su tematiche quali la gestione dei rifiuti, il riciclaggio, il taglio degli alberi e sistemi di pesca più sostenibili, per ripristinare la biodiversità della zona. A dimora ne sono state messe più di 10.000, coinvolgendo 65 comunità in tutte le fasi di intervento, dal vivaio alla “messa in acqua” delle mangrovie.

I risultati sono stati inaspettati: non solo le comunità si sono rese conto che alcune delle loro abitudini erano molto dannose (come lanciare la spazzatura ovunque o tagliare indiscriminatamente le mangrovie per fare legna) ma alcune specie che non si vedevano da anni sono ritornate a popolare l’ecosistema marino.

E’ il caso di alcune specie di gamberi che sono ritornate a nidificare, come i camarones blancos (gamberi bianchi), con tale sorpresa da parte della popolazione che ha persino organizzato una festa per celebrare l’evento. Le comunità stesse hanno quindi iniziato autonomamente a riforestare e proteggere le mangrovie.

Risultato: nel municipio di Ramón Villeda Morales le proteggono, e sono loro stessi ad educare i propri figli nel rispetto dell’ambiente circostante e della mangrovia in particolare.

 


Autore: Segreteria di Redazione

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