La filosofia politica di Rosmini:
Essere e Costituzione: ''I politici dovrebbero essere psicologi'' disse il filosofo
C.Perer - ''I politici dovrebbero essere psicologi: dovrebbero cioè porre la loro attenzione all'identità profonda dell'Essere Umano e ai suoi bisogni''. E' una delle affermazioni del pensiero di Antonio Rosmini, filosofo di grande attualità, pienamente riabilitato dopo gli anni di persecuzione patita dalla Chiesa e dallo Stato, nonchè elevato al rango di Beato.
Nel suo scritto ''Sull’Unità d’Italia'' del 1848, Antonio Rosmini definisce il suo ideale di governo con una frase che dovrebbe far riflettere: un «governo senza orgoglio», intendendo con questa espressione un governo non arrogante, non borioso, non prepotente, ma al servizio delle persone e dei loro diritti e pronto a sottomettersi al giudizio di una giurisdizione indipendente.
È questa l’idea di uno Stato di diritto, di uno Stato costituzionale che Rosmini intravvede come unica alternativa al sovranismo e al dispotismo, ossia al rischio di involuzione nazionalistica, autoritaria e illiberale delle istituzioni contemporanee. All'epoca il sovranismo era quel rinchiudersi negli interessi nazionali senza badare al destino comune (oggi questo concetto si è evoluto: si è liberi se si è sovrani...e lo abbiamo capito con la vera involuzione dell'UE e le pretese utopistiche - per non dire nefaste - di un unico ordine mondiale).
La figura di Rosmini porta con sè due paradossi: tanto esile e dalla salute cagionevole, destinato a prematura morte, quanto forte e con la statura di un gigante, perseguitato dalla Chiesa e dallo Stato. I giovanili affascinamenti per la matematica e la filosofia lo conducono verso l'infinito e verso la relazione con Dio.
Per Rosmini l'Essere è principio fondativo della Morale che consente all'Uomo di riconoscere la Verità, cioè ciò che gli oggetti 'sono'... per poterli rispettare. Lo studio del Diritto è poi fondamentale ma, dice il Rosmini, non dobbiamo porre dei diritti nelle persone perchè ---"il diritto 'è' la persona e se non c'è il diritto della persona non c'è il rispetto della civiltà”.
E questo rende Rosmini un filosofo oltre che affascinante e moderno. “Non è affatto vero che Rosmini sia impossibile da capire. E' accessibile, bisogna solo trovare la chiave che lui utilizza per parlare allo spirito umano”. afferma padre Mario Pangallo a lungo direttore della Biblioteca Rosminiana di Rovereto, città natale del Beato, il quale sottolinea l'importanza dell'Educazione nel pensiero rosminiano, perchè è solo l'educazione l'unica possibilità data alla società per arginare i conflitti.
Rosmini partì dall'antropologia per arrivare alla teologia, quindi dall'Uomo per andare verso Dio. Individuò sin da giovane la filosofia come cardine e strada maestra che dall'unità porta alla totalità. Aveva solo 18 anni quando comprese che la Filosofia è lo strumento della ricerca dell'Essere e che primo e supremo dovere del'uomo è quello di aderire alla Verità. Si riverberebbe così in tutte le attività umane, comprese quella della politica, così importante perchè destinata a decidere del destino di tutti.
Autore: Corona Perer
www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*
Commenti (0)
Per lasciare un commento