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Trento bocciata, ha violato la privacy

Sanzione dopo la bocciatura: Trento voleva essere capofila, ma ha violato la privacy

24 gennaio 2024 - Comune di Trento bocciato e sanzionato. Gran bella notizia: il Garante per la protezione dei dati personali, come noto,  aveva stoppato i progetti finanziati dalla UE denominati Marvel, Protector e Precrisis che Comune-Fbk avevano presentato come ''Intelligenza artificiale per la sicurezza urbana'' riempiendo di telecamere e microfoni per le vie del centro. Ora arriva la sanzione di 25 mila euro (la sanzione poteva arrivare fino a 20 milioni).

Lo ha annunciato il Servizio Gabinetto e pubbliche relazioni del Comune di Trento, che
ha diramato la seguente nota: ''L’Autorità propone di definire la controversia con il pagamento di 25 mila euro e riconosce che il Comune “ha agito in buona fede incorrendo in un errore in diritto”.

Buonafede... tutta da definire: in realtà il Comune prosegue impavido con un progetto di città a 30 all'ora che ovviamente si avvale (o si presume debba avvalersi) proprio di un gran numero di telecamere... E comunque proprio nella sua nota ufficiale il Comune richiama i prgetti della Città Smart facendo capire che andrà avanti.

Tra i primi ad insorgere erano stati l'associazione ‘Uniamoci Trentino’ che aveva indetto una grande manifestazione nazionale proprio a Trento (lo scorso 9 settembre) ed inoltre Marco Rizzo Co-fondatore di Democrazia Sovrana Popolare e Giovanna Giugni che si era candidata per DSP alle elezioni provinciali di ottobre. Giustamente avevano rilevato ciò che anche il Garante ha poi eccepito.

''Di tutta questa vicenda si ha notizia solo attraverso interrogazioni di consiglieri comunali e stampa locale, perché mai il Sindaco si è premurato di informare i cittadini stessi, attraverso passaggi in consiglio comunale (e forse nemmeno in giunta, come speriamo di appurare con una richiesta di accesso agli atti). Niente informative sui contenuti dei progetti, su quelli della nota del Garante e nemmeno sulla possibile sanzione all'amministrazione della città. Democrazia Sovrana Popolare si chiede come mai sia mancata tanta trasparenza sulle scelte del sindaco e chi pagherà le conseguenze di queste scelte. Su quest'ultimo punto soprattutto, auspichiamo che il sindaco informi e renda maggiormente partecipi i cittadini di Trento. Che non sono suoi sudditi'' commentarono Marco Rizzo e Giovanna Giugni

Questo prima che il Garante per la protezione dei dati personali intervenisse con nota datata 31.10.2023 sui progetti Marvel e Protector di cui il Comune di Trento è partner assieme alla Fondazione Bruno Kessler. Trento con autoreferenziale trionfalismo > leggi qui si era presentata come città pilota in cui si sperimentava la piattaforma tecnologica che attraverso le telecamere del sistema di video-sorveglianza e microfoni dovevano riconoscere una situazione potenzialmente pericolosa. Il Garante ci ha visto giustamente delle violazioni: in particolare è stata contestata la violazione palese della privacy.

"Ci atteniamo alle prescrizioni del Garante" aveva commentato  il sindaco Franco Ianeselli che alla presentazione del progetto posava soddisfatto, ma alle domande della giornalista di Rete4, Raffaella Regoli, minimizzava scappando in bicicletta.

Le domande che non hanno ricevuto risposta erano tante: quali dati si pensava di registrare? Chi ne entrava in possesso? Per quale utilizzo? Con quali garanzie di rispetto delle normative sulla Privacy, anche a fronte di un’altra sperimentazione trentina scoperta soltanto grazie a una conferenza all’interno del Festival dell’Economia: l’E-wallet, portafogli digitale nel quale confluiranno persino i dati sanitari?

Ma il Comune replicava ''Si tratta di progetti di intelligenza artificiale per la sicurezza urbana finanziati dall'Unione Europea''. Bel passo avanti. Un progresso fortunatamente bocciato.

Il Servizio Gabinetto e pubbliche relazioni del Comune di Trento in data odierna (24 gennaio 2024) ha diramato una nota nella quale insiste sulla buonafede, lo riportiamo integralmente:

"Progetti Marvel e Protector, il provvedimento del Garante
L’Autorità propone di definire la controversia con il pagamento di 25 mila euro e riconosce che il Comune ha agito in buona fede incorrendo in un errore in diritto.

Con un provvedimento notificato il 20 gennaio scorso, il Garante per la protezione dei dati personali propone al Comune di Trento di definire la controversia relativa ai progetti europei Marvel e Protector con il pagamento di 25 mila euro che dovrà avvenire entro il termine di 30 giorni.
I progetti finanziati dall’Unione europea, di cui il Comune di Trento è uno dei
partner, sono stati avviati nel 2019 con l’obiettivo di addestrare dei software a
riconoscere potenziali situazioni di rischio per la sicurezza urbana. Lo sviluppo del software doveva avvenire utilizzando gli audio e i video registrati dalle telecamere già in uso dalla polizia locale e anonimizzati alla fonte grazie ad algoritmi messi a punto dalla Fondazione Bruno Kessler, partner tecnologico dei progetti europei. Pur rilevando il non corretto trattamento dei dati personali, il Garante riconosce che il Comune “ha agito in buona fede, essendo incorso in un errore in diritto, nella convinzione che i trattamenti in questione potessero essere sussunti nel quadro giuridico in materia di sicurezza urbana e che le misure volte all’anonimizzazione dei dati fossero sufficienti a evitare la possibilità di identificare gli interessati, avendo, peraltro, l’Ente fatto affidamento sulle valutazioni del proprio Responsabile della protezione dei dati (il Consorzio dei Comuni) e sulla consulenza specialistica ricevuta dalla Fondazione Bruno Kessler, soggetto dotato di un’elevata competenza nell’ambito della ricerca scientifica”. Inoltre, il Garante considera tra le attenuanti anche il “numero limitato di ore di registrazione” (309 ore per il progetto “Marvel”; 18 ore per il progetto “Protector”, di cui solo 4 ore sono attualmente conservate) e la promozione di “forme di divulgazione pubblica dei progetti”.
Tra i rilievi mossi dal Garante, il fatto che il Comune abbia raccolto dati personali in luoghi pubblici per finalità di ricerca scientifica in assenza di una norma che autorizzasse tale attività. Infatti, secondo il Garante, telecamere e microfoni avrebbero raccolto dati personali in quanto le tecniche di anonimizzazione impiegate non sarebbero efficaci nel rendere non identificabili i soggetti. Inoltre anche le informative relative al trattamento dei dati sarebbero insufficienti: i cartelli installati nelle piazze non riportavano, per esempio, le corrette indicazioni sulle finalità di ricerca scientifica e sui termini di conservazione delle registrazioni.
Le osservazioni del Garante mettono in evidenza come la normativa attuale sia del tutto insufficiente a disciplinare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per analizzare grandi quantità di dati e migliorare la sicurezza delle città. Per questo
l’Amministrazione comunale auspica che il legislatore possa definire meglio la
materia adeguando le doverose esigenze di tutela della sicurezza pubblica
(costituzionalmente garantita) alle continue innovazioni scientifiche e tecnologiche. Viste le incertezze sul piano normativo, il Comune di Trento proseguirà l’interlocuzione con il Garante per la protezione dei dati personali in modo da aver tutti gli elementi per affrontare con le giuste precauzioni gli eventuali progetti futuri.

A quanto pare di capire: Trento deciderà se ricorrere o meno ma comunque andrà avanti.
I cittadini ora sono informati.
(c.perer)

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In piazza contro il controllo facciale

10.9.2023 - Una manifestazione nazionale si è tenuta a Trento il 9 settembre. Il tema è quello delle Telecamere e delle libertà. Trento infatti è una delle città europee individuate come capofila di una sperimentazione che in nome della presunta sicurezza rischia di rinchiudere i residenti in una realtà controllata da sistemi che ricordano il Grande Fratello di orwelliana memoria.

Della discutibile scelta del suo sindaco abbiamo subito data notizia il 9 maggio scorso segnalando anche il trionfalismo con cui Franco Ianeselli (leggi qui) salutava il progetto con comunicato congiunto Comune e FBK (...quella che in pandemia inventò il braccialetto elettronico per i bambini, per fortuna ignorato dal mercato e quella che sbagliò anche i calcoli matematici sul contagio, ma lasciamo correre.)

Attraverso i programmi Marvel, Precrisis e Protector, calati sulla cittadinanza saranno osservati comportamento, frequentazioni, attività e abitudini, e magari tosto o tardi arriverà la certificazione sulla Co2 prodotta individualmente.

La realtà ormai è difficile: dal 25 agosto con l’entrata in vigore del Digital Service Act siamo tutti più controllati, specie chi come noi informa sui baluardi del diritto ornai empre più evanescenti

L’associazione ‘Uniamoci Trentino’ ha indetto una grande manifestazione nazionale per informare e sensibilizzare i cittadini rispetto alle svariate sperimentazioni che stanno trasformando le città in prodotti ed i loro abitanti in consumatori attraverso la digitalizzazione del territorio e il controllo ineludibile di spostamenti, conversazioni e opinioni.

I Software predittivi di Trento (ma ne sono previti anche a  Caorle) sono  sistemi di controllo con telecamere, microfoni, analisi dei social network per mezzo di intelligenze artificiali che monitorano h24 cittadini incensurati (senza alcun mandato da parte della magistratura), con pretesti çome quello di individuare le aree cittadine più a rischio (già ampiamente conosciute dalle forze dell’ordine) e “prevenire” non solo reati (che semmai si possono registrare, ma non certo anticipare, come hanno dimostrato tutti i recenti fatti di cronaca) ma anche “assembramenti” che sono un diritto costituzionale, così come lo sono la privacy e la libertà di movimento sul territorio nazionale.

Altre sperimentazioni si stanno implementando da tempo: da ZTL sempre più estese (Bologna, Roma, Milano) a City pass/contributo di accesso (Venezia), Città a 15 minuti (Milano, Torino, Ferrara)

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