MMax Castlunger- foto Luigi Piazzi
Max Castlunger- foto Luigi Piazzi
Arte, Cultura & Spettacoli

Max Castlunger, meccanico della musica

Altoatesino di madrelingua ladina è musicista unico: suona strumenti che crea riciclando materiali

(testo Corona Perer - Foto Luigi Piazzi) - Max Castlunger, altoatesino di madrelingua ladina, é un musicista davvero unico: da oltre 20 anni suona strumenti musicali di ogni genere e provenienza. Ma la particolarità è che ...li crea, riciclando materiali ''di strada''. Lo si potrebbe definire il meccanico della musica, nel senso più bello del termine perchè l'aspetto virtuoso della sua creazione è che utilizza materiali di scarto e reinventa oggetti a fini sonori. Nella sua creazione c'è dunque una scienza: la meccanica del suono.

Nel 2021 ha creato il progetto Upcycling Music una collezione di tubofoni, gong, xylofoni, flauti, salterio, batteria, tamburi di vario genere e molto altro. I materiali usati sono assolutamente ''anomali'' o quanto meno sorprendenti. I suoi strumenti musicali nascono da mobili scartati, attrezzi da lavoro, bidoni, bombole, tubi di plastica, materiali naturali, persino scarti industriali recuperati nei centri di riciclaggio e nei mercati dell’usato.

Max Castlunger elabora e trasforma ciò che trova in materie sonore destinate a creare suoni: strumenti musicali veri e propri che danno vita a concerti irripetibili. La sua passione è venuta girando per il mondo e scoprendo come le persone, in qualsiasi luogo del mondo, riescano a produrre suoni, a battere ritmi e a suonare melodie con semplici oggetti e materiali naturali. Max considera la musica un linguaggio universale. E' quindi lo stupore e l'amore per la musica ad averlo sempre affascinato.

Ispirato dai materiali, dai suoni e dalle tecniche di costruzione degli strumenti musicali, Max ha iniziato a crearli ed ora esiste una vera e propria band, la Upcycling Band, che in scena porta al pubblico autentico stupore perchè nel palco salgono decine di strumenti musicali unici al mondo e totalmente originali, assemblati e in grado quindi di dar vita a suoni nuovi.
Risultato: la musica trasporta l’ascoltatore in terre lontane. In terre ''altre''.
Lo abbiamo intervistato.

D.:  Quando hai costruito il tuo primo strumento? E di cosa era fatto?

Max: Il primo strumento musicale che ho costruito é stato un tamburo. Girando per i boschi della Val Badia trovai dei tronchi d’albero di abete che erano marci internamente . In quel periodo avevo l’esigenza di creare un tamburo legato alla mia terra, perché avevo studiato le tecniche di esecuzione di tanti tipi di tamburi tradizionali di diverse culture, ma purtroppo non riuscivo a trovare una connessione con il territorio alpino. Quel giorno nacquero i Tapi, tamburi delle Alpi, con la membrana in multistrato di legno, quindi un vero e proprio proprio tamburo e per di più vegano.

D.:  La tua carriera musicale come è iniziata?

Max: Innanzitutto sono figlio di un musicista passionale, che suonava il Sax in casa anche quando non ero ancora nato, nel grembo di mia madre. Ho iniziato poi il mio percorso musicale a 6 anni con lo studio del flauto dolce e poi successivamente del clarinetto, con il quale ho suonato per più di 10 anni nella banda musicale del mio paese paese di origine, San Martino in Badia. In etá adolescenziale ho poi scoperto le percussioni, ed è stato un amore a prima vista.

D.:  Ci racconti quando è scattata la molla?

Max: La prima molla mi è scattata quando ho scoperto quanto mi piaceva suonare ritmo oltre alla melodia, soprattutto un approccio diverso alla musica, senza spartiti e con tanto sentimento. Avevo scoperto l’improvvisazione e l’espressione dei propri sentimenti tramite la musica.

D.:  Quanti paesi hai visitato? E quale più di tutti ti ha musicamente affascinato?

Max: Ho avuto la fortuna di vivere vivere a Bologna per 10 anni, dove ho conosciuto vari musicisti provenienti da culture musicali extra europee, e ho fatto dei viaggi mirati, con una forte sete di conoscenza, per apprendere qualcosa dalle espressione musicali di varie entnie. Ho visitato quindi il Senegal, il Marocco, la Turchia , l’Indonesia, Capo Verde, le Hawaii e e infine l’India che mi ha da sempre attirato, non solo musicalmente. Mi affascina soprattutto la musica etnica. la musica tradizionale, soprattutto extraeuropea, perché è spesso legata alla religione, alle tradizioni e alle espressioni di una visione di vita, non é puramente intrattenimento. Quando visito un nuovo paese, cerco come prima cosa di sentire musica locale per comprendere meglio le persone.

D.: La tua attività concertistica è intensa, come reagisce il tuo pubblico a queste sonorità?

Max: In Alto Adige porto in scena nei musei e nelle scuole strumenti musicali da tutto il mondo da più di 20 anni. All’inizio sentivo ancora ancora un po’ di diffidenza e pregiudizi da parte del pubblico verso le percussioni “tribali” , viste come strumenti inferiori, ma allo stesso tempo notavo grande interesse verso mondi sconosciuti e lontani. Ho sempre considerato la musica come una chiave per aprire le finestre verso culture a noi sconosciute, come un collante pacifico che unisce tutti i popoli del mondo, senza pregiudizi.

D.:  Se ho capito bene l'upcycling non è solo riciclo, ma recupero migliorativo. Quale è lo strumento più pazzo che hai creato?

Max: La maggior parte degli strumenti che ho creato sono ispirati a strumenti esistenti, l’ultimo strumento però che ho creato creato è unico al mondo. Si tratta di un carosello di chiavi di casa intonate, che permette ad ognuno in modo molto semplice e istintivo di suonare la melodia di “bella ciao”.

D.:  Ci sono state esperienze storiche al riguardo o la tua è una esperienza inedita?

Max: Nella storia degli strumenti musicali e dell’uomo è una cosa normale trovare strumenti musicali che sono stati creati da oggetti dell’uso quotidiano, oppure con materiali di scarto, basti pensare al vaso sonoro “udu” nigeriano oppure alla scatola percussiva “cajon” peruviano e caraibico. l’esempio più rappresentativo è sicuramente dato dallo “steel drum”, nato nelle isole caraibile Trinidad e Tobago nel 1930, quando venne proibito l’uso del tamburo con la pelle animale e le popolazioni afrocaraibiche iniziarono a percuotere ed elaborare bidoni del petrolio, scarti delle navi da guerra americana.

D.:   Che genere di musica nasce da strumenti di questo tipo? O per meglio dire come la definiresti?

Max: La musica che si può creare con questi strumenti dipende molto dalla scala musicale nella quale si suona e dall'approccio musicale che viene usato. Alcuni strumenti sono costruiti con accordatura cromatica, che permette di suonare tutte le melodie del mondo di tutti i generi musicali. Durante le esposizioni interattive nei musei, ho potuto constatare che tanti strumenti sono di facile approccio anche per persone che non hanno mai suonato uno strumento musicale. Diciamo che i miei strumenti danno la possibilità a chiunque di avvicinarsi alla musica e di creare dei suoni, senza nozioni musicali.

D.: Parlaci della tua UPCYCLING BAND e dell' UPCYCLING repertorio

Max: La band è fermata da quattro percussionisti professionisti della regione Trentino Alto Adige, che rappresentano le tre lingue ufficiali della regione. Mirko Pedrotti di Rovereto di madrelingua italiana, Manfred Gampenrieder di Andriano di madrelingua tedesca e Georg Malfertheiner e Max Castlunger di madrelingua ladina, rispettivamente della Val Gardena e della Val Badia.
La musica della Upcycling Band è un omaggio alle musiche tradizionali di vari paesi, con influenze jazz e classiche. Le composizioni originali sono strumentali, quindi fruibili a tutti i popoli della terra, crediamo nella visione della musica come lingua linguaggio universale.

D.:  A che cosa vi ispirate e che cosa sperate di produrre in chi vi ascolta?

Max.: Le composizioni sono prevalentamente composte da me personalmente, le fonti di ispirazione sono tante: una cultura musicale, una particolare sonorità, uno strumento musicale, l’amore, gli incontri e, non ultimo, i musicisti stessi. Quando suoniamo cerchiamo di dare tutto noi stessi, carichi di passione ed energia sperando di riuscire a smuovere l’ascoltatore e a coinvolgerlo a galoppare insieme a noi a cavallo della musica.

D.: E' possibile vedere i tuoi strumenti?
Max.:  Certo! Vi invito tutti alla esposizione interattiva “Upcycling Music” nel bellissimo castello medievale Castel Roncolo a Bolzano dal 11 Aprile al 09 giugno 2024. Io saró personalmente lí giornalmente per accompagnare le persone in un viaggio sonoro unico al mondo.

Ci saremo anche noi. Complimenti Max Castlunger.

(C.Perer)

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LE DATE DEI PROSSIMI CONCERTI

25 marzo a Sondrio per la 60ª stagione musicale del circolo musicale di Sondrio.

02 maggio nel castello Roncolo di Bolzano, in occasione dell’esposizione di Strumenti della collezione Upcycling Music

23 luglio nella Ciasa Jan Batista Runcher di Badia  in Val Badia per il festival Badia Musica

04 agosto a porto Rafael in Sardegna - concerto Privato

15 ottobre nel centro culturale Gustav Mahler a Dobbiaco - concerto per le scuole

anteprime
>> “Upcycling Music” Castel Roncolo Bolzano dal 11 Aprile al 09 giugno 2024
>> a novembre 2024 nel Museo Scienze Naturli di FRAUENFELD  in Svizzera

BIOGRAFIA

Originario di San Martino in Badia (BZ), Max Castlunger è un musicista altoatesino
di madrelingua ladina. Inizia la sua carriera musicale con lo studio del clarinetto che suona per oltre 10 anni nella banda musicale del paese di appartenenza. In età adolescenziale comincia ad esplorare l’infinito mondo delle percussioni etniche, per poi approfondire la ricerca delle molteplicità timbriche, culturali e strutturali degli strumenti musicali tradizionali, provenienti da differenti parti del mondo (Africa, Asia, Europa, Hawaii etc.), e a collaborare con musicisti internazionali.
Oltre a svolgere un’intensa attività concertistica con varie formazioni e progetti musicali (Herbert Pixner, JEMM Music Project, Savana Funk, Upcycling Band, Sissamba, etc.), conduce
workshop di musica d’insieme con bambini ed adulti. Nel 2021 ha creato il progetto “Upcycling Music”.

 


Autore: Corona Perer

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