
Una leggerissima oscillazione
Piano B pubblica un inedito di Sylvain Tesson
(Corona Perer) - Il diario come ancora di salvezza, come l'amico al quale dare tutto se stesso in assoluta libertà e profondità.
“Il diario è una patria. Grazie a lui, il nostro sismografo interno si placa. Lo smarrimento del metronomo della vita che esplorava lo spettro a grandi colpi di panico si riduce a una leggerissima oscillazione” scrive Sylvain Tesson del quale Piano B Edizioni pubblica ''Una leggerissima oscillazione'' , una raccolta di diari inediti in Italia, pubblicati sul Le Point nella rubrica Philosophie Magazine e Grands Reportages.
I diari sono quei territori in cui la felice penna di Sylvain Tesson esplora i labirinti della propria esistenza tra avventura e introspezione. Tra i vertiginosi silenzi delle vette alpine e le riflessioni di una lunga degenza dopo un incidente che poteva essere per lui mortale, Tesson prende per mano il lettore e lo conduce con i suoi appunti dalle steppe siberiane alle strade insanguinate del Donbass.
C'è un evento che sembra fare da spartiacque: il 20 agosto 2014 Sylvain Tesson cade a Chamonix, mentre sta scalando una casa. Dieci metri di vuoto, seguiti da otto giorni di coma farmacologico, e una lunga degenza.
Ed ecco che - pur immobile e impedito al viaggio - la sua riflessione dal particolare prende il largo e parte verso il ''tutto''. Il tema del viaggio resta centrale anche quando Tesson è costretto a guardare il soffitto, resta tema implicito ed è proprio il diario la forma migliore per raccogliere l’acutezza di pensiero che contraddistingue Tesson nel suo peregrinare tra le cronache di attualità (i fatti ucraini del 2014, prologo delle attuali vicende belliche, il Bataclan…) e gli incontri con anime rurali che offrono la pausa essenziale e uno squarcio sulla semplicità della vita. Una semplicità possibile e della quale Sylvain avverte il fascino.
Ma è anzitutto la sua prosa che tocca e graffia il cuore. Come giustamente annota in prefazione Andrea Scarabelli ''...la scrittura di Sylvain Tesson è in genere aforistica, modulata su rapidi affondi linguistici che aprono e chiudono universi. Lo è in tutti i libri, l'aforisma si manifesta in tutta la sua potenza''.
Tesson affronta il diario come una battaglia personale quotidiana.
''Un diario intimo è una battaglia contro il disordine. Senza di esso come si possono contenere i singhiozzi dell'esistenza? Tutta la vita è una convulsione: passiamo una settimana al sole, un'altra all'ombra, un mese nella calma piatta, un altro sulla cresta dell'onda, e cosi gli anni volano con l'illusione, alla fine, che tutto sia stato guidato da un principio unico, un motivo generale, un quadro di gestione, direbbero i piccoli imprenditori. Che assurdità! In realtà nessuno mantiene seriamente la propria rotta. E quelli che lo fanno non si sono mai guardati indietro...''
Continuamente sospeso sul tira e molla della vita e della curiosità che lo muove dal profondo, Tesson affronta la fatica dell'essere up and down. ''Passare da una parte all'altra è estenuante - confessa - A volte avrei voluto vivere nella pace eterna, sdraiato sulle rocce calde come Henry Miller a Spetsai, per dimenticare ogni ambizione e lasciar ardere le mie vanità sotto un sole antico. E poi all'improvviso sono dovuto tornare all'epilessia sociale, riconnettermi con l'azione e le frequentazioni. Un giorno in una baita, il giorno dopo in città''.
Tesson sfodera suggestioni che vengono da libri, film, luoghi. E così al lettore non resta che la voglia di entrare nel caleidoscopio e perciò ...leggere, approfondire, vedere, ascoltare. Il suo peregrinare ci conduce verso i grandi temi della contemporaneità: tecnologia, ecologia, economia e libertà di pensiero. E ci sono squarci che anche noi vediamo ogni giorno in metropolitana, su un bus oppure in una sala d'attesa: occhi che non guardano ciò che sta intorno, ma uno schermo. Che tristezza.
“Gli uomini hanno gettato sul mondo un sudario, al quale hanno dato il nome di schermo”.
Inevitabile quindi la sua riflessione sulla tecnica. Benchè inventata per servire l’uomo, lo ha asservito. ''La tecnologia lo ha messo al servizio dei dispositivi, disciplinato. L’uomo è diventato dipendente dai propri strumenti”.
Tesson resta in ascolto e diventa osservatore attento delle rumorose contraddizioni della civiltà moderna, in una personale battaglia contro il disordine del mondo e dell’anima. Tra aforisma e narrazione, la sua scrittura è lirica e tagliente perchè come lui stesso scrive ''la vita è una sorta di agitazione tra due silenzi''.
L’autore, che di recente ha partecipato al Festival della letteratura di viaggio a Roma da candidato favorito per l’assegnazione del premio Kapuściński dedicato al giornalismo di reportage, con le sue pagine intrise di intelligenza e acuta riflessione resta un momento di autentica ossigenazione per cervello e anima.
Tesson scrive benissimo. E pensa ancora meglio. Il suo io interiore non è mai ego. E' autenticamente spirituale ovvero teso a cogliere il senso della vita, ciò che dà senso ad un spirito in eterna ebollizione.
Non resta che raccogliere il suo invito: "...tenere un diario arricchisce l’esistenza. L’appuntamento quotidiano con la pagina bianca costringe a prestare più attenzione ai fatti della giornata – ad ascoltare meglio, a pensare più a fondo, a guardare più intensamente".
A vedere.
Corona Perer
9.11.2025
Autore: Corona Perer
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