
Roero - Alla scoperta di Arneis e Favorita
Enoteca Regionale del Roero
Il territorio del Roero nel 2014 assieme alle Langhe e al Monferrato è entrato a far parte della lista dei beni del patrimonio dell'umanità Unesco per i suoi valori anzitutto paesaggistici ed enogastronomici. Il panorama è dolcissimo: qui chi ha sete di infinito, lo assapora dai borghi e dalle colline coltivate, ricche di castelli e cascinali posti alla sommità di pendii dove accanto alla vigna ci sono i noccioleti vanto della gastronomia e della tradizione dolciaria piemontese.
E' la terra di tante eccellenze (il tartufo, e appunto la nocciola) e anche di vini. che conoscono una seconda giovinezza: è il caso dell'Arneis e della Favorita due vitigni autoctoni.

foto: www.giornalesentire.it
Una strana parabola quella dell’Arneis: da vitigno apprezzato in epoca rinascimentale, viene usato ad inizio Ottocento per il Vermuth e poi relegato ad uva da tavola o per attirare gli uccelli. Il rilancio arriva negli anni 70 quando i produttori scommettono nelle sue potenzialità di vino bianco secco e il grande successo che ne viene, sia in Italia che all'estero, gli fa guadagnare la doc nel 2004 e in seguito la docg.
L'Arneis è un vino autoctono la cui pianta germoglia precocemente, fiorisce nella prima decade di giugno, per andare a vendemmia a metà di settembre. Certamente la sua bontà viene dalla specifica natura della terra roerina che è di tipo marnoso, con un buon tenore di calcare, argilla e sabbia elemento quest'ultimo che rende il terreno permeabile e ''sciolto''. L'origine marina di questi terreni li porta ad essere poveri di sostanze organiche, ma ricchi di sali minerali. La coltivazione su colline dai pendii irti, ma sempre sotto i 400 metri di altitudine, ha determinato operazioni colturali in cui è la mano dell’uomo a fare la differenza. C'è dunque tanto saper fare dentro un calice di Arneis.
L’altro bianco autoctono del Roero è il Favorita, apprezzato alle nobili mense da secoli. Viene coltivato soprattutto nel Roero benché tra gli esperti sia noto come ''Langhe Favorita'' e cresce bene nel Roero per la componente sabbiosa del terreno, ambiente ideale per arrivare a completa maturazione. Tra i bianchi del Roero c'è naturalmente il Moscato bianco per il quale la storia va ancora più indietro e si risale al 1300, anche se il vitigno era già noto in epoca romana.
I paesaggi vitivinicoli del Roero sono tutt’uno con il contesto sociale, basato sull' economia del vino. L’area, piuttosto vasta, comprende una ventina di comuni.

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Situata a Canale, l’Enoteca regionale consente di trovare tutto il meglio della tipicità roerina: dalla pera madernassa alla nocciola trilobata e punta a valorizzare il patrimonio paesaggistico attraverso eventi ed iniziative innovative. "Vitis è un esempio di questo approccio rispettoso della tradizione ma avanzato che intende la promozione del vino e dei prodotti tipici del territorio come un'unica entità socio-culturale" spiega il sen. Marco Perosino, presidente dell'enoteca regionale del Roero, oltre che sindaco di Priocca.

Serata speciale al Castello di Govone per Vitis, vetrina dei vini autoctoni del Roaro
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