Arte, Cultura & Spettacoli

Mimmo Paladino per il Palio di Feltre

L'artista della transvaguardia realizza il tradizionale drappo'' della singolar tenzone''

(Corona Perer) - E' di Mimmo Paladino, artista di grandissimo spessore, il drappo del Palio di Fetre 2025. Si tratta di uno tra i maggiori rappresentanti della Transavanguardia,  movimento artistico teorizzato e promosso da Achille Bonito Oliva negli anni Ottanta.

Dopo il primo annuncio il maestro si è messo al lavoro è in questi giorni il drappo è stato disvelato.

Mimmo Paladino una ha realizzato una sintesi poetica e simbolica che intreccia mito, storia, e memoria in un racconto visivo stratificato che utilizza colori netti e vivaci e la figura fortemente evocativa del cavallo che richiama immediatamente l’iconografia tipica del Palio ed è simbolo di sfida, tradizione e vitalità. Questo cavallo stilizzato, quasi araldico, è circondato da un caos visivo di segni primitivi e frecce, che evocano un universo mitologico e tribale. In basso a sinistra, un volto rosso e una mano alzata che sembrano suggerire un gesto di ascolto o protezione. La mano, attraversata da linee energetiche dorate, ha al centro una croce, che richiama al profondo legame spirituale di Paladino, esemplificato anche in alcune delle opere ora esposte presso il Museo Diocesano Belluno-Feltre, amplificato dai segni astrologici e costellazioni che appaiono sul frammento blu in alto a destra.

Nel vocabolario di Paladino la mano ed il cavallo sono ricorrenti. Soprattutto il cavallo, uno degli animali totemici nella produzione di Paladino, che l’ha richiamato in molte opere pittoriche ma anche in diverse installazioni, come la Montagna di sale realizzata presso Piazza Duomo a Milano e Piazza del Plebiscito a Napoli e ora a Gibellina, o l’installazione Piazza Cavalli presso Piacenza.

La composizione del drappo del Palio 2025 ricorre a geometrie nette e tagli cromatici che organizzano lo spazio dell’opera, e ospitano simboli e personaggi che offrono la possibilità di una molteplicità di racconti e interpretazioni possibili, da decifrare come in un sogno.

Come spesso afferma l'artista, non esiste un’interpretazione alle opere d’arte perchè vivono le molte vite che corrispondono alle interpretazioni che ciascun osservatore attribuisce loro.

Il drappo deriva da un bozzetto cartaceo con cui il Maestro Paladino ha voluto omaggiare al Palio di Feltre, a sottolineare il valore culturale e sociale dell’evento, e che sarà affidato alla conservazione in uno dei musei cittadini.

Mimmo Paladino è nato nel 1948 a Paduli, in provincia di Benevento. La scoperta della Pop Art alla Biennale di Venezia nel 1964 lo tocca profondamente. Nel 1979 partecipa alle mostre che sanciscono la nascita della Transavanguardia e all’estero richiamano l'attenzione sull'arte italiana. Nel 1980 è nella sezione “Aperto” alla Biennale di Venezia, dove torna nel 1988 con una sala personale nel Padiglione Italia e nel 2015. Nel 1994 è il primo artista italiano ad esporre in Cina, nella Città Proibita e sulla Grande Muraglia. 

Realizza diversi interventi negli spazi urbani, a partire dalla Montagna del sale in piazza del Plebiscito a Napoli nel 1995 fino alla Croce in piazza Santa Croce a Firenze nel 2012. Collabora con architetti, registi e musicisti, fra cui Mario Martone, per il quale concepisce le scene di Edipo Re vincendo il Premio Ubu nel 2000, e Brian Eno, con cui lavora per la prima volta a Londra nel 1999, anno in cui viene nominato membro onorario della Royal Academy. È egli stesso regista di alcuni film, tra cui Quijote (2006), presentato alla 63° Mostra del Cinema di Venezia. 

Del 2011 una grande mostra personale al Palazzo Reale di Milano, nel 2016 una sua mostra monografica alla Galleria Stein di Milano e di illustrazioni letterarie al Museo del Novecento; é del 2017 la mostra a Brescia con sue opere nei punti più rappresentativi della città. Nel 2019 con la mostra La Regola di Piero le sue opere sono esposte in vari luoghi significativi della città di Arezzo. Del 2022 è il secondo lungometraggio intitolato La Divina Cometa, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Nel 2024, gli spazi cinquecenteschi di Palazzo Boncompagni a Bologna ospitano dipinti e sculture di grandi dimensioni che documentano gli ultimi vent’anni di ricerca dell’artista. Nel 2025 torna ad esporre a Londra negli spazi della galleria Massimo De Carlo.

Nell’ottica di un dialogo serrato con lo spazio, urbano e architettonico, sono celebri gli interventi che hanno collocato alcune sculture in luoghi significativi, dai muri di cinta, al tetto degli edifici museali, alle piazze (a Rovereto tutti rimpiangono la prima piazza del Mart che fu proprio arredata dalle sue evocative opere).

Le sue opere si trovano nelle raccolte di numerose istituzioni pubbliche di tutto il mondo.

(cp)

 


Autore: Corona Perer

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