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Valdastico, perchè non si deve fare

''E' pericolosa'' afferma Marco Rizzo. E Gloria Canestrini: ''Non si mette a rischio un territorio fragile''

29 settembre 2023 - L'hanno già ribattezzata: la chiamavano PI-RU-BI e si intendeva la Valdastico. Ora ci hanno aggiunto due iniziali: quelle di Zaia e di Fugatti e così l'autostrada nata alla fine degli anni Settanta, dai tre politici della Democrazia Cristiana Flaminio Piccoli (Trento), Mariano Rumor (Vicenza) e Antonio Bisaglia (Rovigo) si chiama già PI-RU-BI-ZA-FU.

 “La Valdastico è un'opera pericolosa”. Questo il messaggio chiaro che arriva da Marco Rizzo, candidato alla presidenza della Provincia di Trento per Democrazia Sovrana Popolare.
 
Marco Rizzo, crede che la Valdastico sia un'opera fondamentale per il Trentino?

La Valdastico assolutamente no. E' un'opera vecchia, inutile e pericolosa per le zone della Vallagarina che vengono coinvolte. Sulla Valdastico le comunità locali si sono espresse tutte negativamente perché è una ecatombe ambientale e una grossa opera inutile e costosa passerebbe in mezzo alla Vallarsa” devasterebbe montagne falde acquifere e costituirebbe ponti sospesi devastanti.


La mobilità green è fondamentale per il futuro. Lei crede che il Trentino debba investire di più?
Il green non deve essere fatto pagare alla classe lavoratrice. Il nostro green è questo: l’elettrificazione e il raddoppio della ferrovia della Valsugana, per trasformarla nel corridoio di passaggio delle merci su rotaia, riducendo così parte del traffico di camion dalla A22; la costruzione, con il minor consumo di suolo possibile, della ferrovia Rovereto-Alto Garda e della ferrovia dell’Avisio (Trento - Cembra - Cavalese - Canazei) funzionali sia per incentivare l’arrivo con il treno da parte dei turisti, sia per rispondere adeguatamente al bisogno di mobilità dei tanti pendolari; servizi di trasporto pubblico a chiamata per le zone di utenza cosiddetta “debole”: Vallarsa, val di Cembra, valle del Chiese, val di Ledro.

La provincia di Trento punta poi sull'aeroporto Catullo. E' giusto?
Io credo che la vera domanda è “a chi serve l’aeroporto di Verona?”. Per il turismo? Ma allora ci deve essere un’intersezione su rotaia che da lì porti i turisti in Trentino. Ma torniamo al discorso di prima: serve potenziare o costruire le reti ferroviarie locali. Dimenticare il locale significa dimenticare il territorio per lasciare spazio alle dannose grandi opere che non mantengono poi il “ritorno” che promettono e servono a fare grandi profitti per pochi.

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LA POSIZIONE DI GLORIA CANESTRINI (ONDA)

Al progetto si è da sempre opposto un comitato spontaneo che ha nell'avvocato Gloria Canestrini la propria portabandiera (è capolista nella lista Onda - Degasperi Presidente). Le abbiamo chiesto quali sono i motivi per cui quest'opera non s'ha da fare.

Gloria Canestrini, da portavoce del Comitato NOA31 Vallagarina, perché questa autostrada non va fatta?
Non si mette a rischio un territorio già fragile per motivi morfologici, popolato da sorgenti, la più importante delle quali, attraverso l’acquedotto di Spino, fornisce l’acqua anche alla nostra città. Ho sentito qualche progettista dire che questo è un problema risolvibile, si fa “il giro intorno”.

Che sensazione avete dopo mesi di lotta e azioni di sensibilizzazione?
La sensazione di chi, come noi del Comitato, si occupa da anni di evitare quest’opera dannosa e rischiosa, è che si voglia aggirare ogni considerazione di prudenza e di buon senso.

Secondo voi quest’opera non porterebbe alcun beneficio?
Non si vede proprio a chi. Non certo all’economia, dal momento che di un collegamento autostradale diretto con il Veneto beneficerebbe di più proprio questa regione. Non al turismo, poiché la meravigliosa Vallarsa  sarebbe ridotta a corridoio di rapido transito con gravi danni al paesaggio. Viadotti, tunnel e raccordi, oltre a non giovare al panorama, provocherebbero un intenso viavai di mezzi pesanti per sbancamenti e costruzioni, condizionando per i prossimi anni l’appena iniziata opera di valorizzazione storica, paesaggistica e turistica delle valli del Leno.

Eppure a parole tutti convengono su sviluppo sostenibile e turismo lento...
Quello dello sviluppo sostenibile non deve essere uno slogan ideologico, ma un serio proposito che ogni amministrazione dovrebbe tenere nel massimo conto, se vogliamo salvare gli equilibri naturali. Cioè, in definitiva, il nostro benessere e la nostra salute.

Il fatto che molti Comuni si siano già espressi contro la realizzazione della nuova tratta autostradale dovrebbe però rassicurarvi…
Oggi sono in molti a dichiararsi contrari e noi siamo molto contenti di questo. A cominciare dai cittadini: due anni fa abbiamo raccolto quasi seimila firme solo in Vallagarina. Dopo qualche incertezza finalmente anche il Comune di Rovereto, insieme ad altri Comuni, ha approvato le mozioni contro l’opera.

nella proiezione il possibile sbocco a  Rovereto Sud

 

Quale è stata per voi la difficoltà maggiore in questi mesi?
La difficoltà maggiore è stata quella di far capire a chi diceva “prima vediamo il progetto e il tracciato, poi decidiamo” che nessun tracciato  può andare bene, dal momento che recherebbe danno ovunque per i motivi appena espressi. Oggi, dato che le elezioni provinciali sono già in vista, molti soggetti politici si esprimono in tal senso, ma la nostra preoccupazione è che, una volta spentisi i riflettori elettorali, prevalgano gli interessi dei gruppi di potere alla realizzazione.

Quindi la mobilitazione ricomincia?
A dire il vero non si è mai fermata. Vorremmo anche fare un passo in più, rispetto al passato, ossia cercare di  supportare l’integrità dei bellissimi luoghi di Vallarsa anche facendoli conoscere attraverso reportages, mostre fotografiche e altre iniziative. Ormai l’abbiamo imparato, che per tutelare un territorio minacciato occorre valorizzarne l’identità, la natura  e la storia. Con la Vallarsa è facile, visto che di storie e di meraviglie naturali è davvero ricca.


Autore: Corona Perer

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