
Murano, il Museo del Vetro soffiato di Venezia
Si celebrano i Nason Moretti che nel 2023 festeggiano 100 anni di attività
Il Museo del Vetro di Murano è uno dei dodici della Fondazione Musei Civici di Venezia, è forse l’unico luogo al mondo dove l’arte del vetro è raccontata fin dalle sue origini: dagli esempi di vetri romani trail I e il III secolo d.C. alle creazioni del Rinascimento, fino ai virtuosismi innovativi del Settecento cheanticipano l’insperata rinascita del vetro alla fine del XIX secolo e le sperimentazioni del Novecento.
Certamente è l’unico museo dedicato al vetro artistico inserito in un contesto produttivo ancorafortemente attivo e radicato, grazie alle tante fornaci e vetrerie tutt’oggi operanti a Murano.
Il Museo organizza anche mostre temporanee. Attualmente si celebrano i "Cento anni di NasonMoretti. Storia di una famiglia del vetro muranese'', a cura di Cristina Beltrami e Chiara Squarcina, inaugurata al Museo del Vetro di Murano il 19 maggio 2023 e resterà allestita fino al 6 gennaio 2024.
La mostra celebra una nota realtà muranese, la NasonMoretti che nel 2023 festeggia cent’anni di attività .
“Un'occasione” - come afferma la Presidente della Fondazione MUVE, Mariacristina Gribaudi – “per guardarsi indietro, svelare gli archivi e condividere con il pubblico del Museo del Vetro una storia aziendale importante fatta di oltre diecimila modelli”.
Nata nel 1923, come Cristalleria Nason & Moretti, l’azienda sceglie fin da subito uno specifico indirizzo - l'arte della tavola – e, con un piglio di profonda modernità, è capace di tenere fede alla tradizione tecnica del passato reinterpretandola secondo formule contemporanee e una lavorazione, già allora, semi-industriale per l’ampio utilizzo dello “stampo”. La prima sala accoglierà infatti il visitatore con un allestimento scenografico di grande effetto che metterà subito in evidenza come la peculiarità della NasonMoretti sia legata all’arte della tavola con oggetti dalle forme più varie e dalle colorazioni intensissime.
Quella del Vetro artistico di Murano non è solo una storia antica e straordinariamente unica, ma è anche e soprattutto, una realtà viva e attuale. Testimoniare il presente non è mai facile, ma il Museo del Vetro di Murano è chiamato a narrare questa millenaria produzione, in termini identitari, di conservazione della memoria, di vetrina internazionale.
Nelle sale delle ex Conterie, nella Sala Brandolini e nel giardino di Palazzo da Mula si sono viste opere firmate da designer, opere create e ideate da maestri vetrai, installazioni artistiche come quelle del grande Tony Cragg (2022); tecniche antiche e rivisitazioni moderne: perle di vetro, calici e coppe, sculture in vero soffiato a mano, lavorazioni a lume, opere in vetro massello modellato a caldo a mano, incalmi, vetri colorati, lavorazioni a murrine, vetri specchiati, vetri soffiati in fornace, battuti e incisi.
L'obiettivo è sempre stato ricordare al mondo che a Murano si produce il vetro artistico e che le antiche tecniche non sono dimenticate, come mai sopita è l’audacia di coloro che traducono in forme continuamente rinnovate quanto la materia incandescente suggerisce.
E il museo è la casa di questa storia.
(c.perer)
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LE COLLEZIONI del MUSEO DEL VETRO
Il Museo del Vetro di Murano possiede un patrimonio inestimabile: la collezione di vetri storici. Molte le meravigliose "maraviglie" che vi sono conservate: i soffiati in calcedonio, i famosi lattimi e la “stravagante” e “fallace” avventurina, le veneziane e le murrine Franchini, le conterie, le perle a lume e i campionari di fine XIX secolo: una collezione importantissima e mai inserita prima d’ora nel percorso museale che conta anche manufatti boemi.
Assolutamente superlativa la collezione di perle, costituita da 85 cartelle campionarie contenenti 14.182 perle.
Posto di rilievo hanno le produzioni locali, con il “vetro ghiaccio”, la lavorazione a filigrana, la tecnica a “mezza stampatura”, stemmi dogali o papali, creazioni famose come il cesendello decorato a embrici e oro, una caratteristica lampada pensile foggiata su modelli orientali. Tra i pezzi la celeberrima Coppa Barovier, databile tra il 1470 e il 1480, uno dei vetri più antichi al mondo tra quelli decorati a smalti policromi fusibili.
Il Museo del Vetro nasce nel 1861 su iniziativa di Antonio Colleoni, allora sindaco di Murano e dell’abate Vincenzo Zanetti, cultore di arte vetraria, con l’idea di istituire un archivio di testimonianze sulla storia e la vita dell’isola, che, dalla caduta della Repubblica di Venezia (1797), ha vissuto un lungo periodo di crisi, per rinascere come lo vediamo oggi. Da archivio è evoluto in museo, grazie a numerose donazioni di vetri antichi e contemporanei da parte dalle fornaci muranesi, che nella seconda metà dell’Ottocento hanno ricominciato a lavorare intensamente.
L’intuizione dell'abate Zanetti fu - nel 1862 - di annettere al museo anche una scuola dove i vetrai studiano disegno e i vetri del passato là conservati. Dopo l’annessione di Murano al Comune di Venezia nel 1923, il museo entra a far parte del patrimonio della città, le collezioni vengono riordinate nel 1932 da Giulio Lorenzetti e Nino Barbantini e arricchite con i vetri di altre raccolte civiche veneziane. Il museo acquisisce così preziosi pezzi rinascimentali e in seguito, grazie a depositi della Soprintendenza archeologica, anche un importante nucleo di vetri antichi provenienti da scavi.
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