
Fabrizio Dragosei, la mia Russia
Memorie di un grande inviato - intervista
24 giugno 2025 - La Federazione Russa ha registrato negli ultimi 2 anni una crescita del Prodotto Interno Lordo superiore al 4% annuo, dunque a ritmi maggiori rispetto alla media globale. Le materie prime hanno inciso meno sulla dinamica economica nazionale (il gas di norma incide per il 7,2% sul PIL) ma nel 2024 si è comunque attestato al + 4,9%.
L’inflazione annua è sotto al 10%. Alla data del 16 giugno 2025, l’inflazione era al 9,6%.
Negli ultimi 4 anni (3 dei quali di guerra), il numero degli occupati è cresciuto di 2,4 milioni di unità.
A partire dallo scorso ottobre, il tasso di disoccupazione si è stabilizzato ed è pari a circa al 2,3%. La Russia ha raggiunto il minimo storico della disoccupazione e cresce l’occupazione giovanile.
La Federazione Russa figura tra i Paesi con i più bassi livelli di disoccupazione giovanile a livello globale, attestata intorno al 7,5% (Francia 16% e Regno Unito dell’11%.)'.
Lo ha detto Vladimir Vladimirovič Putin al Forum Economico di San Pietroburgo lo scorso 20 giugno 2025. Ogni commento è superfluo: c'è da immaginarsi solo Ursula Von der Leyen schiumare rabbia dalle fauci. Le sue sanzioni hanno solo colpito l'Ue. Sarebbe un buon motivo per sfiduciarla, ma questo strumento tra gli eletti (anzi i nominati) della Commissione UE non esiste.
Tirate voi le somme.
In questa pagina la Russia vista con gli occhi di un grande inviato.
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Fabrizio Dragosei, la mia Russia
CORONA PERER - Ha intervistato Gorbaciov, Eltsin, Putin, Medvedev. Se c'è qualcuno che può dire ciò che la Russia è stata ed è, quella persona è certamente Fabrizio Dragosei. Laurea in scienze politiche alla Sapienza di Roma e corrispondente di lungo corso (per la Rai a Londra e poi per “Panorama”) per dieci anni ha guidato la redazione economica del “Corriere della Sera” a Roma, poi inviato speciale.
Ha seguito la prima guerra del Golfo, ha incontrato Gheddafi, ha realizzato reportages in America Latina e Africa.
Dal 1995 è corrispondente da Mosca del “Corriere della sera”. In “Stelle del Cremlino”, edito da Bompiani non solo ricostruisce come ha fatto un paese a cambiare in modo così radicale, ma anche l'altro volto della Russia.
Dragosei afferma che c’è una “grande Russia” sconosciuta. Le pacche sulle spalle con Berlusconi sono la vetrina dietro alla quale stanno i dollari del gas e un privato non meno discutibile e godereccio di quello che angustia le cronache italiane. Da profondo conoscitore dei giochi di potere nei corridoi del Cremlino, ci spiega la Russia non ufficiale.
Vladimir Putin chi è?
C’è chi sostiene che quando Putin si unì al popolo alla fine era solo un agente del Kgb infiltrato e che da allora sarebbe rimasto tale. In effetti ha avuto queste frequentazioni anche se fa dichiarazioni ambivalenti. Io l’ho incontrato e …
...e a pelle che cosa ha sentito?
Penso che abbia i suoi valori, mi è sembrata una persona che crede nei valori democratici ma ha il terrore che gli sfugga di mano la situazione. La paura di tornare al caos può rendere una persona disposta a tutto.
Un suo provvedimento consente arresti preventivi. Retaggio del KGB?
E’ un provvedimento curioso. I servizi di sicurezza possono ammonire chi commette un reato ‘secondo loro’ . Così discrezionale da inquietare. Anche gli Usa all’indomani dell’11 settembre fecero qualcosa di simile, questo ricorda il vecchio Kgb che poteva prelevare una persona da casa, fermarla e spedirla in carcere.
Lei parla di una grande rapina che ha consentito a un pugno di privilegiati di mettere le mani sulle ricchezze della Russia (petrolio, pietre preziose, minerali rari). Come è stato possibile? Dove erano i guardiani del popolo dell’era Eltsin?
Furono proprio i burocrati a consegnare la Russia nelle mani di questi personaggi. Bisognava privatizzare e non sapevano a chi dare le grandi proprietà, perciò si inventarono il sistema dei vaucher che sembrava funzionare. Le intenzioni erano buone, il risultato no. E’ venuta la mafia e tutto è caduto nella mani di chi era già ricco. La nomenclatura che temeva di perdere tutto non ha perso nulla dei privilegi: da burocrati sono diventati amministratori di beni che se prima erano dello stato ora sono loro, cioè multimiliardari.
Nel libro lei parla di “democrazia guidata” cosa intende?
Esattamente quello che dicono i sovietici: non essendo la Russia del tutto democratica o non essendo matura per avere una democrazia, dall’alto c’è qualcuno che manovra e guida.
Quale è stato il lascito di intellettuali del calibro di Sacharov o Solgenitzin ?
Il vero Solgenitzin non era democratico, credeva nella autocrazia delle comunità agricole dei villaggi. La Russia non ha mai conosciuto la vera democrazia. Tranne la Duma tra il 1905-1917 sciolta dello zar, ci sono stati 75 anni di gelo bolscevico.
La Russia intimamente vuole tornare agli zar?
Non c’è qualcosa a cui tornare. Eltsin creò una Russia davvero democratica: aprì gli archivi del Kgb dopo il 91, sciolse i servizi segreti, i giornali vissero un’orgia di democrazia durata poco perché l’eccesso partorì l’ingovernabilità da cui venne poi Putin, il quale ricreò il potere centrale.
Gli omicidi eccellenti in Cecenia e i diritti umani. E' ancora questione aperta?
L’Occidente fa i conti con paesi con regimi anche peggiori (tipo Medio Oriente) e la Russia è un polo di importanza e potenza economica da cui dipendiamo. Non dimentichiamo che un terzo del gas arriva da lì…
Paura o eccessiva cautela allora?
La chiamerei realpolitik.
Ma come sta il popolo russo oggi?
E' un popolo che ha cambiato drasticamente volto. Aveva tanta speranza su Dmitrij Anatol'evič Medvedev. Ha ancora Putin.
Il tandem tra Putin e il delfino Medvedev, funzionava davvero?
E’ giovane ed è stato portato da Putin al potere, dipende totalmente da lui. Una dipendenza psicologica da cui sta cercando di rendersi autonomo. Ha fatto qualche gesto sul versante dei diritti umani ma è ancora poco.
Lei narra di super-ricchi, feste sfrenate, pupe e i petrodollari, mentre milioni di russi lottano per sopravvivere. Pare di essere in Italia…o siamo noi un po’ russi?
A dire il vero ci assomigliamo. Ci accumuna la diffusione della criminalità mafiosa, tant’è che quando vengo in Italia mi chiedono della mafia russa e quando torno là mi chiedono di quella italiana.
Il tandem Putin-Berlusconi: fu vera amicizia o calcolo politico?
A Putin interessava e faceva comodo una persona influente e che era sempre dalla sua parte, ma c’era sicuramente anche simpatia personale reciproca.
Che ruolo giocherà la Russia con gli Usa?
I rapporti erano pessimi con Bush e lo sono ancora, ma il bottone del reset è stato premuto davvero e si è visto nel voto congiunto per le sanzioni contro l’Iran.
Allora… ci si può fidare di Madre Russia?
Sì, ma con prudenza. Resta l’interrogativo sulla democrazia interna, il virus ceceno si è diffuso interno e il paese è in difficoltà.
(Corona Perer)
intervista realizzata nel 2009
per le pagne del Corriere RCS
edizione del Trentino
Fabrizio Dragosei
Autore: Corona Perer
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