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Mattarella nomina D'Alberti in Corte Costituzionale

Perplessità sulla scelta: è in forte conflitto d'interessi

E' un comunicato del Quirinale, come al solito di poche righe, quello con il quale si annuncia che ''...il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato Giudice della Corte Costituzionale, il Professor Marco D’Alberti, in sostituzione del Professor Giuliano Amato, il quale cessa dalle sue funzioni di Giudice e di Presidente della Corte Costituzionale il prossimo 18 settembre''.

Postilla:''...il decreto è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Professor Mario Draghi''.  E ci macherebbe: era il suo datore di lavoro! Draghi infatti aveva voluto D'Alberti come suo consulente giuridico.

Ed è proprio per questo che la nomina solleva inquietanti interrogativi, dal momento che D'Alberti è stato il braccio destro di Mario Draghi e quando si troverà a decidere il 29 novembre sulla costituzionalità dell'obbligo vaccinale non potrà che farli passare: è l'uomo che probabilmente li ha scritti.

La Corte Costituzionale, ricordiamolo, decide sugli Atti dello Stato, cioè sulla loro conformità alle regole costituzionali. In questo caso un giudice potrebbe trovarsi (come si troverà) ad esprimere un giudizio sugli atti da egli stesso suggeriti o vagliati. Il conflitto appare dunque più che fondato.

Sarà cioè in totale conflitto d'interessi. Sulla questione ospitiamo il commento dell'Avv. Luigi Rapisarda, grazie alla sua esperienza di Cassazionista.

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il commento: SI' IL CONFLITTO C'E'

di Luigi Rapisarda*

Sulla  questione della nomina D’Alberti a giudice costituzionale e l' ipotesi concreta di conflitto di interessi, la tesi appare del tutto fondata.

In sostanza si profila incompatibilità tra atti precedenti in cui si è concorsi in altri poteri dello Stato e successive funzioni di Giudice Costituzionale, potendosi verificare il caso di questione davanti alla Corte, di atti normativi ove sostanzialmente il nuovo  membro vi abbia concorso all’elaborazione per il suo incarico di Consigliere della Presidenza del Consiglio.
La questione appare interessante perché la Corte agisce nella pienezza dei suoi membri, avendo essi l’obbligo di intervenire alle sedute della Corte, tranne che per legittimo impedimento( tutto sta a vedere se l’ipotesi di astensione possa rientrare in questa ipotesi)
Tuttavia non essendo un Collegio perfetto quanto alla tassativa presenza di 15 membri nelle adunanze, può agire in composizione ridotta, esempio: quando non si è provveduto a nuove nomine per rimpiazzare chi lascia per termine di mandato o altro.
Tuttavia è necessario che per le attività giurisdizionali la Corte funzioni con l’intervento di almeno 11, mentre per le attività non giurisdizionali sono sufficienti almeno 9 giudici(come si ricava dal Regolamento generale della Consulta , risalente al 1953 e successive modificazioni)
E mentre la normativa apposita disciplina le ipotesi di incompatibilità, non mi pare delinei soluzioni su eventuali astensioni di uno dei giudici.


*Avvocato Cassazionista

 

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