Viaggi & Reportages

Il fascino mediterraneo dello Junno

Monte Sant'Angelo, palcoscenico sul Golfo di Manfredonia

Il sole diretto ed accecante fa di queste casupole un paese da fiaba. Lo Junno è un quartiere popolare di case in fila, tutte uguali eppure tutte diverse. Basta una tendina, un fiore, i panni stesi, un poggiolino, o una voce che esce distinta e forte da dietro la porta per sentire che il paese, che sembra di marzapane e apparentemente deserto (oppure corso a mettersi al riparo dal sole), brulica invece di vita.



D'estate è il mare a farla da padrone e così Monte Sant'Angelo diventa la gita ideale nell'entroterra di una vacanza tra Peschici, Vieste o Mattinata, perle marine che a loro volta sono tipicamente pugliesi ma nell'immaginario sono essenzialmente luoghi di mare, baie e faraglioni. Ma è bello visitare il paese anche a Pasqua quando riti antichi della Quaresima alterano la vita e diventano "attesa". Nel triduo pasquale la vita in tutto il Gargano assume ritmi 'altri'. Ci si prepara ad accogliere il mistero. Si ricoprono le statue di teli, si aprono le chiese e fino a mezzanotte e oltre. A Monte Sant'Angelo si producono le ostie ripienee e si raccolgono le erbe di campo che rendono la gastronomia pugliese così ricca di verdura e di gusti autentici.

Da non perdersi il pan cotto che, quando arriva in tavola, deve farsi 'baciare' da un filo di olio rigorosamente extravergine. Nella vicina Vieste si produce l’olio extravergine di oliva “Minerva” di Tenute Il Mandrione che ha ottenuto il massimo riconoscimento nella categoria dei migliori oli dell’emisfero nord del mondo (Best International Award North Hemisphere).

Ma torniamo a Monte Sant'Angelo e ai suoi bianchi e stretti vicoli. Qui si può immaginare la vita di una comunità che nei secoli si è raccolta attorno a miti, leggende e tradizioni. Venire qui e percorrere le viuzze con i panni stesi è incontrare la Puglia più intensa.

A Monte Sant’Angelo, conosciuta in tutto il mondo per la sua storia religiosa, vanno fieri che santi, imperatori, papi, re o semplici fedeli siano giunti fin qui per inginocchiarsi davanti all’altare dell’Arcangelo Michele. Monte Sant’Angelo è Patrimonio Unesco per i suoi resti longobardi. Il tesoro più prezioso è  una delle Chiese più interessanti di Puglia, il Santuario di San Michele Arcangelo, realizzato tra il V-VI secolo nel luogo in cui apparve per tre volte l’arcangelo: una grotta.
 

 

Nel complesso adiacente al Santuario, un interessantissimo museo lapideo  raduna reperti e statue che testimoniano la devozione e le modalità a cui l'uomo ricorse - lungo i secoli - per tentare di raffigurare l'Arcangelo.

Il sapore del paese lo si gusta passeggiando nelle viuzze, tra botteghe di prodotti tipici e forni dai quali esce il profumo antico del pane. Oppure sostando in silenzio nella grotta ad osservare il continuo andirivieni di persone. Non ci sono solo i turisti, ci sono anche i residenti che all'Arcangelo sono abituati a recar visita con costanza. Non hanno perso un motore essenziale perchè l'uomo resti umano: la memoria.

Il luogo trasuda così tanto di religione che già i Longobardi, che di religione ne macinavano poca, ma dominavano l’Italia meridionale, ne fecero il loro santuario nazionale. E fu così che diventò per tutta la Cristianità una meta obbligata, non solo per i pellegrini di tutta Europa, ma anche per i Crociati in partenza per Gerusalemme.

Svevi e Normanni  erano così devoti a questo luogo che Costanza d'Altavilla, madre di Federico II, volle venisse eretta anche la Chiesa di Santa Maria Maggiore uno dei più interessanti esempi di romanico pugliese con un importante ciclo di affreschi a tema sacro. La chiesa è un tutt'uno con il Battistero di San Giovanni in Tumba al cui interno è racchiusa la Tomba di Rotari.

Questo è il centro abitato è il più elevato del Gargano (843 m.) da questo promontorio si apre una vista mozzafiato sul Tavoliere della Puglia e sul golfo di Manfredonia. Oggi la cittadina è anche sede del Parco Nazionale del Gargano e a salutare il turista al suo arrivo è una splendida rocca federiciana  a cui si accede da quello che un tempo era il tipico  ponte levatoio. Al suo interno la rocca custodiva anche le case dei servitori, camminamenti segreti e prigioni (Federico II vi fece rinchiudere una delle sue dame, Bianca Lancia) e naturalmente torri di avvistamento da dove si osserva la magnifica macchia mediterranea.

Ad una trentina di chilometri in linea d'aria questi boschi prendono il nome di Foresta Umbra. E' il cuore del Gargano, una foresta millenaria che si estende per 11.000 ettari con altissimi faggi e oltre 2500 specie sevatiche. Basterà ricordare che il 70% delle orchidee selvatiche d'Europa si trova proprio in questo habitat.

Monte Sant'Angelo è sicuramente uno dei gioielli di Puglia. Magari non troppo noto, e per questo tutto da scoprire in una regione che ha molti altri luoghi simbolo (Castel del Monte per citare solo il più famoso, nei pressi di Andria). Ma qui si respira la Puglia autentica.

Qui il patrimonio è vasto: non è solo quel panorama infinito verso il golfo di Manredonia.
E' un patrimonio fatto di terra e di spirito.
Proprio per questo l'Unesco vi ha posto il suo sguardo.

(2017 - fotoservizio C.Perer)

**

IL CASTELLO PRIGIONE
Federico II lo donò alla terza sposa, la principessa Isabella d'Inghilterra

Ospitò Federico II di Svevia e la sua prediletta sposa , la splendida Isabella d'Inghilterra, detta" Isabella dal bel volto" e per questo presenta opere architettoniche in stile federiciano, imponenti, ma raffinate come testimonia la sala duecentesca con un pilastro centrale e volte ogivali ("la sala del Tesoro").

Ma la sua storia è molto più antica. Fino al IX secolo non c'era dunque il castello, ma solo un castrum bizantino. La fortezza risale alla prima metà del IX secolo, quando Orso I, vescovo di Benevento, fece edificare, tra l'837 e l'838, un castrum bizantino: era nato il ''castellum del Monte Gargano''.  La struttura venne assumendo importanza nella difesa del Gargano: era uno dei tre Castra exempta (privilegiati).

 

Era bene della corona dell'Imperatore Federico II, che donò alla terza sposa , la principessa Isabella d'Inghilterra, sorella di Re Enrico III d'Inghilterra, tra i doni di nozze , unitamente a Castel del Monte, di Andria, entrambi ereditati da Enrico Carlotto, figlio legittimo d'Isabella e Federico II.

Sotto la dominazione normanna furono edificate la torre dei Giganti e la torre Quadra, mentre Federico II fece costruire la cosiddetta sala del Tesoro.

L'attuale fortificazione evidenzia soprattutto l'influenza degli Aragonesi che, per difendersi dai nemici, realizzarono il torrione a forma di mandorla e il fossato che precede il portale di ingresso.

 

Gli Angioini curarono il maniero, ma di esso si servirono come prigione di stato: Filippa d'Antiochia (principessa sveva) vi morì da detenuta nel 1273, e la regina Giovanna I di Napoli  venne qui assassinata e le sue spoglie sono presumibilmente a Monte Sant'Angelo, nella chiesa di San Francesco. Divenne anche dimora di  Carlo III di Durazzo, poi re di Napoli e d'Ungheria che qui nacque.

Poi divenne sede della nobile famiglia Castriota Scanderbeg, grazie a Giorgio Castriota Scanderbeg, che ricevette in proprietà’ il Feudo di Monte Sant’Angelo dai Regnanti, per il grande aiuto portato al Re di Napoli con l'esercito di cui era a capo, salvando la vita a  Re Ferdinando I (battaglia di Barletta).

Nel XV secolo, tra il 1491 e il 1497, con l'invenzione delle armi da fuoco, furono indispensabili interventi sulla struttura che venne affidata a Francesco di Giorgio Martini (ingegnere militare del XV sec), ed assunse l'aspetto che conserva tuttora.

Nel 1552, sotto approvazione del Re Carlo IV, il feudo ed il castello furono acquistati dalla Famiglia Serra Grimaldi, la quale ne assunse i pieni diritti feudali. Dal 1552 fino alla fine del XVIII secolo, altre famiglie acquisirono potestà del castello e annesso territorio feudale, (sotto rapporti di vassallaggio) tra le quali gli Arcella ed i Vischi.

Il castello fu ceduto nel 1802 al Municipio di Monte Sant'angelo che ne assunse definitiva proprietà nel 1810.

Nell'ultimo secolo il castello di Monte Sant'Angelo è stato oggetto di diversi interventi di restauro.


 

 


Autore: Corona Perer

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Commenti (0)