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Parole da ridefinire: progresso

Marco Guzzi (filosofo): Quale idea di progresso?

Per alcuni secoli, almeno a partire dalla svolta storica che inaugura il tempo moderno, i popoli europei sono stati abbastanza sicuri di andare in avanti, e cioè di progredire verso il meglio. Eravamo convinti che lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e tecniche, insieme all’ampliamento delle libertà politiche e delle garanzie sociali, corrispondesse alla direzione stessa della Storia. Tutte le lotte culturali e religiose e rivoluzionarie dal XVI al XX secolo ruotano attorno ai concetti contrapposti di progresso e reazione, di avanguardia e passatismo, di novità rivoluzionaria e ancien régime.

Dove incontriamo oggi le direzioni di un vero progresso? Nella globalizzazione finanziaria o nelle rinnovate difese delle identità nazionali? Nella piena liberalizzazione del mercato dei corpi, degli uteri e dei materiali genetici, o nella riscoperta di una nuova ecologia dell’uomo?

E ancora: nella Chiesa chi va davvero in avanti e chi si sta invece semplicemente perdendo per strada? Sbaglia chi nega il peccato originale, i miracoli, e la presenza del Satana nella storia, o chi riscopre il mistero di Maria? Chi è cioè davvero “moderno” e chi sta dalla parte della vera crescita dell’uomo?

Oggi viviamo una situazione davvero paradossale e confusa. Da una parte la cultura postmoderna e nichilistica, secondo cui dobbiamo acquietarci in una temporalità ciclica, di tipo naturalistico, e perciò sostanzialmente priva di direzioni e insensata. Mancano visioni e voci convincenti.

La vera sfida che abbiamo davanti, se vogliamo uscire dalle sabbie mobili di questa depressione mentale/mondiale, è la ridefinizione dei contenuti del processo/progresso reale.

Dobbiamo cioè ricomprendere e ridefinire innanzitutto quale sia la mèta dello sviluppo della nostra umanità, e poi in che cosa consista la nostra crescita, che – in una società sempre più virtuale - non può superare a piè pari la relazione, primo fondamentale requisito dell'essere uomini. E' relazione preoccuparsi del bene del prossimo, amarlo, occuparsi delle sacche crescenti di povertà.

Spetta a chi ha nelle mani le leve del potere.

* Marco Guzzi è filosofo


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Autore: Marco Guzzi

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