Scienza, Ambiente & Salute

Autismo, ricerche sul DNA a Rovereto

Quando abbracci e voci scatenano la paura

Autismo, ricerche su emozioni e DNA sono in corso a Rovereto al Centro interdipartimentale Mente/Cervello, che dipende dalla Università di Trento.

Si è capito che sono specifiche caratteristiche anatomiche e funzionali del cervello alla base di una risposta alterata agli stimoli sensoriali comune a varie forme di autismo. Abbracci e voci scatenano la paura e sarebbe una mutazione del DNA a scatenare l'incapacità a relazionarsi. Un’immagine particolarmente luminosa, un tono alto della voce o un contatto fisico, come un abbraccio, possono scatenare in questi soggetti una reazione amplificata e improntata alla paura.

E' il primo riscontro sperimentale a quanto l’esperienza mostrava e la letteratura scientifica riferiva. Circa il 90% delle persone con disturbi dello spettro autistico manifesta una alterata sensibilità agli stimoli sensoriali (visivi, uditivi, tattili). Tutto dipenderebbe da specifiche caratteristiche anatomiche e funzionali del cervello.

Un progetto strategico dell’Università di Trento  denominato TRAIN (acronimo di Trentino Autism Initiative), sta portando ad una osservazione importante: alla base di una risposta alterata agli stimoli sensoriali comune a varie forme di autismo. ci sono  specifiche caratteristiche anatomiche e funzionali del cervello.

Recentemente erano state filmate e studiate le alterazioni del Dna che interrompono le connessioni cerebrali e che sono legate all'autismo. I ricercatori hanno analizzato le scansioni cerebrali di 30 bambini americani con spettro di autismo, tutti portatori della stessa mutazione genetica. Cosa e come potrà cambiare l'approccio alla malattia?

«Ci aspettiamo che questo tipo di approccio permetta di identificare in maniera oggettiva quante e quali forme di autismo esistano un prerequisito fondamentale per l'identificazione di future terapie mirate», spiegano gli studiosi del Team.

La malattia

L’Autismo e i Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) sono disturbi del neurosviluppo caratterizzati da un funzionamento mentale atipico che tende a perdurare per tutta la vita. Gli ASD sono causati da un’alterata maturazione cerebrale biologicamente determinata e compaiono già nei primissimi anni di vita. È per questo di fondamentale importanza indentificare precocemente i sintomi della malattia e intervenire il prima possibile.

Il lavoro di ricerca vede impegnato un consorzio che coinvolge 13 gruppi di ricerca afferenti a varie istituzioni. Fanno parte di TRAIN, guidato da Yuri Bozzi (Centro interdipartimentale Mente/Cervello, Università di Trento), Giovanni Provenzano (Dipartimento CIBIO, Università di Trento), Simona Casarosa (Dipartimento CIBIO, Università di Trento) e Alessandro Gozzi (Istituto Italiano di Tecnologia, Rovereto). Lo studio è stato condotto in collaborazione con il gruppo di Valerio Zerbi del Politecnico Federale di Zurigo.

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