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Rotaie Vissute di Emanuele Minardo

Ricostruita la storia di una rotta ferroviaria speciale: la Scicli-Modica-Ragusa

''Rotaie Vissute'' testimonia l'impegno storico del suo autore: il professor Emanuele Minardo, docente di lingua e letteratura Inglese e di lingua e civiltà italiana all'estero. Nativo di Modica, dopo una vita spesa ad insegnare nelle più prestigiose scuole e università per stranieri, dalla Gran Bretagna alla Tunisia, dalla Slovenia alla Giordania, ha concentrato le sue ricerche verso una passione speciale: ricostruire la storia di una rotta ferroviaria speciale per la sua Sicilia e il suo cuore.

Dopo aver girato il mondo ed insegnato a Londra, Mogadiscio, Amman, Lubiana e Maribor,  dopo aver lavorato a prestigiosi progetti di diffusione della lingua e cultura italiana all'estero, e dopo aver scritto molte poesie (nel suo profondo io letterario è un poeta che ha vinto anche numerosi premi e  pubblicato numerose raccolte) è stata una antica passione di famiglia a rapirgli il cuore e farlo diventare uno storico delle ferrovie siciliane. "Rotaie Vissute" diventerà presto un trilogia. Dopo due primi volumi, presto uscirà il terzo a compimento delle sue fatiche incentrate sulla storia della Siracusa-Licata e in particolare sul tratto da Scicli-Modica- Ragusa fino a Comiso sul tracciato di fine 800.

Il libro uscito per i tipi di Santocono editore (con il patrocinio morale di Fondazione FS italiane e Regione Siciliana Assessorato al turismo sport e spettacolo) è certamente un saggio di un piccolo capitolo di storia ferroviaria italiana, ma attorno a questa piccola storia si intrecciano le vicende di grandi progettisti  e menti illuminate e di altrettanto grandi uomini: capotreni e macchinisti, instancabili, responsabili, coscienziosi e mai spaventati dal pericolo e dalla stanchezza.

Tra questi vi era anche il padre dell'autore, Angelo Minardo, che veniva salutato dalla anziana madre con un lume  alla finestra quando il treno passava nei pressi dell'abitazione. Dietro questi piccoli affreschi di vita quotidiana vi sono però anche gli incubi e gli spaventi da un punto di vista professionale lungo la linea per l'improvviso apparire di greggi sulle rotaie, oppure di persone con materiali al seguito che  attraversavano incuranti del pericolo, e poi le difficoltà create dalle  intemperie del tempo da affrontare con macchine non sempre riparate o manutentate per la scarsezza di ricambi, ed ancora: gli incidenti frequenti e l'emorragia di personale che emigra verso il nord. Per chi restava alla guida del treno o al controllo delle rotaie, vi erano notti  buie e piene di fumo che penetra i polmoni, gallerie, salite e discese lungo una tratta stupefacente per alcune soluzioni progettuali.

foto tratta da "Rotaie Vissute 2"

 

In questa ferrovia c'è un'opera straordinaria e si tratta della galleria elicoidale, tutta in curva, che venne progettata da un ingegnere italiano il quale si suicidò poco prima dell'entrata in funzione per timore che potessero essere sbagliati i suoi calcoli. In realtà all'inaugurazione andò tutto bene: l'ingegner Giuseppe Mazzarella vissuto nell'arco di tutto l'Ottocento avrebbe potuto godersi il successo. I pronipoti ne hanno conservato memoria orale, nonostante il progettista fosse molto conosciuto in Sicilia per aver firmato progetti e ristrutturazioni importanti.

"Questo personaggio mi è entrato nel cuore - scrive Minardo -  aveva previsto un tracciato ardito ma possibile tecnicamente, del quale mio padre e tutto il personale di macchina dei depositi locomotive di Modica, Siracusa e Catania e quanti ne iniziarono il cammino dal 1893, porta avanti negli occhi, sulle spalle e sulla propria vita i segni".

..Il lavoro non è finito, e infatti Emanuele Minardo sta scrivendo il terzo volume. Tra gli episodi narrati dai libri di Emanuele Minardo anche un incidente del quale fu testimone il padre, Angelo, che all'inizio anni '50, dalla stazione di Ragusa, va a cercare un carrello leggero, in manovra, trascinato da due carri (di cui uno carico di sale) su uno scambio di uscita sciaguratamente trovato aperto imboccando così la discesa verso Ragusa Ibla (pendenza del 25 per mille). Ed era stato sempre suo padre (ottobre 1963) ad andare incontro e a dar manforte al treno merci in tripla, in arrivo a Ragusa da Modica, bloccato sulla elicoidale in piena galleria (pendenza del 25 per mille ed in curva costante) a causa di avaria della locomotiva di testa. Bisognava far ripartire il convoglio, liberare la linea e toglire il personale di macchina e di tutto il treno da quell'inferno di fumo e di sofferenza dove da padrone la faceva il monossido di carbonio sprigionato dai forni alimentati delle quattro locomotive e dagli slittamenti causati dalla difficoltà di far riprendere la marcia al convoglio pesantissimo. Ore di lavoro al buio, non un filo di ossigeno, respirando fumo caldo misto ad imperante monossido: quel veleno stava per togliere la vita a tutti gli uomini coinvolti, lui compreso.  

 

Scindere l'aspetto umano-professionale dall'aspetto puramente tecnico del lavoro e degli accadimenti non è stato semplice. "Per il primo ho fatto parlare i testimoni che lo hanno conosciuto e che mi hanno riferito e parlato di lui; per la tecnica del lavoro ho avuto testimoni e, dove mi è stato possibile,  ho fatto parlare i documenti. In mancanza di questi ultimi ho sopperito ampliando le testimonianze su di lui. E' la vita che diventa storia: passata e narrata, (nei suoi aspetti umani e di forte socialità) diventa storia e ne fa parte a pieno titolo" commenta l'autore.

Numerose foto documentano la tratta insieme ad atti molto preziosi della compagnia quando ancora si chiamava "Corpo Reale del Genio Civile Ferrovie Complementari" ed in seguito "Strade Ferrate" nonchè fonogrammi e telegrammi vergati a mano, repertati dall'autore, che documentano la preoccupazione delle popolazioni residenti o chiedono il completamento delle tratte in costruzione e l'accelerazione dei lavori.

Il tracciato storico della ferrovia è sempre stato legato al travaglio economico-sociale finanziario e politico della Sicilia del Sud Est. E tutt'oggi da Siracusa Licata rimane un collegamento importante nel contesto delle vie della comunicazione in Sicilia. Si allaccia infatti al Licata-Agrigento-Palermo alla Gela-Caltanissetta-Palermo alla Gela-Caltagirone-Catania e alla Catania-Messina e dunque uno snodo cruciale.

I tanti siciliani nostalgici o meno, che vivono sparsi un po' ovunque in Italia, in Europa e nel mondo,  hanno potuto vedere che c'era la partecipazione di Minardo anche nel video prodotto dalla Società Brite Spark Films di Londra che ha realizzato una puntata speciale della serie “Worlds Most Scenic Railway Journeys” andata in onda il 15 gennaio scorso sul canale inglese “Channel 5” e tutta incentrata nel sud-est siciliano, con la voce del famoso attore britannico Bill Nighy .



Guarda il filmato

“I Viaggi in Treno più Panoramici al Mondo” è una serie molto seguita e racconta il viaggio in treno che da Comiso fa prima tappa al Castello di Donnafugata per poi proseguire per Ragusa Ibla dove attraversa l’opera ingegneristica ferroviaria più importante d’Italia, il tunnel elicoidale. Il documentario è stato ideato, progettato e filmato dal Modicano Salvatore Assenza con l’aiuto dell’assistente regista James Campbell, con la fotografia aerea di Gianpippo Pedriliggieri anche lui modicano.

Ed è stato proprio Minardo a spiegare l’importanza dell’opera e a rivelare le sue scoperte fatte sull’identità sull’identità dell’ingegnere (nato a Palermo e con pronipoti a Modica), che progettò la tratta ferroviaria. Il documentario diventa un affascinante biglietto da visita per questa parte di Sicilia documentando Modica e le sue origini Spagnole (che persistono in una particolare qualità di cioccolato), e poi Ortigia dove un archeologo mostra l’unicità della Cattedrale e spiega l’importanza della dominazione Greca in Sicilia, e prosegue verso Catania con i  resti Romani della città vecchia più importanti d’Italia dopo quelli di Roma. Il viaggio si conclude a bordo della Circumetnea che fa attraversare gli spettatori scenari unici e spettacolari sull'Etna.

E non è tutto. L’antica rete ferroviaria fu anche lo scenario per l’incontro di due grandi scrittori italiani, originari del nostro territorio: Elio Vittorini, figlio di un ferroviere attivo sulla tratta e che a lungo dimorò a Scicli, e Salvatore Quasimodo, figlio del capostazione di Modica e la cui sorella Rosa, ribattezzata “la donna dei due scrittori”, fu sposa del primo a seguito di un matrimonio riparatore celebrato in conseguenza a una “fuitina” dei due.

Una tratta che valeva la pena di narrare nei suoi aspetti legati alla storia tecnica del trasporto ferroviario, ma anche per le tante... tenerezze che costellano la narrazione.


Autore: Corona Perer

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