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Croazia, la magia dell'isola di Pag

Nella Ibiza croata c'è ancora un angolo di pace: Lun

Quando si arriva all'attracco di Ziglieh da Prizna sulla strada verso Spalato (da dove parte il traghetto), l'isola di Pag si offre brulla. Agli occhi di chi arriva via mare sembra offrire la schiena di un mostro marino addormentato. Una volta sbarcati si sale verso l'interno dell'isola e subito si attraversa una valle verde. I pendii tondi e sassosi visti all'arrivo non sono che il fronte battuto dai venti. Pag è esposta infatti a violente raffiche di bora sul lato nordorientale, motivo per cui l'isola, vista da terraferma, assume un aspetto apparentemente lunare.

Il cuore dell'isola è pienamente mediterraneo con la ginestra in fiore che - tra maggio e giugno - inonda del suo profumo un territorio con muretti a secco dove le pecore hanno lo stesso colore della roccia biancastra e delle pietre che fanno da loro recinto. Le coste hanno spiagge sassose e acque cristalline.

Tra queste ce n'è una  molto famosa interessata poche settimane fa da un furioso incendio che ha costretto alla evacuazione di 10.000 tra turisti e residenti. Per fortuna le fiamme sono state domate. "La lunga spiaggia ghiaiosa Zrće sull'isola di Pag è sinonimo di divertimento estivo sfrenato, tanto è vero che è soprannominata l'Ibiza croata". Sono queste le parole usate dal ministero del Turismo croato per descrivere alla stampa l'isola. Sembra andar fiero delle moto rumorose che sbarcano a frotte con giovani disposti a fare l'alba ogni notte per i numerosi festival di musica techno-elettronica. Del resto, business is business, e Pag ha voluto connotarsi appunto come una sorta di Ibiza del Quarnero, ma chi ha conosciuto la Pag degli anni '80 storce il naso e dice: non è più l'isola di una volta. Son bastati 30 anni, in particolare gli ultimi 10, per stravolgerla.

Il centro turistico dell'isola è Novalja ha origini storico culturali che parlano veneto e ancor prima romane. L'acquedotto del I sec d.C., scavato interamente nella roccia è una delle tracce storiche di maggior interesse. L'antica dominazione veneziana ha lasciato tracce nella gastronomia: anche qui si può gustare il "brodeto de pesce". Chi l'ha vista prima della guerra dei Balcani, ricorda la sua dolcezza incantata e fuori dal tempo. Ricorda le siepi di rosmarino dietro le quali le vecchiette, sull'uscio di casa, ricamavano merletti e tombolo (l'isola di Pag è nota  per i suoi pizzi dal 2009 sotto la protezione dell'Unesco come bene culturale immateriale.

Là dove un tempo le donne sfrurrazzavano ci sono ora cemento e tavolini per l'happy hour. E malgrado anche qui - tra la popolazione -  ci siano più anziani che giovani, non ci sono più nemmeno i vecchi che sulla panchina osservavano i turisti, confortati da una cicca e da un bicchiere di malvasia.

Trovare una sistemazione non è un problema: ovunque la tabella "apartmani", tutti affittano. L'idea di dormire al centralissimo Hotel Loza è per i più coraggiosi e per chi arriva apposta per far le ore piccolissime altrimenti  la notte in bianco è garantita. Eppure solo due decenni fa sotto questo hotel (l'unico del centro) vi era un'unica attrazione: una orchestrina tzigana, e sul lungomare non c'era gente che aveva bisogno di ubriacarsi con la birra o con lo shopping fra chincaglierie cinesi: occhiali taroccati, cappellini che troveresti a Venezia come a Fiume, a Rimini come a Sharm. C'era qualche coppia che tentava un valzer e qualcun altro timido ad osservare le danze.

Le case erano in pietra slava, così tipica, così inimitabile. Ora sono intonacate. Dicono i più anziani che il sindaco che ha governato Novalja per 20 anni ininterrottamente, avesse proprio l'obiettivo di fare dell'isola un porto franco del divertimento. Ci è riuscito, dicono, senza dimenticare le conseguenze: qualche sballo di troppo e chiasso a volte insopportabile. E' la moda del bere-ballare-sballare che attrae tanti giovani. "Non si dorme, non si vive per due mesi all'anno" dicono gli abitanti.

Anche il capoluogo Pag è cambiato: le pietre sono coperte dalla calce e nel lungomare del piccolo golfo, tavolini, ristoranti ma qui le vecchiette con uncinetto resistono ancora. La vera ricchezza della zona sono invece l'olio, le olive, la malvasia, il miele e il formaggio venduto spesso dai privati.Si chiama “paški sir” ed è il formaggio di Pag, tra i più pregiati del mondo, ogni anno  premiato nei vari concorsi internazionali.

Eppure qualcosa della vecchia isola è rimasto, ed è quel “resto” a mantenerla ugualmente magica. Questo angolo dove Pag è ancora l'antica Pag, si chiama Lun ed è una lunga lingua di terra disseminata di ulivi secolari, protetti dall'Unesco, con le coste bagnate da acqua verde smeraldo dove l'odore della macchia silvestre si mischia a quello del mare e dove si cammina tra la salvia selvatica, rucola spontanea e le pigne che a momenti si confondono con le conchiglie.

Anche qui tanti “apartmani” ma anche case con insegne scritte a mano: in una si legge Souvenir, ovvero milele, formaggio, olio, vino. I sapori dell'isola. Il mare calmo brilla al sole tutto il giorno. Le nuvole minacciose spariscono in un momento. L'isola strega per le sue dolcissime insenature. I veri intenditori di Pag se ne vanno quindi a Lun, che arriva quasi a toccare l'isola di Arbe (Rab) e che con i suoi ulivi strega, ammalia, commuove, stupisce. Qui il silenzio c'è ancora. Il Sindaco di Novalja non ha potuto metterci mano perchè la municipalità di Rab vanta diritti amministrativi su questa lingua di terra (Rab è l'isola che sta di fronte a Pag). Ecco svelato come ha fatto a salvarsi.

Qui, in silenzio, hanno trovato casa 1000 anni fa anche gli ulivi secolari che crescono tra le rocce, si abbracciano tra loro, si curvano, si aggrappano con ogni forza alla terra resistendo ai venti impetuosi che soffiano sull'isola e che nella dorsale orientale la rendono arida e desertica. A Lun la lotta con la natura è stata vincente. Gli alberi hanno resistito, nei viottoli si cammina tra la ginestra odorosa e gli oleandri in fiore. Ecco perchè questa zona vanta uno degli uliveti più antichi nel mondo: sono ulivi selvatici e autoctoni (Olea Oleaster e Oblica) e il più antico tra loro ha più di 1500 anni certificati dagli scienziati.

Sono ulivi che spiccano per la loro particolarità. In tutto il Mediterraneo è difficile trovare degli alberi d'ulivo selvatico nel loro habitat naturale.  Alcuni esemplari sono alti tra i 5 e gli 8 metri e con fusti larghi dai 20 agli 80 cm. Visitarli è come andare al museo: l'area coperta d’olivi selvatici è estesa su 24 ettari, è unica sull’Adriatico e possiede un gran valore botanico. Per le sue peculiarità, nel 1963 è stata proclamata riserva botanica. E' questo il tesoro più prezioso dell'isola di Pag, che è anche una delle maggiori isole della Croazia quindi con la linea costiera più lunga, con innumerevoli spiagge sabbiose e di sassi a cui si arriva da boschetti di olivi, fichi e arbusti aromatici favoriti da un  tipico clima mediterraneo.

A Lun la gente vive accontentandosi della propria vita. C'è un piccolo porticciolo in località Tovarnele, un minuscolo negozio di alimentari, un bar affacciato sul molo dove ogni mattino arrivano gli uomini del paese e si mischiano ai turisti intenti a far colazione. Li osservi nel loro profilo slavo, che sembra scolpito col martello, e non si addolcisce nemmeno all'arrivo della gentilissima cameriera. In silenzio fumano e guardano il mare. Proseguendo nella strettissima via che separa le case dal mare, si arriva a Mata, un piccolo golfo dalle acque limpide e cristalline. Qui anche per i turisti l'attività principale è essenzialmente una: contemplare il mare e i  meravigliosi tramonti. Si può restare con lo sguardo sull'infinito per ore: per ritrovarsi. E capisci che la magia qui, resiste ancora.

Nel sito www.croaziainfo.it a Lun sono dedicate solo poche righe: la si descrive come un porticciolo. Forse anche per questo la magia resiste per i veri amanti del mare croato.
Il nostro consiglio: arrivare e prendere subito la strada per Lun, si vedrà l'isola come è sempre stata. Con calma poi visitare anche Pag capoluogo (che è a circa 50 km di distanza sulla strada verso il ponte che collega l'isola a Zadar (Zara) e quindi godere della bella piazza dove si affaccia la Chiesa Madre. Infine - se non siete amanti della movida - di lasciare la Novalja godereccia o visitarla di primo mattino, quando gli assatanati della disco dormono (forse). A meno che non siate partiti proprio per la musica techno.

 

> Turismo in Croazia


Autore: Corona Perer

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