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Tozeur, il linguaggio dei portoni

Sud Tunisia - Nella città cantata da Battiato

Quando si arriva, dopo aver percorso per chilometri il Lago Salato, si cercano ...i treni di Tozeur  quelli cantati da Franco Battiato che a questa cittadina del Sud Tunisia ha dedicato una delle sue più belle canzoni in vetta ad ogni classifica di vendita nel 1984. La mitica città, appare come un'oasi nel deserto, e si raggiunge con il treno che parte da Tunisi.

Luogo di passaggio di carovane e di orizzonti sconfinati tra deserto e cielo, Tozeur appare quasi come un miraggio. E non è strano: è proprio da queste parti che si verifica il fenomeno della fata morgana che porta i viandanti a vedere miraggi. Le antiche carovane del deserto erano i primi treni, superare il lago salato e giungere alle porte della città poteva essere una sfida ardua: si doveva avere scorte adatte per vincere la sete per non perdere la testa.

Posta ai margini del deserto del Sahara, a sud-ovest della capitale Tunisi (da cui dista circa 450 chilometri), Tozeur è circondata da oltre mille ettari di palmeti, con oltre 400.000 alberi irrigati dall'acqua di 200 sorgenti del Ras El Aïoun, oramai perennemente all'asciutto. E' il famoso "lago salato".

La cittadina è bella: sembra ricamata con i suoi mattoncini posti a rilievo sulle facciate, anticamente usati per catturare il riflesso del sole e favorirne la rifrazione all'interno delle case. Arrivati a Tozeur c'è un altro viaggio da intraprendere: tra le viuzze cn le case che sembrano ricamate e  tante porte sbarrate. Dietro ogni portone si apre su un mondo.

Il linguaggio dei portoni è eloquente a Tozeur. Jamel Eddine Hedfi, all'epoca presidente della comunità islamica nonché guida turistica, mi ha condotto alla scoperta degli angoli più antichi e caratteristici.

"Gli antichi portoni della città parlano" dice "è un linguaggio ben preciso, affidato ai colori: quelli blu ricordano il cielo dell' esperienza, luogo dell'incontro con Allah. Quelli verdi ricordano invece la pace del paradiso nel giardino di Allah, mentre se sono gialli ricordano la sabbia ovvero il cammino e la fatica dell'uomo su questa terra"

Ma i portoni di Tozeur sono ancora più eloquenti e singolari nei battacchi che sono tre e rispondono a tre suoni distinti. Chi batte a destra in alto é certamente un uomo, chi lo batte a sinistra é una donna e la mano che usa quello più basso é certamente quella di un bambino. Da dentro casa, chi ode il battacchio capisce subito dal suono chi stia bussando. Ce ne sono di molto antichi nella Medina dove anche la forma delle porte indica, se quadrata,  l'ingresso di un casa, se ad arco l'entrata di una moschea.

Ce ne sono anche di più recenti. È  certamente dei primi del '900 il portoncino marrone nel quale l'artigiano ha decorato in  superficie simboli di ricchezza e benessere. C'è la giara dove si conservano datteri, olive, olio e ci sono due spille accessori tipici per fermare le tuniche femminili. Al centro l'inequivocabile simbolo di una bicicletta.

E non si pensi che anche i minareti non abbiano le loro regole: quelli quadrati sono i più antichi perché costruiti anteriormente all'arrivo degli ottomani, che non a caso cominciano a costruirli su pianta ottagonale.E tra una piazzetta e l'altra su incontra il vecchio imam, bambini che giocano, donne che rincasano con la spesa e fuggono l'obiettivo del turista come la peste.

Abitata fin dall'antichità, Tozeur è probabilmente di origine berbera. Il suo destino è sempre stato quello di assumere un ruolo di rilevanza come centro di commercio carovaniero trans-sahariano, fin dai tempi dei Cartaginesi.

Nel 33 a.C., colonizzata dai Romani, prese il nome di Thusuros. La città divenne uno snodo commerciale, importante sia per il commercio dei datteri sia per quello degli schiavi attraverso la strada romana che da Gabès portava a Biskra. Di questo periodo rimangono i resti di una remota (e labile) influenza cristiana: una chiesa venne infatti subito inglobata alla moschea di al-Kasr quando - nel XIII secolo - la città divenne musulmana.

Fu allora che Tozeur continuò ad ingrandirsi insieme ai suoi palmeti, conoscendo una grande crescita economica che raggiunse il suo apice nel XIV secolo. Tozeur rimase una città di passaggio per le grandi carovane fino al XIX secolo, epoca in cui divenne predominante la produzione dei datteri.

Nella Medina si respira il silenzio e qualche profumo come quello (sempre straordinario) del pane appena sfornato. C'è anche qualche miraggio depositato su di un muro. "I love Italy" , si legge. Segno... di un sogno.


Autore: Corona Perer

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