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Sitopia, come il cibo può salvare il mondo

Il libro profetico di Carolyn Steel (edizioni Piano B)

"E' un libro profetico". A dirlo è stato niente meno che The Times. L'autrice di "Sitopia. Come il cibo può salvare il mondo'' Carolyn Steel confessa che questo libro è uscito nell'anno più difficile della storia: quello della pandemia. "Avevo 40 incontri programmati e tutto è saltato. Abbiamo così imparato a relazionarci sul web". Lei, un architetto che al cibo e alla civiltà ha dedicato importanti saggi sin dal suo esordio come scrittrice ("Hungry City" vinse il prestigioso Royal Society of Literature), senza volerlo aveva sfornato un libro nel momento giusto per capirlo. E così nonostante il fermo mondiale, è stato un successo: ha vinto il Daily Telegraph Book of the Year 2020 ed il Wainwrigth Prize 2020 ed il The Times ha scritto: «Un libro straordinario, profetico e disperatamente urgente».

Con il tema del cibo si va al cuore di un problema che è causa del problema più grave e globale che ci siamo trovati ad affrontare. Sì, certo, nel '900 ci sono state due guerre mondiali e le pestilenze sono sempre accadute al pianeta, ma questa pandemia ha sconvolto simultaneamente un mondo e la sua economia: un intero sistema, facendo del mondo un posto malato. Un virus aveva mandato in tilt esseri umani e governi, il sistema delle regole ed il sistema sanitario.

Ma se fosse vero (tornare ad usare il condizionale è d'obbligo dopo le ultime accuse partite dagli Stati Uniti verso la Cina) che tutto parte da un mercato cinese all'aperto, allora abbiamo la plastica rappresentazione del rapporto assolutamente sbagliato che l'essere umano ha stabilito con il cibo in quest'ultimo secolo in cui all'abbondanza si contrappone la fame.

Partiamo dal titolo allora e dal termine Sitopia che è un neologismo: significa "luogo del cibo" dal greco 'sitos' che significa cibo e 'topos', ovvero luogo. Il presupposto al libro è che il cibo - dai nostri antenati cacciatori-raccoglitori fino all’insaziabile appetito delle moderne megalopoli - ha sempre plasmato uomo e società: che ce ne rendiamo conto o meno, il mondo nel quale viviamo è continuamente forgiato dal cibo. E' dunque la leva più efficace che abbiamo a disposizione per cambiarlo e trasformarlo.

E allora occorre riflettere sull'uso che facciamo del cibo e la consapevolezza che ognuno di noi porta verso la sostanza che ci tiene in vita. E tuttavia mangiamo cose senza domandarci nulla della loro provienenza. Un esempio: l'hamburger che si rosola in padella. Sappiamo quale è il suo costo reale? Sappiamo quale è il prezzo che si paga in termini di salute per le fragole gigantesche sulla tavola di Natale? E che ne sappiamo del sistema ( e dei monopoli) del settore industriale-alimentare? Ci domandiamo mai cosa servirebbe per nutrire l'umanità che viaggia verso gli oltre otto miliardi?

Il libro fotografa il problema e va ad analizzare i piccoli fenomeni urbani che possono fare la differenza, come gli orti civici e l'agricoltura urbana. Il caso più eclatante è il Brooklyn Grange di New York, l'orto urbano più grande del mondo:  6.500 metri quadrati in uno spazio ricavato sui tetti di 2 edifici industriali dismessi.

L'iniziativa di Brooklyn ha riscosso un successo enorme e si è diffusa anche in Europa: come l’orto agricolo nella fiera di Parigi, destinato a diventare il più grande del mondo con i suoi 14.000 metri quadrati.

Carolyn Steel con questo libro ci dona allora anzitutto una speranza e rispolvera la possibilità di un sogno: sì il cibo può fare la differenza e salvare il mondo ma solo nella misura in cui noi ci metteremo in testa che possiamo (dobbiamo!) cambiare il nostro rapporto con il cibo. Senza dirci "ma io che posso farci? Posso davvero essere la differenza?" perchè ognuno può fare ed essere la differenza. Serve una rivoluzione culturale che non è impossibile e che dovrebbe anzitutto coinvolgere le politiche agro-industriali di ogni paese. Sitopia è dunque un'utopia possibile, una via alternativa per un pianeta malato, affollato e surriscaldato.

"Creare consapevolezza sulla produzione del cibo, stimolare la partecipazione cittadina e diffondere a livello di comunità i valori della sostenibilità e di un'agricoltura fatta di prodotti sani, genuini e a chilometro zero" è il messaggio del libro, un tomo di oltre 400 pagine tradotto da Simona Moretti per Piano B, una casa editrice che ha fatto una scelta di campo: produrre libri utili, ripubblicarli quando serve per indurre nel lettore un nuovo modo di guardare alla vita.

In "Sitopia, come il cibo puo' salvare il mondo'' l'autrice attingendo ad un cospicuo volume di fonti (oltre 40 pagine del libro sono state necessarie per citare l'enorme lavoro svolto tra testi di storia, economia, filosofia, biologia che lo supportano), analizza sistemi di produzione innovativi. E se si parla di agricoltura urbana è ovvio che il tutto chiama in causa anche la necessità di nuove pianificazioni urbanistiche date dalle potenzialità dell'agroecologia.

Analizzare il nostro presente e tentare di costruire un futuro migliore è l'operazione compiuta da Carolyn Steel che ha utilizzato il cibo come una lente di ingrandimento. Vedere o guardare da un'altra parte, è la scelta che spetta ad ognuno di noi. Intanto leggiamo il libro: capiremo, da Adamo ed Eva in qua, è il cibo che muove il mondo e se finiscono le risorse che oggi lo trasportano... finisce il mondo. Ma non è tutto perduto se torneremo a ripensarci come uomini legati alla Terra, che dalla Terra prendono e alla Terra devono dare. E che alla Terra devono tornare.

(Corona Perer)

 

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Sitopia
Come il cibo puo cambiare il mondo

di Carolyn Steel
Piano B - 20,00 euro, 440 pag.,
trad. Simona Moretti

Si trova in tutte le librerie e si può richiedere anche su Amazon


Autore: Corona Perer

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