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Il fascino mediterraneo dello Junno

Monte Sant'Angelo, palcoscenico sul Golfo di Manfredonia

Il sole diretto ed accecante fa di queste casupole un paese da fiaba. Lo Junno è un quartiere popolare di case in fila, tutte uguali eppure tutte diverse. Basta una tendina, un fiore, i panni stesi, un poggiolino, o una voce che esce distinta e forte da dietro la porta per sentire che il paese, che sembra di marzapane e apparentemente deserto (oppure corso a mettersi al riparo dal sole), brulica invece di vita. I bianchi e stretti vicoli fanno immaginare la vita di una comunità che nei secoli si è raccolta attorno a miti, leggende e tradizioni. Venire qui e percorrere le viuzze con i panni stesi è incontrare la Puglia più intensa.

A Monte Sant’Angelo, conosciuta in tutto il mondo per la sua storia religiosa, vanno fieri che santi, imperatori, papi, re o semplici fedeli siano giunti fin qui per inginocchiarsi davanti all’altare dell’Arcangelo Michele. Monte Sant’Angelo è Patrimonio Unesco per i suoi resti longobardi. Il tesoro più prezioso è  una delle Chiese più interessanti di Puglia, il Santuario di San Michele Arcangelo, realizzato tra il V-VI secolo nel luogo in cui apparve per tre volte l’arcangelo: una grotta.

Nel complesso adiacente al Santuario, un interessantissimo museo lapideo  raduna reperti e statue che testimoniano la devozione e le modalità a cui l'uomo ricorse - lungo i secoli - per tentare di raffigurare l'Arcangelo.

Il sapore del paese lo si gusta passeggiando nelle viuzze, tra botteghe di prodotti tipici e forni dai quali esce il profumo antico del pane. Oppure sostando in silenzio nella grotta ad osservare il continuo andirivieni di persone. Non ci sono solo i turisti, ci sono anche i residenti che all'Arcangelo sono abituati a recar visita con costanza. Non hanno perso un motore essenziale perchè l'uomo resti umano: la memoria.

Il luogo trasuda così tanto di religione che già i Longobardi, che di religione ne macinavano poca, ma dominavano l’Italia meridionale, ne fecero il loro santuario nazionale. E fu così che diventò per tutta la Cristianità una meta obbligata, non solo per i pellegrini di tutta Europa, ma anche per i Crociati in partenza per Gerusalemme.

Svevi e Normanni  erano così devoti a questo luogo che Costanza d'Altavilla, madre di Federico II, volle venisse eretta anche la Chiesa di Santa Maria Maggiore uno dei più interessanti esempi di romanico pugliese con un importante ciclo di affreschi a tema sacro. La chiesa è un tutt'uno con il Battistero di San Giovanni in Tumba al cui interno è racchiusa la Tomba di Rotari.

Questo è il centro abitato è il più elevato del Gargano (843 m.) da questo promontorio si apre una vista mozzafiato sul Tavoliere della Puglia e sul golfo di Manfredonia. Oggi la cittadina è anche sede del Parco Nazionale del Gargano e a salutare il turista al suo arrivo è una splendida rocca federiciana  a cui si accede da quello che un tempo era il tipico  ponte levatoio. Al suo interno la rocca custodiva anche le case dei servitori, camminamenti segreti e prigioni (Federico II vi fece rinchiudere una delle sue dame, Bianca Lancia) e naturalmente torri di avvistamento da dove si osserva la magnifica macchia mediterranea.

Ad una trentina di chilometri in linea d'aria questi boschi prendono il nome di Foresta Umbra. E' il cuore del Gargano, una foresta millenaria che si estende per 11.000 ettari con altissimi faggi e oltre 2500 specie sevatiche. Basterà ricordare che il 70% delle orchidee selvatiche d'Europa si trova proprio in questo habitat.

Monte Sant'Angelo è sicuramente uno dei gioielli di Puglia. Magari non troppo noto, e per questo tutto da scoprire in una regione che ha molti altri luoghi simbolo (Castel del Monte per citare solo il più famoso, nei pressi di Andria). Ma qui si respira la Puglia autentica.

Molto bello visitare il paese a Pasqua quando riti antichi della Quaresima alterano la vita e diventano "attesa". Nel triduo pasquale la vita in tutto il Gargano assume ritmi 'altri'. Ci si prepara ad accogliere il mistero. Si ricoprono le statue di teli, si aprono le chiese e fino a mezzanotte e oltre la gente passeggia di chiesa in chiesa a vedere ciò che solo a Pasqua sarà disvelato. A Monte Sant'Angelo - ad esemio - si producono le ostie ripiene, in altri va per la maggiore la treccia pasquale, oppure si raccolgono le erbe di campo che rendono la gastronomia pugliese così ricca di verdura e di gusti autentici (da gustare e non perdersi il pan cotto). 

D'estate è invece il mare a farla da padrone e così Monte Sant'Angelo diventa la gita ideale nell'entroterra di una vacanza tra Peschici, Vieste o Mattinata, perle marine che a loro volta sono tipicamente pugliesi ma nell'immaginario sono essenzialmente luoghi di mare, baie e faraglioni.
A Monte Sant'Angelo invece il patrimonio è più vasto: non è solo quel panorama infinito verso il golfo di Manredonia. E' un patrimonio fatto di terra e di spirito. Proprio per questo l'Unesco vi ha posto il suo sguardo.

(2017 - fotoservizio C.Perer)


Autore: Corona Perer

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