Viaggi & Reportages

Kairouan, la città santa

Tunisia - Alla moschea del Barbiere e nella Medina

Al-Qayrawan (Tunisia), che noi chiamiamo Kairouan, nel periodo califfale islamico, fu la capitale del governatorato dell'Ifrīqiya. La Moschea di Kairouan (chiamata anche ''moschea del barbiere'') dal 1988 figura tra i patrimoni dell'umanità.

Siamo in una delle Città Sante dell'Islam e questo è  certamente uno dei luoghi da visitare durante un viaggio in Tunisia, una meta che purtroppo non è frequentemente inserita nei pacchetti turistici. Ma tralasciare Kairouan, da un programma di soggiorno, è privarsi di una chiave di lettura sulle architetture fortificate tunisine.

Malgrado il suo aspetto da fortezza militare, la moschea è il cuore di una città particolarmente venerabile per i musulmani che qui si recano in pellegrinaggio essendo questa la terza città santa dell'Islam e la prima per i paesi del Maghreb.

Eretta nel VII secolo (I secolo del calendario islamico che inizia con l'Egira nel 622 d.C.) ha l'aspetto di una fortezza, con mura realizzate in blocchi di pietra di 1,90 m di spessore, rinforzate da contrafforti e torri. La pianta è un quadrilatero irregolare, orientato a sud est, e il suo nome significa non luogo delle carovane (come erroneamente riporta qualche guida), ma "piazza delle Armi". Perchè questa fu la prima città fondata ex-novo dagli Arabi, che poi nelle coste di Sousse e Hammamet costruirono dei "Ribat" (cioè delle fortezze) a sua difesa.

I lavori per edificarla iniziarono dal 671 (anno 51 del calendario islamico) e subito fu considerata un modello per tutte le moschee successive del Maghreb. Copre una superficie di 9.000 m², con un perimetro di circa 415 m.

Il cortile, accessibile da 6 porte laterali è circondato da gallerie con colonne in granito e in porfido,  Al centro del grande cortile, lastricato in marmo, si trova una vasca per la raccolta dell'acqua piovana, dotata di filtri per raccogliere la polvere prima di scaricare l'acqua nel grande serbatoio-cisterna sotterraneo. L'acqua serviva allora come oggi per la abluzioni e i vari riti di purificazione che precedono il rito (il musulmano si lava il viso, i capelli, mani e braccia dopo aver provveduto a casa propria o nei bagni esterni anche alle parti intime).

A scandire il tempo e quindi a decretare l'ora esatta per la preghiera sono 3 meridiane. Due sono ancorate alle pareti del colonnato e una è in posizione semi-centrale nel cortile. Sul lato settentrionale della spianata svetta un massiccio minareto, il più antico conservato.

All'interno della Moschea la sala della preghiera divisa in 17 navate ad otto arcate con il mihrab che indica la direzione della Mecca. All'esterno, lungo il porticato, si affacciano le aulette della madras. Sotto il regno degli Aghlabidi il luogo divenne un centro universitario sia per il pensiero musulmano sia per le scienze profane.

Questa moschea è di fatto un catalogo aperto sugli stili artistici più svariati. Comprende più di 700 colonne di porfido, granito e marmo bianco, di fattura romana, bizantina e araba, perchè tutta la moschea venne realizzata riciclando materiali di recupero dai monumenti antichi principalmente di Cartagine. Ce ne sono anche alcune che riportano la croce cristiana, nulla fu dunque sprecato per la sua edificazione.

Vi si entra da un antichissimo portale in legno scolpito. Una meraviglia che giustamente l'Unesco ha deciso di tutelare.
(Corona Perer - Kairouan)


Autore: Corona Perer

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Gallery

Commenti (0)