Arte, Cultura & Spettacoli

Nella città natale di Rossini

Pesaro è Capitale Italiana della Cultura 2024

Pesaro è Capitale Italiana della Cultura 2024. E' città della musica e va orgogliosa del suo genius loci: Gioachino Rossini.

Nel 2018 ci sono state le celebrazioni “Rossini 150” tra Pesaro, Urbino e Fano, per i 150 anni dalla morte (1868-2018). La città natale del Cigno ospitò a Palazzo Mosca – Musei Civici la mostra “Pesaro racconta Rossini”, esposizione esperienziale e multimediale, fulcro delle celebrazioni.

Il 2019 è stato invece l'anno della nascita del Museo Nazionale Rossini che ha sede nel piano nobile di Palazzo Montani Antaldi, edificio di pregio in centro storico, dove si racconta la vita, l’uomo e la grandezza dell’artista ma anche l’attualità dell’opera di Gioachino Rossini. Un percorso nel mondo rossiniano, raccontato come un’opera lirica, metafora musicale della sua intensa vita. Un percorso scandito in dieci sale, ovvero le tappe biografiche del compositore.

Il 2024 è anno altrettanto importante. Il Parco pubblico Miralfiore il 22-24 marzo dalle 20.00 alle 23.00. sarà illuminato da fuochi d’artificio organici dell’artista olandese Daan Roosegaarde che aprono il programma di Pesaro, Capitale Italiana della Cultura 2024.

Tappa imperdibile di una visita il Museo Rossini: costituisce la punta di diamante del grande percorso rossiniano di Pesaro, Città della Musica, che comprende  il Teatro Rossini, Palazzo Mosca – Musei Civici, il Tempietto Rossiniano, Palazzo Olivieri e la Biblioteca della Fondazione Rossini (situata al piano terra dell’edificio) e Casa Rossini.

Arrivando nella casa natale di Rossini, oggi museo,  si ammirano tante chicche: la poltrona del Barbiere di Siviglia (donata dall'ex-ministro Franceschini), la cucina  e le stanze interne. Una guida virtuale  permette la “Rossini Experience”:  un attore che personifica il musicista spiega che il pavimento è proprio quello sul quale il piccolo Gioachino trotterellava, e i segreti delle sue opere che si possono ascoltare appena entrati, come se si fosse a teatro. Sono esposti i libretti e anche il curioso testamento dove il musicista dona tutto alla moglie e alla Città di Pesaro, lasciando qualcosa anche al suo fedele cameriere, poi però qualcosa deve andare storto e con una postilla la liberalità verso il dipendente viene revocata.

Bisogna dire che Gioachino  Rossini era certamente uomo pacioso e dotato di senso di humour oltre che il grande musicista compositore a cui dobbiamo partiture che hanno reso l'Italia del bel canto celebre in tutto il mondo. Diceva di aver pianto tre volte  nella sua vita: per i primi fischi ricevuti con l'opera buffa “La Cambiale”, ascoltando il violino di Paganini, e  durante un gita in barca quando un tacchino ripieno di tartufi cadde in acqua. Tutto il resto fu dunque affrontato con quel sorriso che da queste parti è più romagnolo che marchigiano. Dell'Europa del tempo, peraltro non ancora nata, il pesarese fornisce una curiosa e simpatica definizione descrivendo le note musicali con le pulsioni degli stati nazionali del tempo:

l'Austria piena di debiti aborrisce il do
la Prussia sempre indecisa non dice mai si
il Papa fa gli ultimi sforzi per essere re
l'Inghilterra in qualunque questione risponde mi
l'Italia guardando Venezia dice
il temporale per non cadere vorrebbe fermare il sol
e in mezzo a tante ciarle la sola Francia... fa

 

Lo scritto autografato è esposto nel piccolo Museo della Casa natale del grande pesarese dove una visita è d'obbligo in questo 2018. Gioachino Rossini (Pesaro 29 febbraio 1792 – Parigi 13 novembre 1868), è stato celebrato in grande nel 2018 dichiarato Anno Rossiniano.

A Pesaro Rossini si respira ovunque: si intravvede persino nelle tante istituzioni dedicate alle arti da Palazzo Olivieri oggi sede del Conservatorio Musicale 'G. Rossini' al teatro fino al cinema sperimentale. Della memoria del grande musicista la Pesaro odierna è piena e giustamente orgogliosa. A Rossini è dedicato l'ottocentesco Teatro 'G. Rossini', opera dell'architetto Pietro Ghinelli, inaugurato nel 1818 (che quindi compie 200 anni!) e oggi una della sedi del Rossini Opera Festival.

Pesaro è anche città di nobile storia. Sorta alla foce del Foglia, da cui prese il nome antico (Pisaurus) e si affaccia sul mare Adriatico. La “palla” (come la chiamano i pesaresi) scolpita da Pomodoro per significare il mondo che si corrompe è ormai il suo simbolo. La fontana affacciata sul lungomare comunica una grande armonia: non puoi immaginare il mare agitato sostando ad ammirarla ma i frangiflutti costruiti dall'uomo dicono che da queste parti il mare quando si arrabbia fa sul serio erodendo la costa.

Abitata  fin dal sec.VI a.C. in quanto scalo marittimo, Pesaro fu facile approdo per i romani che la fortificano con mura ad impianto rettangolare e vi costruiscono sui due assi del cardo e del decumano, individuabili oggi nelle attuali vie S. Francesco e corso XI Settembre con  via Branca e via Rossini.

Dopo le scorribande di Goti e Longobardi entra nell'orbita della Chiesa prima del risveglio come libero comune nella prima metà del XII secolo. Come spesso accade non fu amica dei suoi vicini, mirando ad espandersi verso Fano con un ramo dei Malatesta detti anche Guastafamiglia (a questa famiglia appartenevano anche Paolo e Francesca uniti da tragico amore). La famiglia ebbe però il merito di  promuovere l'arte e quando entrano gli Sforza (1445) la corte malatestiana è già illuminata. Sono gli anni in cui prende forma Palazzo Ducale poi saranno i  Della Rovere a far entrare Pesaro nel ducato di Urbino, con la quale diventa capoluogo della Legazione Pontificia

Da vedere la splendida collezione di ceramiche istoriate costituenti oggi il Museo delle Ceramiche, annesso ai Musei Civici.

Curiosa la stupenda chiesa romanica di via Branca che certamente pone qualche domanda. Se uno vuole entrare d'istinto per accendere una candela, capirà di aver sbagliato porta: incontra infatti un bancomat. Presto spiegato: la Chiesa  a causa di un terremoto vide crollare una delle sue navate, che non venne più ricostruita. La Chiesa venne poi sconsacrata e diventò fiancata del palazzo delle Poste che si affaccia sulla grande piazza con tutt'altra impronta architettonica, dentro un quadrilatero istituzionale costituito da altri due importanti palazzi: Comune e Prefettura. Il sorriso che a Rossini non mancava mai, è davvero la dimensione più naturale per vivere Pesaro. Basta pigliare un aperitivo da Harnold's nella piccola piazza del Teatro per sperimentarlo.

 

Info: Museo Nazionale Rossini

 


Autore: Corona Perer

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