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Monte Amiata, dove vola il Nibbio

Dall'antico vulcano, ormai spento, sgorgano preziose sorgenti

Un antico vulcano, ormai spento, da dove sgorgano numerose sorgenti, una imponente ricchezza idrica e termale che sfocia a Chianciano. Da queste parti è tornato a volare il nibbio reale grazie ad un progetto, cofinanziato dall'Ue. Il ripopolamento del rapace ha riguardato l'alta Valle dell'Albegna e il Parco di Frasassi con il rilascio di giovani esemplari. La sua presenza è un must che si aggiunge al profumo del bosco, il sapore delle castagne, il calore che si immagina provenire dalle viscere del vulcano, ormai quieto e addormentato.

Il monte Amiata, massiccio montuoso dell'Antiappennino toscano posto tra la Maremma, la Val d'Orcia e la Val di Chiana sovrasta l'abitato di Abbadia Salvatore. Chi abita ai suoi piedi la chiama la montagna-madre. È un antico vulcano, ormai spento.

Dalle sue profonità sgorgano numerose sorgenti, una imponente ricchezza idrica e termale che va poi ad arricchire la vicina Chianciano, centro di importanza storica nel turismo termale ma che regala nel primo paese posto ai suoi piedi (Abbadia San Salvatore) i meravigliosi Bagni di San Filippo. L'Amiata è in parte nella provincia di Siena e in parte in quella di Grosseto. Siamo nelle Terre di Siena e nella dolcissima Val d'Orcia.

Da queste parti passa la via Francigena che provenendo da Poggibonsi e dirigendosi verso Acquapendente, tocca località piene di fascino come Monteroni, Murlo, Buonconvento (a una manciata di chilometri da Montalcino), e prosegue per San Quirico d'Orcia, Castiglione, Radicofani, San Casciano e appunto Abbadia San  Salvatore.

Quest'ultima località è un gioiello: oltre ad avere un magnifico  centro storico da percorrere a piedi con un dedalo di viuzze.

Per il Natale l’intera comunità della cittadina del Monte Amiata si è mobilitata per dare vita a un’esposizione itinerante che ha presentato oltre 40 presepi, secondo un allestimento che sfrutta le peculiarità delle strade e delle abitazioni del borgo antico. Inoltre, in concomitanza con il Giubileo, 7 presepi sono dedicati a rappresentare una scena delle Sette Opere Corporali di Misericordia.

Abbadia è chiamata anche la Città delle Fiaccole una delle più antiche feste italiane del fuoco che la comunità badenga continua a vivere in modo singolare.Un motivo in più per visitare Abbadia è il parco minerario che racconta come - a cavallo tra Ottocento e Novecento - proprio da questo luogo - braccia operose abbiano dato vita ad una economia importantissima per l'intero paese. Qui si estraeva il mercurio dal cinabro. Circondato da un magnifico bosco di castagni, il parco minerario è un pezzo importantissimo di storia italiana.

Nel parco-Museo il recupero della memoria è portato avanti con convinzione dalla popolazione locale. Visitarlo regala conoscenze ed emozioni davvero straordinarie. E' possibile infatti entrare nelle miniere, conoscere e sentire dagli ultimi minatori la vita che conducevano, i rischi che correvano e la fatica che portarono sulle loro spalle, nonchè le malattie di cui furono vittime, fino al 1976 anno della chiusura dell'impianto.

Oggi del mercurio, non più prodotto da oltre trent'anni, rimane dunque una ricca memoria. Il Museo minerario di Abbadia San Salvatore è un pezzo imprtantissimo di storia italiana ed anche europea. La miniera di cinabro contava gallerie per 35 chilometri fino a 400 metri in profondità, disposte su ben 16 livelli a 25 metri l'una dall'altra. Un percorso di circa 300 metri dove sono riprodotti i luoghi di lavoro è oggi accessibile anche ai turisti. Il parco minerario è immerso in percorsi naturalistici per escursioni a piedi, a cavallo e in mountain bike, anche se per molto tempo i castagni venivano tagliati per farne pali con i quali sostenere e consolidare le miniere in continua escavazione.

L'origine del toponimo "Amiata" è stata da alcuni individuata nel latino "ad meata", ossia "alle sorgenti". Altre ipotesi lo farebbero derivare da "mons Tuniatus-Montuniata" con riferimento a Tinia, la massima divinità etrusca. Non è un caso che proprio qui sia sorta una Abbazia imperiale. Imperdibile la visita al monastero prima benedettino poi cistercense, che in epoca feudale ha esercitato un potere di rilievo sui territori posti sul versante orientale e occidentale dell'Amiata.

L'Abbazia ebbe fortune alterne, dovute anche ai frequenti scontri tra casate (Aldobrandeschi contro Orsini e magari rapporti conflittuali con il Papato di Roma) finchè fu infine soppressa nel 1782.
Il Museo di arte sacra ricco di reperti prestigiosi (tra cui una copia del Codice Amiatino) avrà presto una nuova sede. Al momento si trova ancora nei locali attigui all'Abbazia. Tra i pezzi più importanti un cofanetto-reliquiario del VIII secolo, il reliquiario di San Marco Papa, a forma di busto, di Angnolo Romanelli (1381), una casula dell' VIII-IX secolo e un pavimento senese di maiolica datato XV secolo già della Chiesa della Madonna del Castagno.

Il monte Amiata ha ottime piste da sci e impianti per sport invernali. Stazione climatica e luogo di vacanza conserva a poca distanza un altro gioiello naturalistico: i bagni di San Filippo.

L'acqua termale che sgorga dalle viscere del vulcano ed è ormai il must di questa zona, così ricca e piena di emozioni, da gustare nei suoi sapori (gastronomia di assoluta eccellenza: sono le terre della cinta senese) e nei suoi umori autunnali.

 


Autore: Corona Perer

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