Arte, Cultura & Spettacoli

Innsbruck, il Ferdinandeum celebra Goethe

Mostra dedicata al suo viaggio in Italia fino al 26 ottobre 2020

(foto copertina di Alexander Haiden) - L'edificio che ospita il  Tiroler Landesmuseum chiamato "Ferdinandeum" è architettonicamente armonico colpisce per la cupola che richiama lo stile neorinascimentale fiorentino: una nota anomala che servì per creare l'aula centrale rotonda  pensata come sala per esporre le figure della fontana di Leopoldo. Il Tiroler è museo sin dalla sua fondazione (1823) e in questo denota l'attenzione che già al tempo c'era per il patrimonio storico tirolese. Ma questo è anche l'angolo più italiano della asburgica Innsbruck.

Il Ferdinandeum celebra nel 2020 Johann Wolfgang von Goethe. La mostra inaugurata il 26 giugno resterà aperta fino al 26 ottobre 2020. Attraverso il suo sguardo il Tiroler Landesmuseen intraprende un viaggio in Italia. Il poeta tedesco ne diede un’immagine idealizzata, come del resto molti dei suoi contemporanei nel XVIII secolo, la nostalgia di un mondo ideale è quindi il vero oggetto di questa mostra speciale.

«La nostra visione dell’Italia è plasmata da stereotipi che neppure il confronto con la realtà riesce ad intaccare» dice Peter Assmann, direttore del Museo. Da qui il titolo che può sembrare polemico: “Il viaggio in Italia di Goethe. Omaggio a un paese mai esistito”. La grande mostra 2020 del Museo Ferdinandeum è una provocazione. «Vogliamo riflettere sull’immagine idealizzata che abbiamo creato del Paese ai nostri confini meridionali e farla dialogare con le prospettive contemporanee».

Oltre alla mostra temporanea, il Museo vanta importanti collezioni permanenti. Stupenda la raccolta di opere fiamminghe tra le quali si ammira un piccolo e meraviglioso quadro: è il "vecchio con berretto in pelliccia"  che Rembrandt annoverava tra gli studi di teste. Tra i ritratti ci sono anche dipinti del Craffonara e il Claudio Monteverdi musicista dipinto nel 1630 da Bernardo Strozzi.

Al piano interrato la collezione Archeologica ospita reperti importanti dell'area tirolese orientale. Tra questi la più antica raffigurazione di una caccia alle lepri. Al primo piano si accede al Medioevo tra reliquari istoriati, arredi sacri e statue devozionali fino al gioiello: l'altare di Castel Tirolo (1370), il più antico altare a portelle di tutta l'area alpina.

Tra i  capolavori il Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum, conserva il ''San Gerolamo nel deserto'' (1525 circa), un olio e tempera su legno di Tiglio da ardere, splendidamente conservato nei suoi colori originali realizzato da Lucas Cranach, noto come Cranach il Vecchio, artista del '500 annoverato accanto ad Albrecht Durer fra i pittori rinascimentali più significativi (nel 2018 il Ferdinandeum gli ha dedicato una mostra sul "deserto fiorito" del grande artista).

Cranach amava il deserto, tanto che lo fece fiorire in una selva animata da belve docili, con il santo che traduceva la Bibbia. L'arte di Cranach trasferisce la persona in un meta-tempo e in un meta-luogo tra fiere docili pienamente coinvolte nella gioia del traduttore della Bibbia. Il deserto fiorisce, si avvicina all'occhio dei contemporanei dell'artista, rimanda ad un deserto interiore che chiunque può sperimentare.

Da non perdere infine la collezione musicale. Tra violini antichi del mestro Jakob Steiner e antichi pianoforti, il Ferdinandeum annovera capolavori di arte orafa del periodo barocco e deliziose stoviglie tra cui bicchieri d'epoca Biedermeier, fino ad arrivare alla sezione dedicata ai maestri del diciannovesimo secolo. E qui l'occhio spazia tra Oskar Kokoschka, Egon Schiele, Gustav Klimt e molti altri, fino ad arrivare alla sezione contemporanea. Qui purtroppo si sente subito la nostalgia e la voglia di tornare ...indietro: per riattingere all'armonia.

 

fotoservizio: O.Galletti
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Autore: Corona Perer

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