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Cortona, città etrusca

''MyTuscany'' dicono gli americani, che l'amano moltissimo

di Corona Perer - Cortona piace moltissimo agli americani. Per loro è quasi un seconda casa: ci  mandano i figli a studiare, nelle due filiali aperte dall' Università Athens della Georgia. In questi giorni Cortona è destinazione con un fascino in più: la città che vide nascere Gino Severini, rende omaggio a un altro dei suoi figli illustri: Luca Signorelli, eccezionale innovatore tra '400  e '500: con lui inizia il Rinascimento italiano.

Con la mostra SIGNORELLI 500 ( > qui la nostra recensione) l'amministrazione comunale ha ideato gli “Itinerari di Signorelli” che in città hanno come tappa fondamentale il Museo Diocesano, la chiesa di San Niccolò, e sulla collina il "Palazzone'' . Gli itinerari si estendono anche alle località tosco umbre custodi di importanti testimonianze del Maestro - voluti e promossi dagli organizzatori come momento fondamentale di completamento dell’esposizione. Una rete importante che da' vita ad un percorso permanente di valorizzazione territoriale - con Cortona come epicentro - destinato a permanere nel tempo grazie a una guida specifica alla quale sta lavorando Skira.

Cortona è un borgo tutto da scoprire per la sua bellezza, la sua storia, il fascino delle sue viuzze, le sue chiese che custodiscono tesori tra medioevo e rinascimento. Se gli Americani la amano il merito va ad un libro, poi divenuto film, della scrittrice americana Frances Mayes: “Under the tuscan Sun”.

Quando la Mayes arriva in questo borgo dove la magia della Toscana è autentica, se ne innamora e così  compra e ristruttura un casale e vi si stabilisce, scrive un libro di memorie che diventa bestseller in cui racconta la bellezza dell’ambiente, il piacere della vita tra profumi, sapori, e architetture. Con “Under the tuscan Sun” (Sotto il sole della Toscana) e il film che poi verrà girato a Cortona parte il grande turismo. Oggi la villa dal suggestivo nome di “Bramasole” è meta di turisti provenienti da tutto il mondo.

Così nella centralissima Piazza della Repubblica senti parlare americano, ti imbatti in giapponesi ed inglesi. In pittori che seduti sulla bella scalinata rinascimentale del Palazzo Comunale, nato da impianto medievale, con la  torre dell’orologio, tracciano schizzi di un angolo di mondo che sembra essere “il mondo”. A Cortona, nelle sue belle viuzze, le botteghe vitali tra scale e scalette, tra osterie e ristoranti stellati si trova lo spirito della Toscana più autentica.

 

In Piazza Repubbica si affacciano il Palazzo del Capitano del Popolo, (il più alto della piazza) che fu anche residenza del cardinale Passerini nel XVI secolo. In pochi passi e si arriva a Piazza Signorelli, dove ci sono l'omonimo teatro, in un edificio di stile neoclassico con un bel loggiato, ed il Maec, il Museo di Arte Etrusca che  trova sede in Palazzo Casali, edificio eretto nel XVI secolo dove sono racchiusi tesori di immensa importanza per chi ama archeologia e la civiltà etrusca di cui Cortona fu una delle capitali. Proprio qui è stata allestita la mostra Signorelli500.

Al Maec bisogna programmare due orette di piacevole tuffo nella storia della città etrusca e romana di Cortona. Vi sono raccolti reperti di eccezionale importanza divenuti “simboli” della cultura cortonese, come il lampadario etrusco in bronzo, la cosiddetta Musa Polimnia.

 

Tra il VIII e il VII secolo a.C., Cortona fu una delle dodici “lucumonìe etrusche”. Grazie alla sua posizione collinare, a 500 metri sul livello del mare, controllava i territori vicini dello stato etrusco. Lo testimoniano le mura e le tombe dei dintorni, gli oggetti di raffinato e gustoso artigianato in bronzo ed in terracotta. Passata sotto il dominio romano perde la sua egemonia essendo non più il centro di uno stato, ma periferia dell'impero. Nel 450 d.C. subirà il destino di Roma: i Goti la occuparono e ne fecero una cittadina ancora più anonima.

Ma i suoi fasti sono a testimoniare uno splendore non comune. Sono i materiali archeologici a dirlo, specie quanto rinvenuto nel parco archeologico del Sodo, dove vennero alla luce nei “Meloni” due siti di notevole importanza con tombe “a volta” che custodivano ricchissimi corredi funerari, oreficeria, una gradinata-terrazza decorata da gruppi scultorei, canopi e bracieri. La ricostruzione della piattaforma-altare è presente nel Maec tra tanti straordinari reperti.

 

Ai piani superiori, il Maec conserva anche gli altri tesori d'arte ovvero le collezioni dell'Accademia Etrusca come l’imponente raccolta di oggetti d’arte e di arredamento della famiglia Tommasi Baldelli, una delle più note casate cittadine, o le opere del pittore cortonese Gino Severini, tra i fondatori con Balla e Marinetti del futurismo, (sono in corso lavori di riallestimento che daranno a Severini l'evidenza che merita).

Al Museo Diocesano da vedere le importanti opere di Luca Signorelli, Pietro Lorenzetti, Beato Angelico, Bartolomeo della Gatta, Sassetta e oltre ad arredi sacri di notevole pregio.

Basta poi percorrere Via Nazionale, l'unica via piana di Cortona (tutto il resto, preparatevi, è un saliscendi) per arrivare in Piazza Garibaldi dove all'ombra di un obelisco dedicato all'eroe dei due mondi  si gode di un unico panorama sulla Val di Chiana e arriva con lo sguardo al Lago Trasimeno ma anche verso Montepulciano e il monte Amiata. Bisogna poi fare un salto al Palazzone, edificio maestoso con i simboli della casata dei Medici, che oggi ospita i corsi di matematica e letteratura della Normale di Pisa. Nella cappella, una volta superato l'ingresso, altra importante  traccia del Signorelli. Ma qui si conclude anche la sua parabola terrena: proprio decorando la volta, il Mestro da Cortona cadde e da lì a pochi giorni morì.

Il fascino di Cortona  non sta  'solo' in Luca da Cortona, da Severini e dagli Etruschi che ne fecero una delle città più importanti della loro civiltà, ma anche da San Francesco che sulle alture fondò un monastero di straordinario fascino e bellezza l'Eremo delle Celle.

Qui si assapora il vero silenzio. L' Eremo Le Celle è uno dei primi insediamenti francescani. Francesco di Assisi qui arrivò nel 1211 durante la sua attività di predicatore. Francesco chiese un luogo nel quale potersi ritirare in preghiera e un giovane nobile della città, che poi diventerà uno dei primi seguaci e il “Beato Guido” gli propose un luogo selvaggio e solitario dove Francesco rinvenne i segni della sua fede: l’acqua, segno di Cristo acqua viva; la pietra, segno di Cristo roccia su cui edificare la propria vita; una fenditura nella montagna, memoria delle piaghe del Signore Gesù, tante volte agognate da Francesco, per rivivere nel suo corpo l’amore che il Signore aveva nutrito e nutre per ogni uomo.

 

E' un luogo dove si sperimenta il silenzio più assoluto. Qui Francesco celebrò la Pasqua del 1215 e da qui ripartì malato per raggiungere Assisi e incontrarsi con Sorella Morte. E nella cella di Francesco, un anfratto roccioso che scelse come luogo di preghiera, ci si trova a pensare di quanti doni sia stata munita Cortona e la sua terra.

Per scoprire Cortona (e magari tornarci per approfondire) può bastare un week-end. Nel centro storico alberghi, B&B e ristoranti non mancano. Noi abbiamo alloggiato all'Hotel Italia nella centralissima Via Ghibellina, una laterale di via Guelfa, uno splendido palazzo rinascimentale con camere arredate in stile e servizio bed and breakfast.

(Corona Perer)

L'imperdibile mostra Signorelli500.


Autore: Corona Perer

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