Arte, Cultura & Spettacoli

Giovanni Pedrotti, il fotografo gentiluomo

Liberale, facoltoso e irredentista raccontò il Trentino felix prima della Guerra

Il 24 giugno 1914 quando mancano solo quattro giorni all’attentato di Sarajevo, Giovanni Pedrotti (1867-1938) scatta alcune ultime fotografie del Trentino e della sua gente, prima di riparare nel Regno d’Italia allo scoppio di una guerra destinata a diventare mondiale, per sottrarsi alla minaccia di un sicuro arresto da parte della polizia austriaca (1909-1911).

Le immagini, confluite attraverso varie donazioni nel ricco fondo dell’Archivio Fotografico Storico della Provincia Autonoma di Trento, raccontano una terra percorsa da tensioni e contraddizioni sociali ed  ancora ignara di quanto sarebbe di lì a poco successo in termini di vite e di ideali spezzati. Una produzione che cristallizza gli ultimi istanti di felicità di un territorio che conoscerà presto (e prima del resto d'Italia) la tragedia della Grande Guerra.

L’agiato borghese,  studioso eclettico, liberale indipendente e intellettualmente autonomo, immortala molteplici sfaccettature di un mondo percorso da tensioni e contraddizioni sociali, ma ancora ignaro che la Belle Époque – sia pure in una modesta declinazione locale – volgeva definitivamente al tramonto.

La macchina fotografica, compagna fedele di tante escursioni con i familiari e i compagni della SAT (Società degli Alpinisti Tridentini), della quale fu successivamente socio, membro di direzione e presidente, offre  un’ampia illustrazione del Trentino imbevuta di amor patrio.

Nel complesso la sua produzione, concentrata negli anni 1899-1914, manifesta la varietà di interessi di un autore che alla fotografia dava compiti documentari ma che viveva con qualche ambizioni formale. Lo testimoniano certe stampe mirate al dettaglio, attraverso raffinati viraggi e elaborazioni di stampa.

Si tratta di un patrimonio di immagini di notevole ampiezza documentaria, visto che copre, sia pure con diversità quantitative, l’intera compagine territoriale, fornendo elementi preziosi ed insostituibili per lo studio della vita del tempo.
 
Con 3359 prove, tra negativi e positivi, il Fondo Pedrotti conserva un patrimonio di immagini di notevole ampiezza documentaria, visto che copre, sia pure con diversità quantitative, tutte le vallate trentine, fornendo elementi preziosi e insostituibili per lo studio di molteplici aspetti di vita ormai irrimediabilmente trascorsa.

Tra le 129 immagini selezionate per la mostra, in particolare, spicca l’interesse per il tema del paesaggio, indagato nei suoi aspetti naturali e antropici. L’obiettivo di Pedrotti si appunta anche sui centri storici e sull’architettura tradizionale, ma non trascura i segni della modernità e le trasformazioni indotte dalla nuova industria turistica compresi nuovi alberghi e rifugi alpini (lo stesso Pedrotti farà erigere l’Hotel Pordoi in Val di Fassa).

Le fotografie di Giovanni Pedrotti conducono così lo spettatore alla scoperta degli ultimi fasti della Belle Époque trentina, accompagnandolo come un controcanto nel 'conto alla rovescia' verso la deflagrazione della guerra. A corredo della mostra, un corposo e bellissimo catalogo con una interessante timeline che evidenzia quell'ignaro conto alla rovescia verso la prima grande tragedia del XX secolo.

Osservato e letto con attenzione, il borghese di  cent’anni ci conduce per mano a riflettere su un prima e un poi, e su quanto sia facile entrare nel baratro della guerra.

Articolo pubblicato in SENTIRE nr. 17
foto: per gentile concessione Fondo Pedrotti
Archivio Fotografico Storico della Provincia Autonoma di Trento


Autore: Corona Perer

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