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Maria Callas, la voce e il mito

La 'divina' che sognava di fare... la dentista

(Foto: Archivio Casa Meneghini Zevio) - Maria Callas, la voce e il mito. Ricorrono i 100 dalla sua nascita. Più che una cantante una dea in terra.

Maria Callas, nome d'arte di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulou  nasceva a New York: era il 2 dicembre 1923.

Strana sorte per una dea greca: nascere a New York. Le sue straordinarie doti di soprano e attrice, il successo, artistico e mediatico, il mito costruito attorno a lei, le sono valsi l'appellativo di Divina.

La vita del celebre soprano greco, di nazionalità statunitense e naturalizzata italiana fino al 1966, è epica come le sue origini. Secondogenita di una famiglia greca emigrata, visse il dramma della separazione dei genitori, e fu costretta nel 1937 a tornare in Grecia.

Era destinata al Mito e alla Leggenda. Ma il fenomeno Callas lo si deve alla madre,  malgrado  tra lei e la figlia ci fossero lotte drammatiche. Da piccola infatti voleva fare la dentista e fu la madre a spingerla a studiare, quasi costringendola alle lezioni di canto.

La voce venne definita straordinaria fin dagli esordi. Docile, intelligente, con una voce magnifica, un'abilità e un'intelligenza stupefacente, così diceva la sua prima maestra di canto.

Maria però voleva tornare dal suo adorato padre a New York. Scapperà dalla Grecia all'invasione dei tedeschi per tornare in America dove si arrangia facendo lavori saltuari.
Il colpo di fortuna arriva: il bambino a cui fa da baby sitter è il figlio di un musicista molto amico di Arturo Toscanini, ed è così che riesce ad ottenere la sua prima parte da protagonista. Parte per un tour in Italia: è il 2 agosto 1947 quando la Callas incontra il successo. Teatro di questo amore fu Verona, dove incontra Battista Meneghini che investe tutto su di lei. Si sposano e inizia il mito.

Non particolarmente bella, con qualche chilo di troppo, era però magnifica per voce e carisma. Le prime critiche in Italia furono feroci. "Troppo grassa" scrissero i quotidani e lei cominciò una dieta feroce. Ma nei teatri lirici era già un mito: la sua voce coniugava un timbro unico a volume, estensione e agilità notevoli. La Callas contribuì alla riscoperta del repertorio italiano della prima metà dell'Ottocento (la cosiddetta «belcanto renaissance»), in particolare Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti, di cui seppe dare una lettura personale, in chiave tragica e drammatica.

Tra i suoi cavalli di battaglia vi furono anzitutto "Casta Diva" e poi Verdi (Traviata, Trovatore, Aida), Ponchielli (La Gioconda) e Puccini (Tosca, Turandot). Indissolubilmente legati al suo nome sono la Norma di Vincenzo Bellini e Medea di Luigi Cherubini, ruoli di cui ha dato un'interpretazione magistrale. Si dedicò inoltre con successo alla riscoperta di Armida e Il Turco in Italia di Rossini, Il pirata di Bellini, Anna Bolena di Donizetti, Alceste e Ifigenia in Tauride di Gluck, La Vestale di Gaspare Spontini e Macbeth di Verdi.

A lei si deve la riscoperta della vocalità ottocentesca e il termine di soprano drammatico d'agilità per la restaurazione della tecnica di canto di origine primo-ottocentesca applicata a tutti i repertori. Col successo arrivarono anche le invidie.

Renata Tebaldi, molto amata da Toscanini, era la sua rivale: la Callas la sostituì alla Scala.  E la rivalità teneva banco sui giornali insieme ad altre cattiverie sul suo temperamento. Veniva definita cattiva, irritabile, attaccata ai soldi. A volte nei teatri dovette assistere a proteste dal Loggione architettate appositamente contro di lei. "Accadrà sempre come è sempre accaduto" commentò la Callas. "Ho dei colleghi che pagano per farmi fischiare" rivelò a Roma in un'importante prima che venne sospesa tra primo e secondo atto.

Ma nel suo corpo si agitava un altro demone: quello dell'Amore. Nel settembre del 1957 ad una festa a Venezia aveva incontrato Onassis che due anni dopo nel luglio 1959 la inviterà nel suo panfilo con Churchill e altre celebrità. Fu un colpo di fulmine. Meneghini e la Callas si separano. Il marito tradito ma innamorato dichiarò "La risposerei".

Con Onassis fu il suo grande amore, ma mai come in quel periodo divenne preda di pianti e tristezze per i suoi molti tradimenti. Aveva avuto tutto dalla vita, e tutto ....in soli 5 anni: bellezza, amore, ricchezza, successo. Visse epicamente come una guerriera che ama ed è agitata dall'amore. Finchè nel 1968 arrivò la notizia che Onassis avrebbe sposato la vedova di Kennedy ribattezzata subito Jackie O.

Lo venne a sapere dai giornali. L'umiliazione era globale. "La pagheranno tutti e due", commentò. E fu l'inizio della sua fine. Si innamorò di Pasolini sul set di Medea, che sente come incarnazione del proprio essere. Ma l'amore era impossibile. Nel 1973 torna sulle scene (che aveva abbandonato per Onassis nel 1965) con un tour accanto al tenore Giuseppe Di Stefano che diventa anche per un breve periodo anche partner della vita.

Ma Maria era una donna spezzata e ferita. Onassis muore a Parigi nel 1975 e muore anche lei due anni dopo. E' il settembre del '77. "Crisi cardiaca" disse il referto. Moriva a 53 anni, cioè nel fiore della sua maturità, quando era ormai per tutti un fenomeno di stile e arte. Quel giorno è ancora avvolto nel mistero. Le prime voci furono di un suicidio. Non riusciva  più  a dormire dal giorno del tradimento di Onassis e rivelò che ogni giorno della sua vita da allora era "...per fortuna un giorno di meno...". Che non avesse più voglia di vivere era evidente. Onassis le aveva preferito la vedova Kennedy. Tra loro era stata passione. L'amore la distolse persino dall'altro grande amore: il canto, la sua arte. Per entrambi fu un incontro fatale.

Illusa e delusa, Maria Callas aveva dovuto assistere impotente al tradimento dell'armatore greco. Averlo saputo dai giornali: fu quella la pugnalata che l'aveva fatta morire, 9 anni prima che accadesse davvero.

C.Perer


Autore: Corona Perer

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