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Tina Anselmi, una grande italiana

La prima donna Ministro che inventò il sistema sanitario pubblico

Aveva conservato il sorriso semplice di quella ragazza che aveva deciso di fare la postina della Resistenza dopo aver visto i nomi di alcuni coetanei morti impiccati dai nazisti. L'impegno nasce presto in Tina che - con il nome di 'Gabriella' -  pedala per la patria. E costruisce così - senza nemmeno saperlo -  il suo futuro politico. Sarà la prima donna a diventare ministro in Italia. E dobbiamo a lei nel 1978 l'istituzione del SSN, il servizio sanitario nazionale.

Tina Anselmi, la parte migliore della Dc, è mancata nel 2016 nella sua casa di Castelfranco Veneto. Rappresentava certamente la parte più onesta della DC, quella più coerente con i valori del cattolicesimo. Una donna di grande autorevolezza che avrebbe potuto essere stata anche la Prima Presidente della Repubblica: ma nessuno mai la candidò.

I giorni più difficili - lei lo diceva sempre in ogni intervista che riguardasse la sua vita politica e me lo aveva detto con gli occhi lucidi in una intervista per Telebelluno nel 1992- furono quelli durante il rapimento Moro: fu lei ad essere incaricata di tenere i rapporti con la famiglia, lei che dello statista era stata una delle persone più fedeli.

Nata a Castelfranco Veneto in una famiglia cattolica popolare (il padre garzone in una farmacia, perseguitato dai fascisti per le sue simpatie socialiste, la madre casalinga e figlia di osti) frequenta il ginnasio , poi va alle magistrali di Bassano del Grappa ed è qui che, il 26 settembre 1944, i nazifascisti costringono lei e altri studenti ad assistere all'impiccagione di trentuno prigionieri per rappresaglia: decide così di prender parte attivamente alla Resistenza. "Gabriella" è la staffetta della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor. Più avanti passerà al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà.

E' di quei giorni il suo primo contatto  con la Democrazia Cristiana, ma prosegue gli studi e dopo la guerra si laurea in Lettere all'Università Cattolica di Milano, e intanto fa...la maestra.

E' nella Resistenza (prima) e nella CGIL (poi) che cresce la Tina Anselmi che oggi ricordiamo: è stata dirigente del sindacato dei tessili, ma ha anche rappresentato gli insegnanti elementari. Il suo destino era scritto nella politica e nella DC dove già nel 1963 viene eletta componente del comitato direttivo dell'Unione europea femminile, di cui diventa subito la vicepresidente.

Lunga la sua esperienza di deputata (eletta nella circoscrizione Venezia-Treviso), più volte sottosegretario prima di diventare Ministro del Lavoro e della Previdenza Social. Le dobbiamo l'invenzione del Servizio Sanitario Nazionale, la legge sulle pari opportunità e poi il coraggio che ha avuto da presidente della Commissione d'inchiesta sulla loggia Massonica P2. Nelle sue interviste riassumeva il suo impegno così: stare dalla parte giusta, la parte del diritto.

Nel 2009 ha ricevuto il "Premio Articolo 3" per il 2008 come "riconoscimento all'attività svolta durante tutta una vita spesa al servizio della libertà e dei valori di uguaglianza sanciti proprio dall'articolo 3 della nostra Carta Costituzionale. Era anche Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana che ha servito da vera, grande italiana.


Autore: Corona Perer

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