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Cambiare l'Europa è ancora possibile ?

No, probabilmente è meglio tornare agli stati nazionali

Cambiare l'Europa è ancora possibile? Probabilmente no: è meglio tornare agli stati nazionali. Il maggior partito attualmente disponibile è quello degli astensionisti. E le evidenze a loro sostegno sono: un'Europa che pensa a guerre e armi, che manca totalmnte di trasparenza, con una presidente quale è la baronessa Von der Leyen che nemmeno si presenta davanti ai giudici a chiarire non solo come ha speso il denaro europeo, ma anche gli enormi conflitti familiari.

L’Europa di oggi non conta affatto. E' stata pensata proprio per non contare nulla. C’è un  libro “La grande scacchiera”, scritto da Zbigniew Brzezinski, in cui si spiega precisamente il compito dell’Europa da un osservatorio degli Usa.

La tesi Zbigniew Brzezinski, politologo, è che l’Europa deve essere una specie di accrocco burocratico, che va favorita la costruzione di una sovrastruttura tecnocratica in cui ogni singola nazione europea non possa fare: né un passo avanti nella direzione dell’unità politica, che metterebbe in discussione il primato statunitense».

Ed è lo stesso Berliner Zeitung a scrivere oggi che l'economia europea si sta dissolvendo e che è totalmente in mano agli interessi Usa.

A questo punto andare a votare?
Sì, ma solo se ci fosse stato un vero cartello e una vera unione fra i partiti del dissenso.
No, se si tratta solo di costruire qualche buona carriera. Fosse anche degli amici.

 

 

 

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